34 pietre preziose – di diverso taglio e di diverso diametro – sono state trovate nel sito di Carlisle, in Cumbria, Inghilterra, sito che ospitava un tempo uno stabilimento balneare romano di alto livello. Secondo gli archeologici che hanno fatto la scoperta, le gemme risalirebbero al III secolo d.C
Pur misurando da 5 a 16 millimetri di diametro, le pietre preziose sono state incise con scene e icone intricate. La delicata lavorazione, oltre al luogo del ritrovamento, ha portato gli archeologi a dedurre che le gemme fossero oggetti di grande valore, un tempo incastonati in anelli da dito con colla vegetale. “Riteniamo che siano andate perdute a causa dell’ambiente caldo, umido e fumoso di un bagno romano” ha dichiarato ad Arnet News Frank Giecco, direttore tecnico della società di consulenza ingegneristica Wardell Armstrong che ha guidato lo scavo. “Le gemme potrebbero facilmente staccarsi dagli anelli con sigillo, o l’intero anello staccarsi dal dito e finire nello scarico”.
Le gemme sono state scoperte nello scarico delle terme dei Severi, situate non lontano dal Vallo di Adriano, costruito nel 122 d.C. per fortificare il confine nord-occidentale dell’Impero Romano. Secondo gli archeologici il luogo aveva molto probabilmente un legame imperiale o militare. Il ritrovamento testimonia questo legame, con alcuni gioielli intagliati con le figure di Apollo, Marte e altre divinità romane che simboleggiano la guerra e la fortuna. Altri intagli recano immagini di Cerere, che rappresenta la fertilità, Sol, la personificazione del sole, e Mercurio, il dio del commercio. Lo stile distinto degli intagli in diaspro rosso fa pensare a un particolare laboratorio di gioielli che riforniva la zona del Vallo di Adriano.
Questi intagli non sono i primi a comparire tra le rovine delle terme romane. Gli scavi delle terme romane di Cesarea, in Israele, e di Bath, in Inghilterra, hanno portato a scoperte simili; la tradizione dell’intagliatura ha radici nell’antica Mesopotamia e impronte in Grecia, Persia ed Egitto. Nel corso dei secoli, e in particolare durante il Rinascimento, queste gemme hanno stimolato il collezionismo e i collezionisti: George Spencer, IV Duca di Marlborough, per esempio, accumulò circa 780 intagli nel XVIII secolo, alcuni dei quali si trovano oggi all’Ashmolean Museum.