Le principali tipologie di patrimoni tassati nel nostro sistema fiscale sono gli immobili e le attività finanziarie
In Italia le imposte patrimoniali costituiscono il 6% del gettito complessivo che, tradotto in Pil, corrisponde al 2,4%
Quando ci si riferisce alle imposte patrimoniali si guarda a quella tipologia di imposta che colpisce il patrimonio posseduto da ciascun contribuente unitamente ai beni allo stesso riconducibili. Le imposte patrimoniali possono essere di varia natura (ad esempio, ordinarie o straordinarie) e possono incidere sul possesso di un certo patrimonio o sugli effetti che, il trasferimento dello stesso, produce sulla ricchezza di un certo soggetto.
Le imposte patrimoniali ordinarie, introdotte solitamente per riequilibrare le finanze pubbliche o migliorare l’equità di un sistema tributario, incidono sulla ricchezza che deriva dal possesso di cespiti e beni e, in linea generale, si attuano attraverso un prelievo annuale commisurato al valore del patrimonio netto del contribuente, costituito da tutti i suoi asset. Le imposte straordinarie, invece, sono spesso introdotte per far fronte a gravi disavanzi pubblici o calamità naturali, e colpiscono il patrimonio del contribuente solo temporaneamente e limitatamente alla situazione di emergenza.
In buona sostanza, l’imposta patrimoniale è quella fattispecie impositiva la cui base imponibile è la ricchezza del contribuente e il cui prelievo solitamente: è ripetuto nel tempo (come nel caso dell’Imu); è legato a un certo evento (come nel caso delle imposte sulle successioni); si verifica una tantum.
Ebbene, ciò considerato, chiarita a grandi linee la ratio dell’imposta patrimoniale e la sua funzione, occorre guardare alle imposte patrimoniali attualmente in vigore in Italia, per capire quanto queste pesano sulla ricchezza di ciascun contribuente, quanto gettito garantiscono allo Stato e, ancora, in termini comparatistici, quanto le imposte che colpiscono il patrimonio incidono sugli italiani rispetto a quanto non facciano sui cittadini di altri paesi europei.
Secondo quanto riportato dal report in commento, nel 2020 il gettito delle imposte patrimoniali ha superato i 40 miliardi di euro, su un gettito totale di 711 miliardi. Ciò significa che in Italia le imposte patrimoniali costituiscono il 6% del gettito complessivo che, tradotto in Pil, corrisponde al 2,4%.
Di questi 40 miliardi di gettito, oltre la metà deriva dalle imposte sugli immobili che, se considerate tutte insieme, solo nel 2020, hanno concorso nel generare 21,3 miliardi di euro annui.
Le principali imposte che gravano sugli immobili in Italia sono l’Imu (che da sola vale 20,2 miliardi di euro) e l’Ici (che incide sulle aree fabbricabili). Dei 21 miliardi di euro di gettito generati nel 2020 da Ici e Imu, solo 3,7 miliardi sono stati versati allo Stato; la restante parte, infatti, è stata trattenuta dagli enti locali.
Le altre imposte sugli immobili sono la Tasi (con un introito di 130 milioni nel 2020), ora incorporata nella nuova Imu, e l’Ivie, vale a dire l’imposta pagata dalle persone fisiche residenti che possiedono immobili oltre confine (dal 2021 estesa anche agli enti non commerciali e alle società equiparate), il cui gettito nel 2019 è stato di 78 milioni di euro.
Ma non è tutto. Queste, infatti, sono solo le imposte patrimoniali che gravano sugli immobili.
Ci sono poi le imposte di bollo (tra le quali, quella sui prodotti finanziari, che ha generato introiti per 4,5 miliardi di euro); l’imposta di registro che colpisce gli atti scritti aventi effetto giuridico, pagata dai soggetti che registrano un’operazione, come ad esempio, i trasferimenti di proprietà; e, ancora, l’imposta ipotecaria, che colpisce il trasferimento di proprietà immobiliari ed è pari al 2 per cento del valore degli immobili. Essa si applica anche in caso di trasferimento di proprietà per donazioni o successioni. Infine, occorre annoverare l’imposta catastale, che si assolve in conseguenza di una voltura riguardante il passaggio di proprietà di un’immobile, pari all’1% del valore dello stesso.
Tra le imposte che colpiscono il patrimonio figura anche l’imposta di successione, versata da chi riceve un’eredità, la cui aliquota varia al variare del grado di parentela che lega il dante causa agli eredi; nonché l’imposta sulla donazione, dovuta dai beneficiari.
E invero, la percezione che non siano poche le imposte che colpiscono il patrimonio degli italiani è confermata in concreto se si guarda agli altri paesi dell’Ue. È un dato di fatto, in effetti, che in Italia, il livello di tassazione patrimoniale è più alto di quello della media dell’Unione europea.
Allo stesso tempo, occorre rilevare che l’Italia è per lo più in linea con la Francia e la Spagna e che solo alcuni piccoli paesi dell’Est Europa possono vantare in concreto un livello di imposizione sul patrimonio più basso.
Tra gli Stati più grandi ed influenti però ce n’é uno che ha livelli di tassazione patrimoniale relativamente bassi: la Germania. I tedeschi, infatti, possono beneficiare di una tassazione patrimoniale ridotta rispetto a quella che onera gli italiani. Se l’incidenza delle imposte sul patrimonio sul gettito erariale complessivo e sul Pil, in Italia, corrisponde, rispettivamente, al 5,5% e al 2,4%, in Germania, invece, si attesta al 3,2% e del 1,3%.