Secondo il rapporto compilato a giugno dall’Agenzia internazionale dell’energia il valore delle esportazioni di petrolio della Russia è aumentato a maggio per via dell’aumento dei prezzi, nonostante le minori quantità di materia prima consegnata
Anche per questo il G7 sta lavorando a un tetto sul prezzo del petrolio, che diventerebbe vincolante per gli spedizionieri marittimi che intendono trasportare il greggio di Mosca
Il surriscaldamento del mercato dell’energia, del quale la Russia sta approfittando, ha spinto i Paesi del G7, riuniti fra il 26 e il 28 a Elmau (Germania), a esplorare un tetto al prezzo del petrolio.
In particolare, verrà esaminata la possibilità di impedire il trasporto di petrolio russo, qualora quest’ultimo sia stato venduto al di sopra di un determinato prezzo. “Prenderemo in considerazione una serie di approcci, comprese le opzioni per un eventuale divieto globale di tutti i servizi che consentono il trasporto di greggio e prodotti petroliferi russi via mare a livello globale, a meno che il petrolio non venga acquistato a un prezzo pari o inferiore a quello da concordare in consultazione con i partner internazionali”, si legge in una dichiarazione citata da Politico. Nello schema delinato, uno spedizioniere che voglia trasportare il petrolio russo, dunque, dovrà accettare di acquistarlo a un prezzo non superiore al tetto stabilito.
Questa decisione andrebbe a ridurre i proventi di una delle maggiori esportazioni di Mosca, con l’obiettivo di ridurre le disponibilità economiche del Paese e di ridurne, così, le ambizioni belliche.
Secondo il rapporto compilato a giugno dall’Agenzia internazionale dell’energia il valore delle esportazioni di petrolio della Russia è aumentato a maggio per via dell’aumento dei prezzi, nonostante le minori quantità di materia prima consegnata. Stando a quanto trapelato dai funzionari, citati dall’agenzia Reuters, a spingere sul tetto al prezzo del petrolio sarebbe stata soprattutto l’Italia; la Francia, avrebbe auspicato, invece, un tetto su tutti prodotti energetici: anche il gas, quindi potrebbe essere incluso nelle future strette anti-Russia.
“I funzionari francesi hanno incentrato le discussioni di ieri sui modi per moderare i prezzi attraverso una maggiore produzione di petrolio”, ha affermato il Financial Times, che ha potuto consultare le bozze dei lavori del G7, “in particolare, la Francia intende esplorare i modi per riportare sul mercato la produzione del Venezuela e dell’Iran, entrambi soggetti a sanzioni statunitensi”.
“L’idea di porre un tetto è molto buona”, ma “c’è una difficoltà tecnica” per l’implementazione ha dichiarato in seguito all’incontro il presidente francese Emmanuel Macron, che ha sottolineato come come un tetto al gas sarebbe più facile da mettere in campo. “Abbiamo incaricato i nostri ministri di lavorare urgentemente su come imporre un tetto al prezzo del gas e del petrolio”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi.
Secondo alcuni analisti il tetto al petrolio potrebbe spingere verso l’alto il prezzo globale di questa materia prima, portando Mosca a esportarne di meno e generando, di conseguenza un ulteriore squilibrio fra domanda (stabile) e offerta (in riduzione).
All’indomani della conclusione del G7, il 29 giugno, il prezzo del barile Wti si trova in rialzo dello 0,8% a 112,65 dollari; il Brent cresce di mezzo punto a quota 118,58 dollari.
La posizione ufficiale del G7
“Le sanzioni economiche imposte alla Russia devono essere ulteriormente inasprite e le fonti di reddito russe – compreso l’oro – devono essere ridotte”, si legge fra le conclusioni ufficiali del meeting. “Continueremo ad aumentare la pressione su Putin”, ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz nella conferenza stampa conclusiva del G7, “questa guerra deve finire”. Allo stesso tempo, il cancelliere ha voluto sottolineare che “non ci sarà ritorno” a una situazione precendente, definendo la guerra in Ucraina come una svolta irreversibile delle relazioni internazionali. Quella dei tetti al prezzo di prodotti energetici “è un’idea ambiziosa e lungimirante, ma è qualcosa su cui dobbiamo lavorare ancora” prima di rispondere sui dettagli, ha affermato Scholz.