La Vigna di Leonardo ai francesi: è di Vuitton
Era il 2013 quando Bernard Arnault – uomo più ricco al mondo in alternanza con Elon Musk – acquistava la storica pasticceria Cova, una dei simboli di Milano. Un decennio dopo, a finire nella galassia del gruppo Louis Vuitton Moet-Hennessy è Casa degli Atellani, celebre anche perché al suo interno è sita la Vigna di Leonardo, oggi identificata con il giardino della proprietà. La tenuta rinascimentale si trova in corso Magenta 65 a Milano, nei pressi di Santa Maria delle Grazie, il luogo che accoglie L’Ultima Cena del genio vinciano. I biglietti per visitare la vigna e il piano terra della magione sono acquistabili solo fino al 30 settembre 2023. “Ma non chiuderà definitivamente, riaprirà”, ci dice una persona che lavora nel museo. Solo, non si sa quando. Né in che modalità.
Casa degli Atellani: un po’ di storia
Il nome del complesso affonda le sue radici nell’ultimo decennio del XV secolo, quando Lodovico il Moro (era il 1490) donò l’immobile che aveva da poco acquistato da un nobile piacentino al Signor Giacometto di Lucia dell’Atella, suo cavaliere scudiero.
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Otto anni più tardi avrebbe fatto dono della vigna a Leonardo, allora impegnato nell’Ultima Cena. Il maestro lasciò in eredità il terreno a uno dei suoi assistenti. La proprietà rimase degli Atellani fino al XVIII secolo. Da oltre un secolo apparteneva alle famiglie Conti e Portaluppi; fu Piero Portaluppi a restaurare la casa negli anni Venti del secolo scorso (e poi nel dopoguerra), su incarico del suocero Ettore Conti. L’ingegnere e senatore l’aveva acquistata nel 1919. L’intervento del Portaluppi abbatté le mura che separavano le corti preesistenti, trasformando le due case in una sola dimora e creando un unico ingresso. Sul prezzo corrisposto dal ceo di LVMH vige il più stretto riserbo, ma è noto che il portafoglio immobiliare di Arnault in Italia ammonta a 900 milioni di euro.
La dichiarazione del sottosegretario sulla vendita della Vigna di Leonardo
Una volta che le voci sull’acquisto di monsieur Arnault sono state confermate, il sottosegretario per la Cultura Lucia Borgonzoni ha commentato: «Con gli uffici del Ministero della Cultura stiamo ricostruendo la vicenda riportata dagli organi di stampa riguardante l’acquisto della Casa degli Atellani a Milano da parte dell’imprenditore francese Bernard Arnault. A oggi, risulta vincolata soltanto una parte dell’immobile, ne è esclusa anche la Vigna di Leonardo. Gli uffici valuteranno se vi siano i presupposti per l’estensione del vincolo. I margini di intervento del Ministero saranno oggetto di un attento studio, affinché questo straordinario patrimonio venga tutelato e valorizzato al meglio».
Aperta fin dalle origini sforzesche ai fasti della vita mondana meneghina, Casa degli Atellani ha vissuto una nuova era a partire dall’anno di Expo 2015. Da allora infatti il numero dei visitatori della “vigna” ha continuato ad aumentare. E all’attività museale della tenuta si è assommata quella ricettiva di altissima gamma, di cui spesso si servono anche i grandi marchi della moda, per un’esperienza trasversale a lusso e cultura.
Ospitalità di altissima gamma
Dall’immobile infatti i nipoti di Piero Portaluppi Piero Castellini Baldissera e Filippo Taidelli hanno ricavato cinque appartamenti da locare per brevi o lunghi periodi. Ognuno è stato denominato in modo da evocare la storia politica e artistica della città: Sforza, Leonardo, Bianca, Ludovico, Luini e Beatrice.
Oltre a essere un eccellente imprenditore nel settore del lusso (alcuni marchi detenuti dal gruppo LVMH sono Louis Vuitton, Fendi, Bulgari, Christian Dior, Marc Jacobs, Givenchy, Kenzo, Loro Piana, Emilio Pucci, TAG Heuer, Tiffany & Co.), è anche un grandissimo collezionista di opere d’arte. Risale al 2014 l’inaugurazione della Fondazione Louis Vuitton a Parigi, gioiello architettonico decostruttivista a firma Frank Owen Gehry (1929). Qualche mese fa erano insistenti le voci sulla stampa internazionale di un acquisto da parte di Arnault della mega galleria Gagosian (Takashi Murakami, Urs Fischer, Damien Hirst, Giuseppe Penone, Ed Ruscha, Jenny Saville, Andreas Gursky fra gli altri), smentite dallo stesso Larry Gagosian, che però ha accolto nel nuovo cda della società Delphine Arnault, figlia di Bernard.
Articolo originariamente pubblicato il 26 gennaio 2023