Interrogato sulle tempistiche Novelli non si è sbilanciato sulla fatidica data del 30 giugno, il tempo che l’Ivass si è data per trovare una soluzione e, salvo nuovo ordine, scongelare le polizze di Eurovita
Oltre ai temi di stretta attualità, nella plenaria di apertura dell’Italy Insurance Forum c’è stato ampio spazio per discutere quello che è forse il tema sempreverde del comparto assicurativo: la distanza che gran parte delle famiglie italiane mantiene dalla protezione contro i rischi
Per la risoluzione del caso Eurovita “le strade aperte sono varie: identificare una soluzione è già difficile e gestire i dettagli è complicato, ma le opzioni sul tavolo ci sono”. E’ questo l’ultimo aggiornamento ufficiale arrivato dal responsabile dell’ufficio segreteria di presidenza e del Consiglio Ivass, Roberto Novelli, che però non ha potuto garantire se una soluzione sarà trovata entro la scadenza attualmente fissata al 30 giugno. Un termine che i sottoscrittori delle polizze Eurovita conoscono bene perché, fatte salve nuove proroghe, coincide con lo sblocco dei riscatti – congelati da inizio febbraio.
“Siamo consapevoli che il blocco dei riscatti crea disagio, non è un provvedimento che abbiamo preso a cuor leggero”, ha detto Novelli, intervenuto all’Italy Insurance Forum 2023 a Milano, “riteniamo che questo sia lo strumento per trovare una soluzione e ripristinare quella fiducia che inevitabilmente questo caso” ha diminuito nei confronti del comparto assicurativo. Una riduzione della fiducia che, è stata confermata anche dai dati più recenti sull’andamento dei riscatti presentati, durante l’evento, dal partner di Kpmg Giuseppe D’Andria. “Stiamo lavorando per una soluzione piena e in tempi rapidi”, ha comunque assicurato Novelli.
All’origine del caso Eurovita
In un contesto difficile, nel quale la patrimonializzazione delle assicurazioni è scesa, a causa della svalutazione del portafoglio di titoli di Stato colpito dal rialzo dei tassi, Eurovita presentava “debolezze specifiche”, ha dichiarato Novelli. Non si tratta, dunque, solo della “redditività negativa nel ramo vita”, che in questa fase è comune a tutto il sistema, ma anche di una “sottostima delle passività” da parte della compagnia e di una “mancata disponibilità dell’azionista”, il fondo di private equity Cinven, “a ricapitalizzare” Eurovita. La combinazione di una gestione dei rischi più aggressiva e di una capacità d’intervento insufficiente da parte di Cinven ha fatto esplodere il caso: il “primo commissariamento dell’Ivass mai avvenuto nel ramo vita”, ha ricordato Novelli.
Non è escluso che si possa pensare all’istituzione di un fondo di sistema per la tutela degli assicurati anche in Italia, garanzia che nel ramo vita non esiste, al contrario di quanto avviene in Francia e in altri Paesi: “E’ un tema che è emerso nel corso dell’ultimo incontro con le associazioni dei consumatori… da ogni crisi proviene una lezione”, ha affermato il segretario di presidenza Ivass, auspicando la creazione di strumenti affrontare nuove situazioni questo tipo.
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Assicurarsi, l’industria parla delle storiche resistenze italiane
Oltre ai temi di stretta attualità, nella plenaria di apertura dell’Italy Insurance Forum c’è stato ampio spazio per discutere quello che è forse il tema sempreverde del comparto assicurativo: la distanza che divide gran parte delle famiglie italiane dalla protezione contro i rischi. Anche se i numeri indicano che le famiglie italiane sono restie ad assicurarsi, “puntare il dito” contro problemi di cultura finanziaria e pianificazione non è la strategia giusta per affrontare la questione, ha affermato Lorenzo Agresti, responsabile commerciale protezione di Banca Mediolanum: “Il punto vero è capire cosa possiamo fare per rendere più semplici” i passaggi che portano alla sottoscrizione del contratto.
La percezione dell’assicurazione come “una spesa che rivelerà il suo valore se ci sarà un sinistro, che mi auguro che non si verifichi”, ha fatto eco Fabio Carniol, managing director e general manager di Helvetia Italia, impone alle compagnie sforzi per accrescere l’innovazione e servizi sempre più vicini alle esigenze dei clienti.
L’autoassicurazione che le famiglie praticano accumulando liquidità “è un errore”, ha affermato Dario Moltrasio, ceo di Zurich Investment Life, ma lo spazio per far riflettere su alcune coperture c’è. Una ricerca datata 2019 della stessa Zurich, ha affermato Moltrasio, aveva mostrato come la principale paura delle famiglie, per il mantenimento dello stile di vita, fosse la perdita di autosufficienza. Un’eventualità che ha anche risvolti economici che polizze long-term care, ad esempio, possono aiutare ad affrontare.
Chi si occupa di assicurazioni, dice senza girarci attorno Agresti, ha il problema di dover evocare “disgrazie” alle quali il cliente vorrebbe non pensare. Il problema principale per da affrontare per le famiglie, però, è quello “dell’inerzia” ha aggiunto, trovare “la voglia e il tempo di focalizzarsi” su eventualità importanti che possono verificarsi nel futuro. L’aspetto determinante è quello della consulenza, ha aggiunto Agresti, un lavoro che serve a innalzare il livello dell’analisi: “Parlare di soldi è più facile che parlare di protezione”, ha affermato l’esponente di Mediolanum, sottolineando quanto si importante la formazione professionale di chi assiste i bisogni assicurativi della clientela.