- Secondo un sondaggio della Cnn condotto a caldo tra i telespettatori, per il 63% Kamala Harris ha avuto la meglio su Donald Trump
- Garzone (Gamma Capital Markets): “Investitori e analisti devono prestare attenzione al potenziale impatto sui settori chiave”
“Harris mette Trump sulla difensiva in un acceso dibattito”, titola il New York Times. Sulla stessa scia il Financial Times: “Kamala Harris punge Donald Trump in un acceso dibattito presidenziale”. Più forte ancora il Washington Post: “Harris domina Trump”. L’atteso confronto tra i due candidati alla presidenza americana, trasmesso su Abc News in diretta dal National Constitution Center di Philadelphia, sembrerebbe aver avuto insomma una chiara protagonista. Secondo un sondaggio della Cnn condotto a caldo tra i telespettatori, per il 63% la vicepresidente democratica ha avuto la meglio sul tycoon. Ma cosa ne pensano i mercati?
Dibattito Harris-Trump: la reazione dei mercati
“I mercati sanno che le promesse elettorali tendono spesso a essere generiche e ambiziose, così come difficili da tradurre in misure concrete”, dichiara a We Wealth Gabriel Debach, market analyst di eToro. I candidati preferiscono delineare obiettivi senza fornire dettagli specifici su come intendono raggiungerli, lasciando così un margine di incertezza sulle reali implicazioni delle loro proposte, spiega l’analista. A catturare l’attenzione degli investitori è stata la politica interna, con Trump che ha proposto ulteriori tagli fiscali, mentre Harris ha dichiarato che intende aumentare le imposte per i più ricchi e le grandi imprese. Sul fronte della politica estera, il rapporto con la Cina resta un tema centrale. Mentre “le altre proposte, come quelle contro l’inflazione, appaiono più orientate a scopi elettorali”, sostiene Debach. “Le idee di Harris sui controlli dei prezzi alimentari o quelle di Trump sulla maggiore produzione energetica e la costruzione di nuove abitazioni risultano piuttosto vaghe, considerando anche un bilancio pubblico sempre più in deficit”, afferma l’esperto, sostenendo che alla fin fine il dibattito non avrebbe offerto – dal punto di vista dei mercati – spunti di particolare rilevanza.
“La politica ha storicamente avuto un impatto limitato sui rendimenti di lungo termine dei portafogli”, dice Debach. Analizzando i dati, emergerebbe infatti che le crisi economiche e i crolli del mercato si sono verificati durante amministrazioni sia democratiche che repubblicane. “Nessun presidente, indipendentemente dal partito, ha la capacità di controllare da solo un mercato azionario di circa 57 trilioni di dollari”, incalza l’analista. “I principali fattori che determinano l’andamento del mercato sono sempre stati l’economia reale e gli utili aziendali, piuttosto che chi occupa la Casa Bianca”. Tuttavia, continua, la vera questione non sarà solo la vittoria tra Trump e Harris ma anche il controllo delle due Camere: una situazione di stallo politico renderebbe di fatto difficile per entrambi i candidati realizzare pienamente le loro promesse elettorali.
Elezioni Usa: i settori più (o meno) vulnerabili
La sfida, intanto, resta aperta. Come restano possibili nuove ondate di volatilità sui listini, in vista dell’appuntamento di novembre. “Investitori e analisti devono prestare attenzione al potenziale impatto delle politiche economiche dei due candidati e a quello sui settori chiave”, interviene Alessio Garzone, assistant portfolio manager di Gamma Capital Markets. Per l’esperto, occorre aumentare la diversificazione per contenere il rischio legato alla volatilità, evitare decisioni impulsive dettate da movimenti repentini di mercati, mantenere una strategia di investimento a lungo termine, monitorare i settori sensibili – in particolare energia, tecnologia e difesa – e ridurre l’esposizione ai titoli più rischiosi. “Sebbene possano succedere ancora molte cose da qui alle elezioni, in linea di massima storicamente i mercati finanziari tendono a registrare performance positive dopo le elezioni indipendentemente dal partito vincente”, rassicura ad ogni modo Garzone. L’indice SP500 ha generalmente registrato guadagni medi del 7% durante gli anni elettorali, con rendimenti nei 12 mesi successivi alle elezioni spesso più forti rispetto ai precedenti.
Fonte: Elaborazione Gamma Capital Markets per We Wealth
Per Debach, un aumento delle aliquote fiscali è generalmente mal visto dai mercati. Secondo un’analisi di Bank of America, settori come i consumi discrezionali, le telecomunicazioni e il comparto finanziario potrebbero essere i più penalizzati, mentre le utility, il settore immobiliare e quello energetico ne risentirebbero meno. La vittoria di Harris potrebbe invece avvantaggiare settori come l’energia rinnovabile, i produttori di veicoli elettrici e le utility. “La sua strategia più rilevante riguarda il tentativo di evitare una guerra commerciale con la Cina, in netto contrasto con la retorica più aggressiva di Trump in materia di dazi. Anche i costruttori di case potrebbero trarre vantaggio, grazie alla proposta di Harris di fornire un sostegno fino a 25mila dollari per l’acconto ai primi acquirenti e di introdurre incentivi fiscali per la costruzione di abitazioni accessibili”, afferma Debach. Secondo l’esperto, il protezionismo di Trump verso la Cina potrebbe invece intensificare le tensioni internazionali, colpendo settori fortemente dipendenti dall’export, come quello tecnologico.
Elezioni Usa: i potenziali effetti sulle cripto
“Le azioni della difesa potrebbero registrare un incremento con una vittoria repubblicana, dato che ci si attende che la spesa per la difesa diventi una priorità per il partito. Così come i settori discrezionali, comunicazioni e finanziario potrebbero tirare un sospiro di sollievo dagli scongiurati aumenti delle aliquote fiscali”, osserva l’analista. Infine, le criptovalute sono state considerate una sorta di “Trump trade”, dato che l’ex presidente ha rivisto la sua posizione su Bitcoin e altri asset digitali promettendo di trasformare l’America nella “capitale delle criptovalute”. Fatte queste premesse, anche per Debach il mercato potrebbe attraversare fasi di volatilità, ma è importante non confondere la volatilità con il panico o con drastici cambi di rotta. “Rimanere sul mercato, assicurandosi di consolidare alcuni dei profitti realizzati e ribilanciando il portafoglio, rimane una strategia prudente da considerare”, conclude l’esperto.