Oltre 10mila miliardi di dollari potrebbero non essere allocati nel modo ottimale. Perlomeno, buona parte di essi. È questo il patrimonio nei fondi del mercato monetario a livello globale, che nel primo semestre del 2024 ha raggiunto quota 10,6mila miliardi di dollari, crescendo del 15% anno su anno, secondo gli ultimi dati di Fitch Ratings. Cifre importanti, cresciute continuativamente dalla fine del 2019 (quando le masse globali sfioravano quota 6mila miliardi di dollari) a oggi dopo circa un decennio di apatia, sulla scia di politiche monetarie espansive post-Covid, aumento generalizzato dei tassi di interesse e imprevedibilità dei mercati finanziari. Attratti dalle opportunità di stabilità e diversificazione offerte da questi strumenti, gli investitori hanno così aumentato la propria allocazione ai fondi del mercato monetario.
Tuttavia, oggi il contesto è cambiato e i loro obiettivi iniziali – specialmente quello di diversificazione – potrebbero essere meglio serviti da soluzioni differenti. I favoriti? I portafogli multi-asset difensivi. È questa l’opinione di Gianluca Ungari, Head of hybrid portfolio management, Sven Schubert, Head of macro research – quantitative investments e Andrea Gentilini, Head of quantitative investments di Vontobel Institutional Clients. Sono in particolare tre le ragioni dietro tale affermazione: approfondiamole più nel dettaglio.
Fondi del mercato monetario vs multi-asset difensivi
Prima, però, un po’ di dati. Per confrontare le opportunità derivanti da un investimento in fondi del mercato monetario contro uno in un portafoglio multi-asset difensivo, gli esperti di Vontobel IC hanno costruito tre portafogli denominati in euro, ciascuno con il 10% in azioni globali e il 90% in attività a reddito fisso o equivalenti al mercato monetario (il primo investe nell’indice global aggregate bond, il secondo nell’indice global aggregate bond a duration 1-3 anni e il terzo in fondi monetari). Analizzandoli nel dettaglio, non sorprende che a una duration più breve si affianchi un rischio intrinsecamente minore (portafoglio 2) e che alla volatilità minima si affianchino rendimenti relativamente bassi (portafoglio 3).
Sebbene la stabilità offerta dai fondi del mercato monetario risulti interessante per gli investitori alla ricerca di sicurezza, infatti, queste soluzioni perdono nel confronto con strumenti multi-asset difensivi qualora l’obiettivo dell’investitore sia anche quello di ottenere rendimenti più elevati (sempre corretti per il rischio) in ottica di diversificazione, spiegano gli esperti. Rendimenti che – se si osservano i tre portafogli analizzati in confronto con un investimento nel mercato monetario, così come nel grafico sottostante – sono soprattutto saliti a partire dal 2023. Ma quali le ragioni?

Tre fattori da considerare nel confronto
Sono principalmente tre: secondo Ungari, Schubert e Gentilini, esse contribuiscono ad avvalorare la tesi per cui, allo stato attuale, almeno buona parte dei 10mila miliardi di dollari allocati ai fondi del mercato monetario potrebbero meglio raggiungere gli obiettivi desiderati dagli investitori attraverso soluzioni multi-asset difensive.
1. Le prospettive sui tassi di interesse
Il primo fattore riguarda l’andamento dei tassi di interesse da qui al prossimo futuro. “Siamo scettici sulla possibilità di ulteriori rialzi” spiegano da Vontobel IC. “Li abbiamo visti nel periodo 2006-2008 come meccanismo per raffreddare la leva finanziaria dell’economia statunitense e nel 2022-2023 come strumento per controllare l’inflazione dilagante. In entrambi i casi hanno raggiunto i loro obiettivi, ma hanno anche colpito duramente l’economia. Dopo aver subito un tale colpo proprio di recente, non pensiamo che il momento dei rialzi sia vicino. Non è nell’interesse di nessuno innescare una correzione dell’economia in questa fase”.
2. La paura degli investitori
Il secondo fattore riguarda l’incertezza, il motore principale dietro alla paura degli investitori e alle loro scelte tipicamente meno razionali. “Riteniamo che la maggior parte dell’incertezza sia stata eliminata dopo i risultati delle elezioni statunitensi. Con i repubblicani che dominano sia la Camera dei Rappresentanti che il Senato c’è ancora poca paura (o incertezza) sulla possibilità di attuare delle politiche” continuano da Vontobel IC.
Tuttavia, un secondo governo Trump potrebbe rappresentare anche un rischio, in quanto i tagli alle tasse promessi dall’ex Presidente potrebbero far aumentare l’inflazione guidata dalla domanda, un tipo di inflazione diversa da quella sperimentata nel 2022, quando era dettata dall’offerta. “I mercati hanno già reagito, come si evince dal recente sell-off dei titoli di Stato [statunitensi], che ha spinto al rialzo i rendimenti. A nostro avviso, i titoli di Stato stanno valutando bene questo rischio di inflazione, anche se i rendimenti potrebbero salire ulteriormente nel breve periodo. Anche in questo caso, quindi, pur essendo un rischio, riteniamo che sia già prezzato nei tassi”.
3. Il contesto macroeconomico
Infine, il terzo fattore, il contesto macroeconomico. L’indicatore sul ciclo economico proprietario della casa di gestione, Wave, “indica un miglioramento sul ritmo di crescita. Il recente pacchetto di stimoli della Cina, il più aggressivo dai tempi del Covid-19, fornisce ulteriore sostegno. Inoltre, l’agenda politica di Donald Trump, che enfatizza le misure a sostegno della crescita, tra cui l’aumento degli investimenti e i tagli delle tasse, favorisce un ambiente favorevole agli asset rischiosi” proseguono gli esperti. “Prevediamo che la Fed continuerà a seguire un percorso di allentamento. La Fed, come molti altri paesi del mondo, si sta allontanando dal proprio tasso obiettivo (tasso naturale). Infine, dal punto di vista dei flussi di investitori, interpretiamo i livelli elevati dei fondi del mercato monetario come un’indicazione del fatto che gli investitori sono al momento piuttosto difensivi. Di conseguenza, c’è spazio per spostare il patrimonio verso attività più rischiose”.
In conclusione
“La nostra analisi mostra che i portafogli multi-asset difensivi – quelli che presentano un mix di strumenti del mercato monetario e indici obbligazionari aggregati globali – ottengono generalmente rendimenti migliori e Sharpe ratio più elevati nel corso del ciclo. Inoltre, abbiamo sostenuto che se ci fosse un momento per passare dall’uno all’altro, sarebbe proprio questo. Riteniamo infatti altamente improbabile la probabilità di ulteriori rialzi dei tassi (e quindi di nuovo a favore del mercato monetario) e prevediamo un contesto favorevole per gli asset più rischiosi” concludono da Vontobel IC.