- Il punto di partenza è la linea pro-dazi ribadita dall’ex presidente anche in occasione del confronto televisivo con la Harris e, in particolare, l’imposizione di una tariffa del 10% su tutte le merci importate
- Goldman Sachs stima un impatto potenziale sul pil dell’area euro di circa l’1%. In più, le previsioni indicano che il programma elettorale di Trump farebbe aumentare l’inflazione di 0,1 punti percentuali
A poco più di un mese dalle elezioni presidenziali statunitensi, continua il testa a testa. Secondo l’ultimo sondaggio condotto da New York Times e Siena College, la vicepresidente Kamala Harris è in leggero vantaggio su Donald Trump nei due stati in bilico del Michigan (48% a 47%) e del Wisconsin (49% a 47%). Un distacco concretizzatosi dopo il primo dibattito tra i due candidati alla Casa Bianca, che ha visto la democratica avere la meglio sul tycoon per il 63% dei telespettatori. E se la situazione si ribaltasse, da qui a novembre?
Elezioni Usa: la linea pro-dazi di Trump
Ad analizzare i potenziali effetti sull’economia e sui mercati finanziari è una recente analisi dal titolo The economic consequences of Mr Trump, condotta da Goldman Sachs. Il punto di partenza è la linea pro-dazi ribadita dall’ex presidente anche in occasione del confronto televisivo con la Harris e in particolare l’imposizione di una tariffa del 10% su tutte le merci importate. Guardando al passato, la prima elezione di Trump nel 2016 ha avuto ricadute importanti sull’economia mondiale e in particolare sull’Europa. Dopo una serie di stimoli fiscali su larga scala, l’economia americana ha registrato una ripresa significativa nel 2017, favorendo le esportazioni e l’attività industriale in tutto il Vecchio Continente. Ma l’economia dell’area euro ha incassato un brusco rallentamento nel biennio successivo, quando Trump ha avviato una guerra commerciale con la Cina, minacciato dazi su larga scala sui beni europei e messo in discussione l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della Nato.
Come anticipato, il magnate ha promesso politiche simili per il suo secondo mandato che, avverte Goldman Sachs, potrebbero avere ricadute profonde sull’Europa. Analizzando i dati dal 1987 a oggi, la banca d’affari stima un impatto potenziale sul prodotto interno lordo dell’area euro di circa l’1%. In più, le previsioni suggeriscono che il programma elettorale di Trump farebbe aumentare l’inflazione di 0,1 punti percentuali, rafforzando l’ipotesi di una prosecuzione dei tagli dei tassi di interesse firmati Bce nel 2025.
Gli effetti sui mercati finanziari
Un’eventuale vittoria di Trump alle elezioni di novembre, secondo un altro studio di Goldman Sachs intitolato Trade, Trump, geopolitics and Europe, impatterebbe anche sui mercati finanziari. Proviamo nuovamente a guardare alla storia. Tornando alle tariffe introdotte nel 2018-2019, all’epoca i mercati emergenti incassarono le performance peggiori, in particolare la Cina. L’Europa si collocò nel mezzo, mentre gli Stati Uniti e la Gran Bretagna subirono i minori contraccolpi. Quanto ai settori azionari, i difensivi come utility, healthcare o le cosiddette “Granolas” (le farmaceutiche Gsk e Roche, l’olandese Asml, le svizzere Nestlé e Novartis, la danese Novo Nordisk, le francesi L’Oréal e Lvmh, la britannica AstraZeneca, la tedesca Sap e infine Sanofi) tendono a essere i principali beneficiari dell’aumento del rischio commerciale, secondo i ricercatori. Al contrario, i titoli ciclici (come automotive, industria e finanza) tendono a essere correlati negativamente con l’incertezza sul fronte delle tariffe.
Tassi giù? Gli effetti sulle small cap
In uno scenario di ritorno dei dazi e rallentamento della crescita europea, dunque, per i ricercatori la Bce potrebbe tagliare i tassi più rapidamente nel 2025. In uno scenario come questo, le banche, sebbene “non siano probabilmente colpite direttamente dai dazi come potrebbero esserlo altri settori, tutto ciò che riduce la crescita, aumenta l’incertezza e riduce i tassi sarebbe negativo”, si legge nel rapporto. Al contrario, tassi in calo andrebbero “probabilmente a vantaggio delle small cap”, aggiungono gli economisti. “Tuttavia, le small cap sono anche molto sensibili alla crescita economica e riteniamo non siano un modo ovvio per proteggere i rendimenti in caso di una rielezione di Trump”.