- Fazi: “Abbiamo pensato di addestrare i modelli, così come li avevamo addestrati in ambito investimenti, anche nel wealth: imparando da ciò che fanno i nostri consulenti”
- Individuare le soluzioni più coerenti a soddisfare le esigenze dei clienti attraverso l’Ai è la frontiera su cui Azimut ha deciso di investire con la partnership con Wealthype
In Azimut Capital Management il cammino nell’intelligenza artificiale affonda le sue radici nel tempo. “Siamo partiti diversi anni fa dall’Ai di tipo predittivo”, racconta Marco Fazi, amministratore delegato di Azimut Capital Management, intervenuto in occasione dell’evento Ai Revolution: il futuro del wealth management passa da qui organizzato da We Wealth in partnership con Accenture. Poi, durante la pandemia di covid-19, l’intuizione: fare leva sulla formazione dei suoi consulenti finanziari per applicare l’esperienza accumulata fino ad allora anche nel wealth management.
“Così abbiamo pensato di addestrare i modelli, così come li avevamo addestrati in ambito investimenti, anche nella gestione patrimoniale”, ricorda Fazi. Innanzitutto, costruendo dei database: una base dati sui clienti (a partire dalla profilatura Mifid), una base dati sui consulenti finanziari (su come seguono i clienti nel tempo), una base dati sui prodotti (non solo sulle performance ma anche sulle caratteristiche, come l’importo minimo di investimento) e una sui mercati finanziari. Dopodiché, sono state individuate delle priorità, partendo da quelle applicazioni che avessero un impatto percepibile nell’immediato dai banker. “Il tutto in un’architettura che già vedeva gli albori degli algoritmi Gpt che sarebbero arrivati più tardi e che ci hanno consentito, in una seconda fase, di sviluppare delle domande che potessero essere interpretate in maniera efficiente accedendo ai database che avevamo costruito”, afferma Fazi.
Così si personalizza il servizio
La personalizzazione del servizio offerto alla clientela parte infatti da un’integrazione delle diverse basi di dati sviluppate. “Si parte dalle esigenze del singolo cliente, le sue caratteristiche anagrafiche, gli eventi che intervengono nel corso della sua vita nonché i suoi comportamenti in termini di educazione finanziaria e di reazione a eventi finanziari”, spiega il ceo. “Questo ci consente di approfondire il tema dei suoi potenziali bisogni addestrando i modelli partendo da quello che fanno oggi i consulenti finanziari”. Individuare le soluzioni più coerenti a soddisfare le esigenze dei risparmiatori attraverso l’Ai è infatti la frontiera su cui Azimut ha deciso di investire anche con la partnership con la fintech Wealthype.
La partnership con Wealthype
All’inizio dello scorso anno il gruppo, attraverso la sua controllata Azimut Enterprises, ha infatti annunciato l’acquisizione in aumento di capitale dell’ormai ex Virtual B, azienda di wealthtech specializzata in intelligenza artificiale e data analytics per il settore del wealth management. Nelle intenzioni della rete, spiega Fazi, vi è di fatto un focus che vada oltre il “semplice rapporto dimensionale rischio-rendimento” e che abbracci la complessità del singolo individuo. I bisogni dei clienti sono dunque mappati e successivamente misurati attraverso degli indicatori di benessere finanziario, laddove con benessere finanziario si intende la capacità di soddisfare le esigenze presenti e future dei clienti stessi. “Così ci avviciniamo a quel concetto di pianificazione finanziaria che viene messo in pratica attraverso i dati”, conclude Fazi.