La capitalizzazione del Bitcoin in rapporto al resto del mercato, nota come Bitcoin dominance, è in forte riduzione: da inizio anno è passata dal 71% al 41%. Solo nel 2018, dopo lo scoppio della prima grande bolla, era stata più bassa
Ecco cosa significa questo fenomeno per chi è alla ricerca di opportunità di guadagno nel mondo delle criptovalute
Secondo i dati TradingView, la capitalizzazione del Bitcoin a inizio anno costituiva oltre il 71% del mercato delle criptovalute. Oggi (3 settembre) tale percentuale, nota come Bitcoin dominance, si è ridotta al 41%.
Nello stesso periodo, Ethereum (o meglio, Ether), la principale rivale della moneta inventata da Satoshi Nakamoto, è passata dal rappresentare il 10,8% della capitalizzazione crypto complessiva al 20,5%. Il fenomeno riguarda, tuttavia, la gran parte delle alt-coin. Anche escludendo i nomi più noti come (Xrp, Cardano, Dogecoin, Tether, Binance coin) l’insieme delle criptovalute “minori” ha incrementato la propria rilevanza, sempre in termini di capitalizzazione sul totale, dal 6,4% circa al 13% attuale.
Rispetto al suo massimo storico toccato lo scorso 13 aprile, la capitalizzazione del Bitcoin si è ridotta (al 9 settembre) del 20,59% in termini assoluti. Nello stesso periodo, la capitalizzazione di tutto l’universo crypto, escluso il Bitcoin, è aumentata del 44% ed è prossima ad aggiornare il massimo storico toccato lo scorso 14 maggio (un mese dopo il picco del Btc).
Il declino del peso relativo del Bitcoin è, nel lungo periodo, un fattore fisiologico dovuto all’aumento delle alternative disponibili. Tuttavia, negli ultimi mesi il fenomeno è stato talmente evidente da suggerire spiegazioni differenti. A frenare la corsa della più famosa criptovaluta potrebbe aver contribuito la crescente consapevolezza del suo impatto ambientale. Il sistema di consenso noto come proof of work, che per il momento sembra il più “sicuro”, è anche responsabile dell’ingente consumo energetico necessario al processo delle transazioni sulla blockchain.
Le alternative a questo modello, tuttavia, stanno conquistando sempre più visibilità. La stessa Ethereum ha annunciato entro l’anno il passaggio al sistema proof of stake, che consentirebbe di ridurre drasticamente l’energia elettrica consumata da questa blockchain. Altre novità promettenti come Polkadot, e la sua blockchain facilmente estendibile e scalabile promettono caratteristiche funzionali preferibili a quelle della blockchain originaria introdotta con in Bitcoin. Il possibile successo di queste ed altre alternative, potrebbe aver spinto alla maggiore diversificazione osservata negli ultimi mesi.
Lo spazio che il Bitcoin potrà mantenere in futuro, secondo l’analista, sarà quello di una “riserva di valore in grado di coprire dal rischio-inflazione”. Questo argomento trae fondamento dall’offerta programmaticamente sempre più limitata di Bitcoin, che dovrebbe, in teoria, mantenere artificialmente bassa la nuova disponibilità di questa moneta rispetto a quanto potrebbe crescere la sua domanda. Questo meccanismo sosterrebbe, nel tempo, un costante apprezzamento del Bitcoin rispetto alle monete tradizionali. Molte altre variabili, tuttavia, possono scompaginare tale equilibrio, a partire dalla costante minaccia di strette regolatorie sul Bitcoin e le altre criptovalute.