L’ultimo mese dell’anno si preannuncia con il botto per i fondi obbligazionari. A ottobre, secondo le stime di Morningstar, gli investitori europei hanno versato 41,8 miliardi di euro netti nel reddito fisso, il miglior risultato mensile da luglio 2019.
Dall’inizio dell’anno, i flussi verso questa asset class hanno superato i 300 miliardi netti, contro i 114,8 miliardi dei fondi azionari (vedere grafico qui sotto delle macro-categorie di Morningstar per i fondi domiciliati in Europa).
Le macro-categorie dei fondi domiciliati in Europa
A ottobre, colpisce soprattutto il dato di raccolta dei fondi obbligazionari governativi euro (5,3 miliardi), perché si tratta del miglior risultato mensile da quando Morningstar analizza i flussi nel risparmio gestito europeo, ossia dal 2007. Da gennaio, le strategie che investono in titoli di Stato dell’eurozona hanno ricevuto sottoscrizioni nette per 14,7 miliardi.
I fondi obbligazionari che hanno raccolto di più nel 2024
A poche settimane dalla fine del 2024, possiamo, comunque, dire che ci sono diverse categorie del reddito fisso che primeggiano per raccolta.
I flussi maggiori si sono diretti verso i fondi obbligazionari a scadenza (fixed term bond), ossia quei comparti che hanno una durata prestabilita e un portafoglio di bond in linea con la loro scadenza. Nei primi 10 mesi dell’anno, hanno ricevuto flussi per 42,8 miliardi, risultando la miglior categoria obbligazionaria in Europa.
Al secondo posto troviamo i fondi obbligazionari euro ultra-short term con una raccolta netta stimata in 25,6 miliardi da gennaio 2024. Si tratta di strategie che investono in bond a brevissima scadenza, con una maturity aggragata di portafoglio inferiore a dodici mesi.
Infine, al terzo posto per flussi netti da inizio anno, si collocano gli euro corporate bond, che hanno il focus sulle emissioni societarie (21,8 miliardi da inizio anno).
Quanto ha reso il mercato obbligazionario nel 2024?
Gli investitori europei sono entrati sull’obbligazionario in un contesto che non era più quello dei tassi a zero, per via del ciclo rialzista intrapreso dalla Banca centrale europea (Bce) a luglio 2022, che è durato fino al giugno di quest’anno, quando è arrivato il primo taglio.
In questo contesto, l’indice Morningstar Global core bond, rappresentativo dei titoli obbligazionari investment grade mondiali, ha guadagnato il 4,54% in euro da inizio anno, mentre il Morningstar Eurozone core bond è salito del 3,32% (al 28 novembre).
Le performance del mercato obbligazionario da inizio 2024
“I rendimenti obbligazionari sono stati largamente positivi negli ultimi 12-18 mesi, anche se non in modo lineare. I livelli più elevati di carry e di rendimento creano un contesto migliore rispetto a quello che abbiamo avuto nel fixed income per alcuni anni, ma ciò comporta una maggiore volatilità, visto che il mercato cerca di anticipare se i cambiamenti nella curva dei rendimenti negli Stati Uniti avranno un impatto altrove”, ha commentato in una nota Nick Hayes, head of active fixed income allocation and total return di Axa Im Core, all’indomani delle elezioni americane.
Quanto rendono i fondi obbligazionari?
Come sono andati i fondi obbligazionari che hanno catturato più flussi dagli investitori europei?
Per quanto riguarda i fondi a scadenza, non è possibile parlare di performance medie perché all’interno della categoria sono presenti strategie con scadenze differenti e tipologie di bond diversi.
Gli obbligazionari a brevissimo termine, invece, hanno reso in media il 3,69%. I fondi con focus sui corporate bond in euro sono saliti del 4,72% (al 28 novembre).
È stato più contenuto il rialzo dei comparti specializzati sui titoli di Stato in euro (+2,29%), che non sono – almeno per il momento – riusciti ad avvicinarsi ai risultati ottenuti nel 2023 (+6,2%). Bisogna, però, ricordare che il 2022 era stato un anno terribile per queste strategie con perdite medie superiori al 15%.
Tra le principali categorie del reddito fisso in euro, le migliori performance sono state messe a segno dalle strategie specializzate sulle obbligazioni subordinate, con rendimenti medi superiori al 9%.
“Nell’attuale contesto di spread ristretti, riteniamo si possa trovare valore nelle emissioni subordinate del settore finanziario di società solide di alta qualità, con call date a breve e carry elevato”, hanno scritto in una nota gli esperti di Plenisfer Investments Sgr.
Anche i fondi obbligazionari high yield in euro hanno avuto un anno di rendimenti solidi (+6,91% in media al 28 novembre). “I fondamentali delle società europee hanno raggiunto un punto di svolta, ma rimaniamo ottimisti sull’high yield europeo in quanto la qualità del credito è buona, i fattori tecnici sono attraenti e la Bce non fa mancare il suo sostegno”, spiega il team sul reddito fisso di Jp Morgan asset management nel bollettino del 13 novembre.
Infine, è da segnalare il buon andamento dei fondi obbligazionari flessibili in euro (+5,13%). Si tratta di strategie in cui il gestore può spaziare su diverse tipologie di bond e che possono anche comportare rischi significativi di elevata esposizione a emissioni non investment grade o emergenti.
Idee di investimento nel reddito fisso al di fuori dell’euro
Al di fuori dell’universo del reddito fisso europeo, gli investitori che hanno scelto il debito dei mercati emergenti hanno registrato rendimenti medi vicini al 12% nel corso dell’anno. Su questo fronte, le prospettive sembrano essere ancora positive. “Si prevede che le banche centrali di questi paesi allenteranno le loro politiche monetarie a ritmi più blandi rispetto alla Fed viste le dinamiche idiosincratiche, col probabile risultato di aumentare l’attrattività del debito”, afferma Vincent Mortier, cio di Amundi, nella sua Global investment views di novembre.
Per quanto riguarda il reddito fisso denominato in dollari, i rendimenti medi più elevati si sono registrati dal segmento high yield (+12,16% in euro). “Gli spread sono attualmente ridotti nel mercato high yield statunitense, ma c’è ancora margine per un ulteriore restringimento in risposta al miglioramento delle prospettive di crescita. Questo dovrebbe favorire migliori risultati aziendali, tassi di default più bassi e dinamiche domanda/offerta favorevoli. Inoltre, anche se gli spread non dovessero restringersi ulteriormente, gli investitori beneficerebbero comunque di cedole generose senza le preoccupazioni di una recessione imminente”, scrive Andrew Lake, head of fixed income, Mirabaud asset management. “Da tempo siamo positivi sull’high yield statunitense e la vittoria di Trump non fa che rafforzare ulteriormente la tesi d’investimento per questa asset class”.