La reazione di mercato è stata compatibile con un messaggio “falco”: la proiezione mediana per i tassi a fine anno dei membri del Fomc è rimasta invariata rispetto a giugno: un ultimo rialzo resta sul tavolo, mentre meno tagli sarebbero in arrivo nel 2024
L’euro ha ridimensionato i guadagni sul dollaro, mentre il rendimento del Treasury decennale ha avuto un’effimera oscillazione verso l’alto. Wall Street non ha gradito l’esito della riunione
Da qui in avanti, la discussione si concentrerà sulla la persistenza del livello più elevato dei tassi, prima che si proceda con i tagli. Su questo punto il dot plot ha fornito un’indicazione più restrittiva rispetto alle previsioni di giugno: il tasso mediano proiettato a fine 2025 è salito dal 3,4 al 3,9%
L’ipotesi di un futuro rialzo rimane in campo, ma per adesso può bastare così: la Federal Reserve, come ampiamente anticipato, ha lasciato i tassi invariati sul range 5,25-5,5%. Di fronte ai progressi osservati finora sull’economia, con l’abbassamento degli squilibri nel mercato del lavoro, e il calo dell’inflazione di fondo, Jerome Powell e colleghi hanno optato per un rallentamento nel ciclo di rialzi.
Ancor più importante della decisione odierna sui tassi, ormai scontata, è lo scenario previsto nel cosiddetto dot plot dei membri del comitato; per 12 su 19, esattamente come nel giugno scorso, prevedono un ulteriore rialzo dei tassi entro l’anno. Il Fomc avrà due occasioni per deciderlo: a novembre o a dicembre.
Se l’ultimo rialzo da 25 punti base dovesse avvenire, due tagli di pari entità dovrebbero farsi largo entro la fine del prossimo anno: la proiezione mediana del dot plot indica che al termine del 2024 il livello dei tassi sarebbe pari al 5%. “Vedete che la maggioranza dei partecipanti ritiene più probabile che sarà appropriato per noi alzare i tassi ancora una volta nelle due riunioni rimanenti di quest’anno”, ha confermato in conferenza stampa il presidente Powell. Il dot plot, ha ribadito il numero uno dell Fed, non è “un piano” d’azione, ma rappresenta le aspettative aggiornate al presente – che resteranno suscettibili di modifiche a seconda dei dati che arriveranno dall’economia.
“Il Comitato continuerà a valutare le informazioni aggiuntive e le loro implicazioni per la politica monetaria”, si legge nel comunicato del Fomc, “nel determinare l’entità dell’ulteriore inasprimento della politica che potrebbe essere appropriato per riportare l’inflazione al 2% nel tempo, il Comitato terrà conto dell’inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull’attività economica e sull’inflazione e degli sviluppi economici e finanziari”.
Espressioni in continuità con quelle del passato, anche se per gli operatori manca al massimo un ultimo passo prima della definitiva conclusione del ciclo di rialzi.
Da qui in avanti, la discussione si concentrerà sulla la persistenza del livello più elevato dei tassi, prima che si proceda con i tagli. Su questo punto il dot plot ha fornito un’indicazione più restrittiva rispetto alle previsioni di giugno: il tasso mediano proiettato a fine 2025 è salito dal 3,4 al 3,9%.
La diagnosi della Fed
“Gli indicatori recenti indicano che l’attività economica si è espansa a un ritmo sostenuto. L’aumento dei posti di lavoro è rallentato negli ultimi mesi, ma rimane forte e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L’inflazione rimane elevata” ha riassunto il Fomc aprendo la sua nota, “il sistema bancario statunitense è solido e resistente. Le condizioni di credito più rigide per le famiglie e le imprese potrebbero pesare sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. L’entità di questi effetti rimane incerta”.
Nel frattempo, gli economisti della Fed hanno rivisto le proprie proiezioni macroeconomiche. La crescita del Pil americano è prevista in maggior rialzo sia per quest’anno sia per il 2024, con un incremento della disoccupazione più contenuto rispetto a quanto previsto nelle precedenti proiezioni di giugno (raggiungerà il 4,1% dal 3,8% registrato ad agosto).
Nel quarto trimestre l’inflazione di fondo Pce prevista dai funzionari della Fed è scesa dal 3,9% al 3,7%.
LE OPPORTUNITÀ PER TE.
Come si aggiustano gli investimenti quando l’inflazione tende a diminuire?
E’ un buon momento per investire in obbligazioni a lunga scadenza?
Gli advisor selezionati da We Wealth possono aiutarti a trovare le risposte che cerchi.
TROVA IL TUO ADVISOR
La strada che ha portato alla “pausa”
Alla vigilia della riunione del Fomc la maggioranza degli investitori e degli analisti aveva pienamente prezzato la decisione di lasciare i tassi invariati, anche il messaggio lanciato dal presidente Powell non avrebbe chiuso la porta alla possibilità di un ulteriore rialzo da qui alla fine dell’anno.
L’attesa di una revisione “migliorativa” sulla crescita e sull’inflazione è stata rispettata con le nuove proiezioni elaborate dagli economisti della Fed. Ad agosto l’indice dei prezzi al consumo americano è accelerato su base mensile a causa dei rincari energetici, superando di poco le attese. Nessuna sorpresa, invece, c’era stata sul fronte dell’inflazione di fondo, che indica le componenti più stabili del paniere, con un calo su base annua dal 4,7 al 4,3%.
L’incremento dei salari, nel frattempo, è rallentato dal 5,7 al 5,3% fra luglio e agosto, mentre i nuovi posti di lavoro creati (fuori dal comparto agricolo) sono stati 187mila ad agosto: anche se il dato è stato superiore alle attese le letture dei due mesi precedenti sono state ampiamente al ribasso e il tasso di disoccupazione è risalito al 3,8%.
Con queste premesse abbastanza incoraggianti sull’ipotesi che l’inflazione e l’economia stiano andando gradualmente nella direzione sperata, con un raffreddamento controllato, gli investitori avevano largamente anticipato una riunione di “attesa” sui tassi. Nelle ore precedenti alla pubblicazione del comunicato del Fomc il Cme Fed Watch tool, che indica le probabilità sulle decisioni sui tassi implicite negli investimenti sui future, stimava le chance di un nuovo rialzo dei tassi entro l’anno poco al di sopra del 40%. Da questa aspettativa si può spiegare la reazione di mercato, che ha giudicato più “falco” del previsto le posizioni assunte dal Fomc in quest’ultima riunione.