L’obsolescenza del patrimonio immobiliare italiano rende urgente la conversione al paradigma di edificio intelligente
– La filiera dello smart building in Italia coinvolge 35 settori e 180 sotto-settori economici, tra tecnologie, prodotti, software e servizi di supporto, per un totale di 350 mila aziende attive
Trentacinque settori e 180 sotto-settori economici, tra tecnologie, prodotti, software e servizi di supporto, per un totale di 350 mila aziende attive, che impiegano 626mila occupati e generano 130 miliardi di euro di fatturato e 39 miliardi di valore aggiunto. Questa la fotografia della dimensione della filiera estesa dell’edificio intelligente (smart building), che è stata scattata – per la prima volta in Italia – dalla Community smart building di The European House di Ambrosetti.
Di cosa si tratta?
Di una filiera che in Italia è capillare e diffusa lungo tutto il territorio nazionale, con il 31% delle aziende operanti nel Nord Ovest, il 21,7% nel Nord Est, il 23,7% e il 23,6% rispettivamente al Centro e al Sud e nelle Isole”, ha risposto Lorenzo Tavazzi, partner di The European House Ambrosetti, anticipando alcuni dati che verranno poi illustrati il 4 maggio in occasione del Forum Finale a Roma.
L’edificio intelligente dimostra di avere, quindi, rilevanti ricadute a livello economico e occupazionale per il nostro Paese. Non tutti, però, sanno cosa siano gli edifici intelligenti e quali e quanti vantaggi possano portare.
Cosa si intende con edificio intelligente?
Con questo termine (in inglese smart building) si intende una costruzione o una struttura produttiva in cui le varie informazioni e operazioni di gestione e utilizzo di tutti gli asset contenuti nell’edificio sono economicamente efficienti e forniscono servizi ottimali e dove le varie funzionalità possono essere controllate tramite la tecnologia. Inoltre, i consumi energetici sono ottimizzati e sostenibili.
Investire nella filiera dello smart building: impatti sul territorio
L’investimento nella filiera dello smart building ha un effetto moltiplicatore sull’economia. La conferma arriva proprio dalla ricerca realizzata da The European House Ambrosetti, dalla quale emerge che per ogni 100 euro di investimento diretto nella filiera si attivano ulteriori 187 euro nella filiera collegata e la creazione di 100 posti di lavoro ne genera altri 178. In pratica si fa riferimento all’impatto diretto (derivante dal valore dell’investimento diretto effettuato nella filiera estesa dell’edificio intelligente), indiretto (derivante dall’attivazione delle filiere di fornitura e subfornitura – acquisti di beni e servizi – nazionali legate alle attività della filiera estesa) e indotto (derivante dai consumi generati dagli occupati della filiera estesa, delle filiere di fornitura e subfornitura grazie alle retribuzioni erogate).
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A fare da traino al mercato degli smart building sono sicuramente la realizzazione di nuovi edifici e la ristrutturazione di quelli esistenti, comprese le riqualificazioni di alcune aree dismesse: iniziative che sono al centro delle principali modifiche urbanistiche di molte città italiane dei prossimi anni. L’obsolescenza del patrimonio immobiliare italiano rende, infatti, urgente (anche alla luce della direttiva sulle case green) la conversione al paradigma di edificio intelligente: il 72% del patrimonio edilizio ha più di 40 anni ed è attualmente responsabile del 45% dei consumi energetici e del 18% delle emissioni di Co2.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) rappresenta un’opportunità unica di intervento per il settore, con 13,9 miliardi di euro allocati per efficienza energetica e riqualificazione degli edifici – spiegano da Ambrosetti – Con questi investimenti, la Community ha stimato che sarebbe possibile raggiungere un tasso di rinnovo dell’1,2%, ancora lontano però dall’obiettivo del 2,1% necessario per allinearsi al target europeo. Sussistono inoltre diverse barriere per l’utilizzo di questi finanziamenti e mancano ancora fondi dedicati ai bisogni dell’efficienza idrica. “Investire nel suo rinnovamento secondo criteri di sostenibilità di medio-lungo periodo degli interventi è quindi una priorità strategica”, ha concluso Tavazzi.