La piattaforma, un tempo dedicata esclusivamente al networking professionale, è stata invasa da una fetta di utenti che condivide contenuti incentrati sulla carriera con l’obiettivo di costruire un seguito sostanziale
Shapero, LinkedIn: “Osserviamo una crescente domanda di consulenza. I dirigenti si stanno rendendo conto di come spesso il marchio della loro azienda ha molto a che fare con il modo in cui vengono visti”
Zain Kahn, fondatore di The Ai Guy, newsletter sull’intelligenza artificiale con oltre 400mila lettori, dichiara di incassare più di 1 milione di dollari all’anno in entrate pubblicitarie grazie soprattutto alle centinaia di migliaia di follower sui social media. Ma non su TikTok o Instagram. Su LinkedIn. Più precisamente, non guadagna direttamente tramite LinkedIn, ma utilizza la nota piattaforma dedicata al mondo del lavoro per promuovere la sua newsletter e attirare inserzionisti. E non è l’unico.
Come riportato dal Financial Times, la piattaforma un tempo dedicata esclusivamente al networking professionale, è stata invasa da una fetta dei suoi 930 milioni di utenti che condivide contenuti incentrati sulla carriera – in alcuni casi aspirazionali – con l’obiettivo di costruire un seguito sostanziale. Un tempo “casa” di magnati dell’economia come Richard Branson (73enne fondatore di Virgin Group), oggi ospita anche marketer meno noti, imprenditori tecnologici e creator. E il loro successo sta attirando l’attenzione di alcuni dirigenti di alto profilo, che desiderano migliorare la loro immagine e del loro brand sul social media.
“Riceviamo tonnellate di domande su come potersi presentare, in qualità di leader della c-suite (termine che indica le cariche più alte all’interno della società che solitamente iniziano con la lettera “c”, come chief executive officer, chief financial officer, chief operating officer e chief information officer, ndr), in modo da dare un’aureola alla propria azienda”, dichiara al quotidiano economico-finanziario britannico Dan Shapero, chief operating officer di LinkedIn. “Osserviamo una crescente domanda di consulenza. I dirigenti si stanno rendendo conto di come spesso il marchio della loro azienda ha molto a che fare con il modo in cui vengono visti”.
In risposta a questa esigenza, è nato un “mercato” per aiutarli, fatto di consulenti, agenzie e specialisti di pubbliche relazioni che aiutano i ceo a capire come sfruttare la piattaforma. Craig Mullaney, partner di Brunswick Group, dice che LinkedIn si è rivelato il canale di comunicazione più potente per alcuni degli amministratori delegati con cui lavora. “In caso di crisi, spesso è il momento in cui è più difficile per il ceo far conoscere il proprio punto di vista, soprattutto se i media non sono d’accordo con la sua prospettiva”, spiega Mullaney. Così LinkedIn funge da canale diretto con dipendenti e investitori, aggiunge. Senza dimenticare anche l’opportunità offerta dal social media di attrarre personale. Stando a un rapporto condotto da Brunswick Group lo scorso anno, quando i candidati cercano un’azienda in cui lavorare, analizzano prima il suo sito web e poi la pagina LinkedIn dell’amministratore delegato.
Diverso il tema degli influencer, che trasformano LinkedIn in un mezzo di sostentamento, monetizzando il pubblico indirettamente attraverso accordi con i brand, newsletter e corsi sostenuti da inserzioni pubblicitarie. Dal proprio canto LinkedIn, che quest’anno ha visto le sue entrate balzare dell’8%, sta incoraggiando i creator con nuove funzionalità e format come audio, dirette e newsletter. Inoltre, ha un team guidato dall’ex direttore di Fortune Dan Roth composto da più di 200 giornalisti e redattori che aiutano a promuovere e curare un feed di conversazioni professionali. “Ciò che è davvero unico in LinkedIn è che ha una funzione editoriale”, spiega infatti Mullaney. “Quando un dirigente ha una notizia importante, se lavora con LinkedIn, il suo team editoriale può tirare ogni sorta di leva per generare una portata reale”, come l’inserimento nelle raccomandazioni e nelle notifiche push.