L’attuale panorama geo-politico ha portato alla ribalta Israele. Questo fatto ci offre lo spunto per considerare molteplici elementi chiave per chi desidera compiere scelte finanziarie informate.
In Italia, il tasso di inflazione è in crescita, raggiungendo il +5,1% secondo l’Istat, mentre il rating del rischio paese, secondo Standard & Poor’s, è BBB. In contrasto, Israele gode di una valutazione più elevata, AA-, riflettendo una maggiore solidità finanziaria.
Aggiungendo ulteriore complessità alla decisione, il rendimento medio del Bot italiano stenta a raggiungere il 4%, mentre i titoli israeliani superano abbondantemente tale valore.
Quindi dovremmo comprare Israele? No, vediamo perché.
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Psicologia delle scelte finanziarie in tempi di crisi
1. Il rifugio apparente in tempi di crisi
La psicologia finanziaria suggerisce che, durante periodi di incertezza economica, gli investitori spesso cerchino rifugi apparenti che promettono una sensazione di sicurezza. Questa ricerca può spingerli verso strumenti che sembrano protettivi, ma che, in realtà, possono erodere il capitale a causa dell’inflazione o del rischio cambio.
2. Il dilemma dell’inflazione
L’inflazione, attualmente al +5,1% in Italia, è un elemento cruciale da considerare. Gli investitori potrebbero sentirsi spinti verso strumenti che offrono rendimenti nominali elevati, ma è essenziale valutare il rendimento reale, che tiene conto dell’inflazione e dell’effetto sull’investimento nel tempo.
3. Il peso del rischio Paese
Il rating del rischio paese può influenzare significativamente la percezione degli investitori sulla sicurezza di un’obbligazione. La differenza tra il BBB italiano e l’AA- israeliano può rappresentare un fattore determinante nelle decisioni finanziarie. Ma dobbiamo anche considerare il rischio cambio.
4. La tentazione dei rendimenti elevati
La ricerca di rendimenti più elevati è una costante nella psicologia finanziaria. Tuttavia, gli investitori devono bilanciare la ricerca di rendimenti con la consapevolezza dei rischi associati, specialmente in un contesto di incertezza economica e geopolitica.
Bilanciamento tra ricerca di rendimenti e valutazione dei rischi e delle condizioni di mercato
La tentazione di rifugiarsi in strumenti apparentemente protettivi in tempi di crisi può essere forte, ma è essenziale considerare attentamente gli effetti dell’inflazione e dei rischi specifici associati a ciascun investimento.
L’investitore deve bilanciare la ricerca di rendimenti con una valutazione realistica dei rischi e delle condizioni di mercato. L’alto tasso di inflazione in Italia potrebbe suggerire una maggiore cautela. Gli investitori devono chiedersi se il rendimento apparentemente alto dei titoli di Stato compensi adeguatamente i rischi specifici, inclusi quelli legati all’inflazione.
L’alternativa dei fondi di investimento (più o meno bilanciati)
Un’alternativa potrebbe essere rappresentata da fondi di investimento (più o meno bilanciati), che offrono una diversificazione tra asset, riducendo il rischio complessivo dell’investimento e (tendenzialmente nel medio lungo periodo) un rendimento reale superiore all’inflazione. Questi fondi sono progettati per adattarsi alle condizioni di mercato mutevoli, fornendo un approccio più equilibrato.
Conclusioni
La morale di questa storia è che, in tempi di incertezza economica e turbolenze planetarie, la sicurezza non dovrebbe essere cercata solo in strumenti apparentemente sicuri. Gli investitori dovrebbero considerare la protezione del capitale come una priorità, optando, se necessario, per soluzioni più bilanciate e meno esposte a rischi nascosti.
Come farlo senza essere vittima delle nostre paure? Se non siamo degli esperti in finanza, chiediamo aiuto a chi lo è, delegando il nostro stress (o paure) a un terzo soggetto.
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