Quali sono i settori ad alto tasso di crescita in cui investire? Nel mese dedicato all’educazione finanziaria andiamo alla scoperta di come sono cambiati i consumi degli italiani con un’intervista in esclusiva a Riccardo Passerini di EY, uno dei massimi esperti di come si stanno evolvendo i consumi del food, che abbiamo incontrato al Food retail show 2024, per cercare di capire dove indirizzare gli investimenti degli italiani.
Come cambiano i consumi nel food?
Il cibo è alla base dei bisogni dell’uomo, come ci ricorda la Piramide di Maslow. Quindi la prospettiva di chi conosce bene questo segmento è interessante per capire come si stia evolvendo la nostra società e quindi come direzionare meglio i nostri investimenti.
Passerini, quali sono le principali trasformazioni emerse dalla vostra ricerca?
Abbiamo scoperto che le abitudini del consumo stanno cambiando verso acquisti cha abbiano requisiti di sostenibilità, di attenzione alla salute e anche di economicità. Le aziende di questa filiera stanno cambiando velocemente per cercare di cogliere le esigenze del consumatore in questo trend.
Il consumatore sta diventando ecologista?
Se vogliamo un po’ ecologista, ma parlerei che c’è una maggiore attenzione alla sostenibilità a 360°. Il consumatore vuole fare bene all’ambiente perché oggi questo ha un impatto drammatico sulla vita di tutti i giorni.
Non è solo sostenibilità ambientale, ma anche la sostenibilità rivolta all’individuo che deve acquistare, deve mangiare, deve fruire di prodotti che facciano bene alla persona stessa. Quindi è anche egoista, perché vuole anche ciò che fa bene a se stesso, fa i conti in tasca e cerca cosa effettivamente può essere acquistato in funzione di ciò che riesce a guadagnare.
Acquistare prodotti “green” fa risparmiare o costa di più?
La scelta sostenibile oggi non è la scelta più conveniente per il consumatore. Ma è sicuramente la scelta più idonea e probabilmente la più conveniente nel lungo termine, perché solo così si recupera tutto il valore che si andrà a perdere erodendo le risorse dell’ambiente. E il consumatore già utilizza la sostenibilità come uno dei criteri fondamentali di scelta. Se l’azienda ha un contenuto valoriale di sostenibilità il consumatore lo premia sempre di più. Cerca anche il risparmio però.
Perché la spesa degli italiani si orienta verso salute e benessere?
Come si spiega questo spostamento della spesa verso il benessere e la salute, a discapito della finanza?
Le persone in questo contesto complicatissimo geopolitico hanno paura di spendere e di investire perché c’è più incertezza e non c’è quindi la serenità per poter investire. Dall’altro lato il consumatore cerca la sostenibilità. Quindi un’attenzione al qui e ora, ma anche al domani se il consumatore vede che c’è la sostenibilità. Per questo motivo le aziende stanno investendo pesantemente nel cambiare la propria strategia in chiave di sostenibilità e salute.
Quali sono i consigli per acquistare in modo consapevole?
Come scegliere prodotti che rispettino salute e portafoglio?
Il mio suggerimento è di approcciarsi allo scaffale, valutando se nelle etichette si riscontra quanto l’azienda dice di fare con i propri prodotti. E poi scegliere a parità di prezzo, prodotti in linea con la scala valoriale (ndr, ci sono app che leggono le etichette e attribuiscono un ranking qualitativo alle etichette scansionate).
Il mercato di quartiere o rionale può competere con le grandi aziende?
Le due cose non sono in competizione secondo me. Anzi, devono sempre di più darsi una mano e cercare di portare un po’ di artigianalità all’interno delle aziende e un po’ di azienda all’interno del mercato rionale.
In quali settori investire per seguire i nuovi trend?
In quali aziende o comparti dovrebbero investire i risparmiatori italiani per cavalcare questo cambiamento dei consumi alimentari?
Suggerisco di investire in strumenti finanziari, aziende e asset che hanno un’idea chiara sulla sostenibilità di ecosistema. Perché questo è ciò che vogliono le persone e il futuro dipende dai nostri acquisti di oggi.
Parafrasando il famoso detto del gastronomo francese Jean Anthelme Brillat-Savarin potremmo dire “Dimmi ciò che mangi e di dirò dove va il mercato”.