La creatività dell’intelligenza artificiale: una provocazione?
Ha destato un certo scalpore la notizia dello scorso aprile in cui il fotografo professionista Boris Eldagsen dopo essersi aggiudicato il primo premio del prestigioso concorso Sony World Photography Awards 2023 nella categoria Creative con l’immagine dal titolo The Electrician, ha poi rifiutato il premio stesso affermando che il lavoro è stato in realtà realizzato dall’intelligenza artificiale. Il premio è stato quindi assegnato ad un altro concorrente.
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Alcuni mesi dopo, a Sidney in Australia, durante un concorso minore organizzato dal laboratorio fotografico Charing Cross Photo dedicato alle migliori fotografie di moda locali, un’altra immagine, presentata dall’attrice Suzi Dougherty, è stata squalificata dalla selezione in quanto ritenuta realizzata dall’IA. In realtà, come emerso successivamente, l’immagine è una fotografia autentica scattata dalla Dougherty. La giuria si è giustificata affermando di essere stata condizionata dalla “paranoia” dell’utilizzo dell’IA anche nei concorsi di fotografia perché, nel caso specifico, la sensazione generale dell’immagine, in cui sono stati utilizzati anche due manichini, sembrava finta.
IA e immagini, un binomino vischioso
Questi episodi, rappresentativi dell’effetto che l’IA per la produzione di immagini sta producendo nel settore della fotografia d’autore e nei concorsi ad essa dedicati, pongono diversi interrogativi. Al di là del chiedersi come l’IA possa vincere un concorso di fotografia così prestigioso come i Sony Awards o come una giuria tecnica non riesca a riconoscere la differenza tra una fotografia autentica e un’immagine realizzata dall’IA il tema vero è: le immagini realizzate dall’IA sono fotografia?
Sicuramente l’IA ha raggiunto un alto livello, in alcuni casi, nel concepimento e nella realizzazione dell’immagine molto vicino a quello che può raggiungere un fotografo professionista con l’impiego di una buona macchina fotografia.
In estrema sintesi, attraverso le reti generative è sufficiente inserire le parole chiave del soggetto o dell’idea da rappresentare e l’IA elabora da sola delle immagini pertinenti in alta definizione prelevando da internet quelle che rispondono ai criteri, integrandole con una componente autoprodotta e ottimizzando le dimensioni del file in modo che possano tranquillamente essere salvati nella memoria anche di smartphone.
E quindi, l’intelligenza artificiale può essere considerata fotografia?
Ma stiamo parlando della stessa cosa?
La risposta, dunque, alla domanda iniziale (l’IA è fotografia?) è no, visti anche gli esiti degli episodi descritti. Suzi Dougherty quando ha dovuto giustificarsi per l’autenticità della sua fotografia ha dichiarato di aver scattato la foto con il suo smartphone e che i processi di intelligenza artificiale sono sempre più utilizzati nelle fotocamere e nelle fotocamere dei telefoni anche se nel suo caso l’immagine scattata è autentica. Mentre nel caso di Eldagsen e dell’immagine prodotta dall’IA, ma presentata come fotografia, l’autore tedesco, che tra l’altro è uno dei maggiori esperti sul fronte del rapporto tra IA e fotografia, ha motivato il mancato ritiro del premio affermando che “l’Intelligenza artificiale non è fotografia” e quindi il premio non gli spettava. Secondo il fotografo il futuro dell’IA non è quello di competere nei concorsi dedicati alla fotografia trattandosi di entità diverse.
Dal punto di vista di chi la fotografia la colleziona e la acquista per passione o investimento è chiaro che il tema può generare una certa incertezza. In realtà, le immagini realizzate dall’IA e quelle fotografiche rappresentano due distinte categorie. Con ogni probabilità si svilupperà un collezionismo dedicato alle immagini realizzate dall’IA e un suo mercato distinto da quello della fotografia d’autore. La difficoltà sarà quella di capire come distinguere le une dalle altre.
Per quanto riguarda l’evoluzione degli strumenti digitali utilizzati per fotografare che porteranno a una probabile integrazione dell’IA di ausilio al fotografo si può parlare di un processo tecnologico da cui sarà impossibile sottrarsi per gli artisti. Visti anche gli ingenti investimenti fatti dalle case internazionali del settore. E sarà una fase nuova del medium.