La rivincita dell’AI nei concorsi fotografici
L’immagine dal titolo Twin sister in love, 2023, presentata dall’artista svedese Annika Nordenskiold e realizzata dall’Intelligenza artificiale ha vinto il primo premio della categoria “AI Art Award” alla Ballarat International Foto Biennale in Australia. Si apre così un nuovo capitolo nella storia delle immagini “artistiche”? Probabilmente sì anche se oggi manca ancora il mercato. Ma, con l’istituzione di una categoria ad hoc riservata alle immagini prodotte dall’IA in un concorso internazionale di fotografia e con l’assegnazione di un premio in denaro, questi lavori conseguono una prima importante legittimazione da parte del settore.
Annika Nordenskiold, Twin sister in love, 2023
Il lavoro presentato dall’artista svedese Annika Nordenskiold, pittrice e scultrice, ha primeggiato tra le oltre cento proposte provenienti da tutta l’Australia e da Svezia, Repubblica Ceca, Israele, Germania e altri paesi ancora. Il Ballarat International Foto Biennale è infatti il festival fotografico più significativo e prestigioso d’Australia. L’evento si tiene con cadenza biennale nella città di Ballarat nella regione Victoria ed è giunto alla sua diciannovesima edizione. È un evento riconosciuto a livello internazionale nel settore della fotografia contemporanea. La categoria dedicata alle immagini generate dall’IA è stata aggiunta alle altre principali categorie di opere di fotografia in concorso durante il Ballarat International e si è accompagnata con l’assegnazione del premio BIFB Prompted Peculiar – International AI Prize di duemila dollari.
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Fotografia e intelligenza artificiale, la nascita della promptography?
L’artista svedese con il lavoro presentato ha incontrato il favore della giuria tecnica “per aver creato in modo convincente un’immagine che sembra reale e allo stesso tempo gioca con l’idea di realtà”, secondo quanto si legge nelle motivazioni del premio. La Realtà, o meglio “The real thing” nella versione inglese, è stato il tema al centro di questa edizione dell’evento e sembra creato apposta per introdurre nel panorama del medium fotografico le immagini generate dall’IA in un momento storico in cui le immagini dominano in qualunque forma la quotidianità delle persone e introducono interrogativi su ciò che è reale rispetto a ciò che non lo è.
L’uso dell’Intelligenza artificiale per la creazione di immagini artistiche è un fenomeno che sta prendendo piede nei tempi recenti. Vari artisti si stanno confrontando con le applicazioni digitali che consentono di ricavare immagini digitando semplicemente dei suggerimenti nel campo di ricerca e selezionando poi i risultati ritenuti più appropriati ottenuti attraverso dei “collage” di immagini ricavate automaticamente dal web.
Il fenomeno è già stato denominato “promptography”, termine che nasce dalla fusione tra la parola anglosassone “prompt”, ossia “suggerimento”, e “photography”, e cioè fotografia, alludendo in tal modo alle immagini create tramite parole chiave suggerite all’intelligenza artificiale in una ricerca impostata da un utente. In altri casi si usa semplicemente l’espressione “immagini generate dall’intelligenza artificiale” in modo ancora più esplicito.
L’emergere a livello internazionale della questione fotografia e IA
L’attenzione generale su questa nuova categoria di immagini è stata portata a livello internazionale dal fotografo tedesco Boris Eldagsen che non a caso era nella giuria chiamata a assegnare l’AI Art Award durante il concorso australiano. Boris Eldagsen lo scorso marzo si è aggiudicato il primo premio di categoria (poi rifiutato) del prestigioso concorso di fotografia Sony World Photograpy Awards con l’immagine “The Electrician”. Immagine che però era stata generata dall’IA e non dalla macchina fotografica dell’artista per sua stessa ammissione e provocazione. Eldagsen è considerato un pioniere nell’impiego dell’IA per la realizzazione delle immagini artistiche ed è uno dei principali artefici del suo impiego a livello professionale pur avendo riconosciuto pubblicamente la non equiparabilità delle immagini così create alla fotografia d’autore.
Ora lo stesso fotografo tedesco, in occasione del premio conferito alla biennale di Ballarat, ha avanzato la proposta di adottare un codice etico per gli artisti che lavorano con l’IA per la creazione delle immagini e di introdurre la filigrana per distinguere le stampe fotografiche dalle stampe di promptography.
Questi, infatti, sono alcuni degli aspetti che generano una certa diffidenza nei concorsi di fotografia vista l’elevata qualità raggiunta da alcune app per la creazione delle immagini e l’impossibilità di distinguere gli scatti fotografici fatti dall’artista dalle immagini “senza autore” generate dall’IA.
E a proposito di assenza di autore, si sono registrati negli Stati Uniti i primi dinieghi espressi da parte di istituzioni ufficiali e tribunali alla registrazione delle immagini generate dall’IA per la tutela del diritto d’autore. Il che apre un altro fronte sul lato collezionistico e di mercato per questi lavori.