- L’appuntamento si apre con un resoconto degli impegni assunti in materia di finanza sostenibile da Maria Luís Albuquerque, designata da Ursula von der Leyen per ricoprire la carica di commissaria europea per i servizi finanziari
- Asmundo: “Dal 1° gennaio 2026 tutte le aziende finanziarie e non finanziarie riporteranno gli indicatori di performance relativi all’allineamento delle proprie attività e investimenti ai sei principi tassonomici”
Il quadro normativo sulla finanza sostenibile, sia lato investitori che lato aziende, continua ad arricchirsi: la timeline dell’Esma, l’autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, sulle future scadenze da qui al 2029 si dimostra stringente. A ripercorrerne le tappe è il Forum per la finanza sostenibile che, in occasione della tredicesima edizione delle Settimane Sri, rende accessibili a tutti Mezz’ora (in più) di finanza sostenibile, il consueto aggiornamento mensile sulle ultime novità di policy solitamente riservato ai propri soci.
Gli impegni di Maria Luís Albuquerque
L’appuntamento si apre con un resoconto degli impegni assunti in materia di finanza sostenibile da Maria Luís Albuquerque, designata da Ursula von der Leyen per ricoprire la carica di commissaria europea per i servizi finanziari. “Si sottolinea la necessità di consolidare il quadro normativo, semplificando le regole esistenti e supportandone l’attuazione su un orizzonte quinquennale”, racconta Alessandro Asmundo, senior policy officer del Forum per la finanza sostenibile. La commissaria, continua l’esperto, pone inoltre un’attenzione particolare e trasversale sia sulle questioni di genere sia su quelle generazionali nell’ambito della cosiddetta “transizione giusta”. In più, si è passati da un concetto di “Capital markets union” a un concetto di “Savings and investments union”, evidenziando il ruolo chiave che i cittadini possono rivestire in materia di investimenti sostenibili.
“Quanto alla Sustainable finance disclosure regulation, la commissaria sottolinea la necessità di valutare la fattibilità di un sistema di categorizzazione semplice che la sganci dall’utilizzo distorto che ne è stato fatto finora”, spiega Asmundo. “Sul fronte della Tassonomia, per la commissaria è necessario includere più attività economiche per coprire una sfera più ampia. In più, si evidenzia la necessità di utilizzare termini semplici e significativi relativi alla Do not significant harm e di garantire una piena credibilità nel percorso di transizione”. Saranno inoltre proposte delle linee guida ulteriori per l’utilizzo di standard di reporting in riferimento alla Corporate sustainability reporting directive, alla Tassonomia e all’utilizzo degli European green bond standards. Infine, si sottolinea la necessità di migliorare l’interoperabilità tra standard europei e internazionali.
La timeline dell’Esma sulla finanza sostenibile
Fatte queste premesse, al di là degli impegni di Albuquerque per i prossimi cinque anni, Asmundo osserva come la timeline dell’Esma sulla finanza sostenibile sia particolarmente stringente. Le novità introdotte recentemente sono complesse, continua l’esperto, e necessiteranno di un lavoro di fine-tuning nel renderle operative man mano che verranno dispiegate. Intanto, il 1° gennaio 2026 entrerà in vigore la piena operatività della Tassonomia europea: tutte le aziende finanziarie e non finanziarie riporteranno gli indicatori di performance relativi all’allineamento delle proprie attività e investimenti ai sei principi tassonomici. “Sulla Sfdr resta un punto interrogativo”, evidenzia Asmundo. “L’inizio dei lavori per la revisione è previsto teoricamente intorno alla metà del 2025, quando saranno accolti tutti i commenti arrivati dalle diverse fonti”, fa presente l’esperto.
Fonte: Forum per la finanza sostenibile
Le priorità dell’Esma sulla reportistica
Intanto, è stato pubblicato recentemente un report dell’Esma sulle priorità comuni a livello europeo in tema di attività di vigilanza e controllo nell’ambito della reportistica su tre macroaree:
- materialità: viene sottolineato come l’analisi dev’essere supportata da informazioni dettagliate, specifiche e quantitative. Il consiglio dell’Esma è seguire pedissequamente le linee guida dell’Efrag sull’implementazione degli Esrs, gli standard europei per la rendicontazione sulla sostenibilità. Viene inoltre sottolineato come siano fondamentali le iniziative e le attività di engagement con gli stakeholder impattati dalle attività dell’impresa;
- la struttura del reporting di sostenibilità secondo la Csrd: viene sottolineato come siano necessarie informazioni quantitative e un quadro sintetico dei contenuti che consenta ai fruitori dei report di muoversi agevolmente tra i dati;
- tassonomia: le informazioni sull’analisi relativa alla catena del valore devono essere credibili anche nel periodo transitorio di tre anni concesso. Occorre dimostrare infatti che ci si sta attivando per valutare al meglio quegli aspetti. Quanto all’ammissibilità per più obiettivi, viene richiesta una valutazione e disclosure per ciascuno di essi.
La limited assurance per i bilanci di sostenibilità
Un altro aspetto affrontato nell’ambito del webinar è la pubblicazione di linee guida non vincolanti sulla limited assurance prevista per i bilanci di sostenibilità. “Dal 1° gennaio 2024 le grandi imprese hanno già iniziato a redigere le dichiarazioni di sostenibilità conformi agli European sustainability reporting standards previsti dalla Csrd”, interviene Miriam Santoro, policy officer del Forum per la finanza sostenibile. “Queste dichiarazioni dovranno essere sottoposte a verifiche da parte dei revisori legali o altri fornitori di servizi di assurance. Inoltre, la Csrd prevede che entro il 1° ottobre 2026 la Commissione europea adotti degli standard uniformi su questo tema”. Le linee guida forniscono intanto informazioni dettagliate sul ruolo dei revisori, tenuti a garantire che le informazioni riportate dall’impresa siano prive di errori o omissioni che possano influenzare le decisioni degli stakeholder. Inoltre, dovranno segnalare eventuali irregolarità ed eventualmente eseguire ulteriori procedure per rispondere ai rischi individuati.
Lo standard volontario per obiettivi net-zero
Un altro aggiornamento riguarda lo sviluppo del primo standard volontario per obiettivi net-zero basati sulla scienza per il settore finanziario approvato dalla Science-Based Targets Initiative. “Si tratta di una bozza, si attende la versione definitiva nei prossimi mesi”, precisa Santoro. “Sarà uno standard volontario e includerà una serie di requisiti”. Le regole proposte stabiliscono infatti che le istituzioni finanziarie che vorranno adottare obiettivi net zero in linea con questo standard dovranno interrompere il finanziamento di nuovi progetti di combustibili fossili e allineare le loro esposizioni attuali con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale entro gli 1,5°C. “È necessario quindi che adottino piani per eliminare attività legate al carbone entro il 2030 nei paesi Ocse ed entro il 2040 negli altri paesi”, afferma Santoro.
Lo standard si applica a enti che generano il 5% o più dei loro ricavi da attività di prestito, investimento, sottoscrizione assicurativa e/o attività nei mercati dei capitali. È strutturato intorno a cinque risultati chiave che si traducono in una serie di requisiti e raccomandazioni per raggiungere l’obiettivo net-zero:
- dimostrare la leadership climatica a livello di entità, impegnandosi nella transizione net-zero e integrando nella governance le considerazioni climatiche;
- aumentare la portata, la qualità e la trasparenza del loro inventario sulle proprie emissioni nel tempo;
- fissare obiettivi di allineamento climatico;
- fissare obiettivi benchmark basati su un elenco predefinito di settori ad alta intensità di emissioni;
- e garantire che i progressi rispetto agli obiettivi climatici siano tracciabili e accessibili attraverso la disclosure.
“Come ultimo aggiornamento segnaliamo che sono stati pubblicati standard tecnici per l’attuazione del Punto di accesso unico europeo. Si tratta di un sistema che garantirà l’accesso gratuito, centralizzato e digitale delle informazioni finanziarie e di sostenibilità rese pubbliche dalle imprese europee, fondamentale per facilitare il processo decisionale sia degli operatori finanziari sia degli investitori retail. Le ESAs inizieranno a raccogliere le informazioni nel luglio 2026 e le prime verranno pubblicate nel 2027”, conclude Santoro.