I mercati obbligazionari sono stati tutt’altro che noiosi nella prima parte del 2025, con i rendimenti che si sono impennati a gennaio, soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, poi sono scesi a febbraio sui timori legati ai dazi di Trump, quindi sono risaliti bruscamente a marzo con l’annuncio della fine del “freno” al debito tedesco e la prospettiva di maggiori spese per la difesa.
Negli ultimi giorni, infine, c’è stato un calo degli yield e un rialzo dei prezzi in seguito all’annuncio dei dazi Usa nei confronti dell’Europa il 2 aprile.
I gestori di fondi obbligazionari non sono rimasti a guardare, ma al contrario hanno cercato di adeguare i portafogli sia vendendo i titoli a più lunga scadenza, sia approfittando dei prezzi più bassi per acquistare e ottenere yield più elevati. La minor flessibilità degli Etf tradizionali, che seguono passivamente un indice di riferimento senza potere fare scelte attive, li ha penalizzati in questa fase di volatilità.
Fondi obbligazionari e titoli di Stato: chi ha vinto e chi ha perso nel primo trimestre?
Se analizziamo la categoria degli obbligazionari governativi, che è stata particolarmente colpita dalla volatilità del primo trimestre 2025, vediamo come il rendimento medio sia stato del -0,92%, ma tra i fondi disponibili in Italia alcuni hanno ottenuto performance positive, anche superiori all’1%, mentre tra gli Etf i risultati migliori sono stati comunque inferiori allo 0,5%.
La gestione attiva, tuttavia, non è una garanzia di guadagni eccellenti e le ragioni possono essere molteplici, dalle scelte del fund manager, alla particolare strategia del fondo. Ad esempio, alcuni fondi governativi euro sono arrivati a perdere più del 2% nel trimestre, facendo peggio della media di categoria (-0,92%). In particolare, è stato un periodo sfidante per i portafogli specializzati sulle emissioni green degli Stati, probabilmente penalizzati dalle loro scadenze molto lunghe.
Le sfide per i gestori obbligazionari non sono cominciate a gennaio di quest’anno, perché anche il 2024 ha riservato opportunità e rischi, tra le divergenze nelle politiche monetarie sulle due sponde dell’Atlantico, la crisi di governo in Germania, le difficoltà della Francia a far quadrare i conti pubblici e la rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca.
Obbligazioni governative: la performance da inizio 2024 ad oggi
Dazi e volatilità: la gestione attiva è la soluzione nei mercati obbligazionari?
Quale lezione abbiamo imparato dal 2024? Il Barometro degli investimenti attivi/passivi, recentemente pubblicato da Morningstar, ha messo in luce come i gestori obbligazionari abbiano avuto un tasso di successo del 53,5% l’anno scorso (il dato è basato sull’analisi delle 21 principali categorie di fondi del reddito fisso). Il dato è superiore al 46,5% di fine 2023.
Per tasso di successo si intende la percentuale di fondi attivi che nel periodo considerato hanno sovraperformato un paniere omogeneo di passivi e non sono stati liquidati o fusi in altri comparti.
Come spiegano gli analisti di Morningstar, i gestori “hanno avuto vita facile” nel creare valore attraverso la gestione della duration. Tuttavia, la seconda parte del 2024 è stata molto più sfidante della prima, quando il loro tasso di successo aveva superato il 58%, un segnale che alcuni di questi manager non sono stati in grado di adattarsi alle condizioni in rapido cambiamento nella seconda metà del 2024.
“Un contesto di cambiamento nelle impostazioni della politica monetaria può essere un’opportunità per i gestori attivi di mettere in mostra le loro capacità rispetto all’approccio rigido delle strategie passive”, commenta Eugene Gorbatikov tra le autrici del Barometro Morningstar. “Ma allo stesso modo, può rivelarsi un campo minato per coloro che sono lenti a reagire ai cambiamenti, in particolare se le condizioni diventano volatili, come è successo nell’ultima parte del 2024”.
Fondi obbligazionari vs Etf: chi vince sui mercati tra dazi e volatilità?
Guardando alle singole categorie di fondi obbligazionari, tra i governativi euro il tasso di successo dei gestori attivi è stato del 38,7% in aumento rispetto al 29,6% di fine 2023, il che dimostra come le giuste strategie di duration possono portare ad aggiungere valore nel breve periodo.
Tuttavia, ci sono due altre categorie dove le capacità dei fund manager sono emerse di più. La prima è quella del credito investment-grade. Il tasso di successo tra gli obbligazionari corporate in euro e globali è stato superiore al 60% nel 2024. La seconda è quella degli high yield bond, all’interno della quale il success rate degli active manager è stato del 64,1%.
Nel lungo termine, il tasso di successo dei gestori attivi si riduce notevolmente, perché il vantaggio del basso costo degli Etf dà un forte contributo alle performance. Il success rate a 10 anni dei gestori obbligazionari è stato, infatti, del 26%. All’interno delle singole categorie, quello degli active manager sui titoli governativi euro è stato del 16,9%, quello delle strategie sui corporate euro e globali intorno al 40% e quello nel segmento degli high yield del 37,7%.
Fondi monetari: sono davvero immuni ai dazi e alla volatilità?
Un discorso a parte vale per i fondi monetari, dove l’approccio passivo non sembra difficile da battere, perché generalmente replica i tassi di interesse interbancari overnight o quelli dei titoli di Stato a brevissimo termine.
“I gestori attivi possono facilmente aumentare il rendimento senza compromettere la natura a breve termine quasi priva di rischio della strategia”, dicono gli analisti di Morningstar. “Il tasso di successo a un anno dei gestori attivi nella categoria del mercato monetario in euro si è attestato al 78,7% nel 2024 e rimane intorno a questo livello elevato su base triennale e quinquennale, scendendo a un ancora elevato 42,9% su un orizzonte temporale di 10 anni, quando si fa sentire pienamente l’effetto delle commissioni più elevate”.
Fondi obbligazionari: perché la gestione attiva batte gli Etf sui bond?
Nel complesso, comunque, i gestori obbligazionari hanno tassi di successo mediamente più alti di quelli azionari (vedere sopra). Il Barometro di Morningstar mostra che nel 2024, il success rate nelle 38 categorie azionarie esaminate è stato del 29,1%, in leggero aumento rispetto al 28,7% di dicembre 2023. Nell’ultimo decennio, il tasso di successo medio dei gestori azionari attivi è stato molto basso, pari al 14,2%.