Musei privati e hnwi, una nicchia in espansione

Perché aprire fondazioni e musei privati? Basti pensare che la Tate espone solo il 20% delle sue opere, il Louvre l'8%, il Guggenheim addirittura il 3%. Quindi, meglio far da sé
Il 38% dei collezionisti privati proviene dall'Europa, il 28% dagli Usa, il 18% dall'Asia. Tre quarti dei musei privati sono nati dopo il 2000, il 39% dopo il 2010
Il volume offre una panoramica a tutto tondo di questo settore così specifico del wealth management, dalle varie tipologie di collezionismo private ed enterprise alle modalità per creare una fondazione artistica. Senza tralasciare gli aspetti legali e fiscali

Gestione, valorizzazione, esposizione
Oltre la donazione: l'apertura di musei privati
La prima parte del volume traccia il profilo identitario del collezionismo privato contemporaneo. Che non si risolve più o solo nella donazione ad enti pubblici, ma nell'apertura di spazi propri. Uno dei motivi alla base di questo cambio di rotta è che le istituzioni pubbliche non offrono la garanzia dell'esposizione permanente delle opere d'arte. A solo titolo d'esempio, qualche dato che ha dell'increddibile. La Zorloni ricorda come la Tate esponga solo il 20% delle sue opere, il Louvre l'8%, il Guggenheim addirittura il 3%. Quindi, meglio far da sé, come il collezionista lombardo Massimo Valsecchi, che con la vendita di un solo Gerhard Richter, ha acquistato Palazzo Butera a Palermo, alloggiandovi la propria collezione.
Il 38% dei collezionisti privati proviene dall'Europa, il 28% dagli Usa, il 18% dall'Asia. America Latina, Medio Oriente e Australia si fermano invece per ora rispettivamente 8%, 5% e 3%. Dal punto di vista anagrafico, la stragrande maggioranza degli hnwi che apre fondazioni e musei privati ha più di 50 anni (58%). Più di quarto (26%) si colloca fra i 40 e i 49 anni. Il 13% ha poi fra i 30 e i 39 anni, mentre i giovanissimi rappresentano il 3%. C'è poi l'aspetto temporale: quasi i tre quarti di tutti i musei privati sono nati dopo il 2000: il 34,5% fra il 2000 e il 2010 e il 38,9% dopo il 2010.
Piace il contemporaneo
La preferenza (netta) per l'arte contemporanea da parte dei collezionisti hnwi raggiunge il 94% negli under 40. Che però non trascurano certo l'arte moderna e gli impressionisti (30%), categorie invece preferite dagli ultra sessantenni.
Tipologie di collezionisti
Prima di addentrarsi in questioni più tecniche come ad esempio la gestione e la valorizzazione dei lasciti d'artista oppure la creazione del proprio museo privato, la Zorloni declina la modalità del collezionare secondo quattro profili tipo. Il connoisseur, l'esteta, il cacciatore di trofei, il collezionista "enterprise". Largo spazio è poi dedicato alle collezioni d'impresa e alle nuove forme di mecenatismo, con riferimento anche all'esperienza di Intesa Sanpaolo.

Aspetti finanziari, legali, fiscali
La seconda parte del volume dà rilievo, con Adriano Picinati di Torcello e Barbara Tagliaferri, alla survey Deloitte sul mercato dell'arte e agli aspetti successori del collezionismo, dagli scenari fra eredi alle esperienze internazionali di gestione delle collezioni. Molte le pagine dedicate quindi agli aspetti fiscali e patrimoniali, senza trascurare il contesto italiano dell'Art Bonus. La materia è sicuramente nuova e vasta, ma questo volume edito da Egea ne offre una panoramica più che propedeutica, con interventi a più voci da parte sia dei professionisti del mercato che dal cuore pulsante che fa prosperare l'arte dai tempi di Mecenate: i collezionisti.
