La fotografia è stata scattata da uno studio promosso da GoDaddy e condotto dalla società di ricerca Kantar su un campione di circa 5.100 imprese, di cui 1.201 tedesche, 1.303 spagnole e 1.300 tra Italia e Francia
Il 13% delle pmi italiane ha aperto o rafforzato il proprio e-commerce o i propri canali di vendita online, accompagnate dal 12% delle spagnole (quasi il doppio rispetto al 7% delle tedesche e all’8% delle francesi)
Stamerra: “Sebbene i dati mostrino come le chiusure forzate abbiano danneggiato il fatturato di molte aziende, l’Italia è stato il mercato in cui abbiamo notato una risposta più proattiva da parte degli imprenditori”
In questo contesto, le italiane e le spagnole hanno spostato la lente d’ingrandimento sull’implementazione di nuovi prodotti e servizi (rispettivamente per il 78 e il 75% delle intervistate, contro il 52 e il 61% delle tedesche e delle francesi) e sul rafforzamento delle competenze tecnologiche e delle soluzioni digitali (in questo caso si parla del 72 e del 71% per Italia e Spagna, contro il 60 e il 58% di Germania e Francia). Per non dimenticare poi l’ottimizzazione dei costi, citata come priorità per il proprio business dal 15% delle intervistate italiane, dal 6% delle francesi e dal 7% delle spagnole e delle tedesche.
“Durante il lockdown abbiamo assistito a un’accelerazione dell’utilizzo degli strumenti digitali a tutti livelli che ha permesso all’Italia di recuperare un gap tecnologico che scontava da anni, soprattutto nei confronti di altri paesi europei”, osserva Gianluca Stamerra, regional director di GoDaddy per Italia, Spagna e Francia. “Sebbene i dati mostrino come le chiusure forzate abbiano danneggiato il fatturato di molte imprese, l’Italia è stato il mercato in cui abbiamo notato una risposta più proattiva da parte degli imprenditori per trovare nuove aree di business ancora inesplorate”. Certo, aggiunge, bisogna “rendersi conto che la digitalizzazione non è mai una moda transitoria, che scomparirà dopo l’emergenza pandemica”. Al contrario, conclude, “le tendenze a cui assistiamo oggi andranno sempre più a consolidarsi nella nostra quotidianità, diventando irreversibili”.