L’anno record dell’arte contemporanea
di Giorgia Ligasacchi
Sabato 11 dicembre è la Giornata del Contemporaneo, importante manifestazione promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, che da diciassette anni coinvolge musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista per raccontare la vitalità dell’arte contemporanea nel nostro Paese.
Per l’occasione, proviamo a fare il punto assieme su quale sia lo stato del mercato dell’arte (contemporanea) nel 2021. Rispetto all’anno Covid, molte sono le novità che illustra il Contemporary Art Market Report 2021 stilato da Artprice, database leader mondiale dell’informazione del mercato delle aste fine art, presentato lo scorso 5 ottobre, che analizza il periodo compreso tra il 1° luglio 2020 e il 30 giugno 2021.
Premessa
Negli ultimi 21 anni il mercato dell’arte contemporanea – che comprende artisti nati dopo il 1945 e che attrae oltre 120 milioni di collezionisti, professionisti e appassionati d’arte – ha registrato un incremento di volume del 2.700% e nell’ultimo anno è vertiginosamente aumentato del 117% grazie soprattutto alla scossa data dagli Nft (Non-Fungible Token), tanto che oggi rappresenta il 23% dell’intero mercato (primo semestre 2021), rispetto al 3% del 2000-2001.
2020-2021, l’anno record dell’arte contemporanea
Il primo importante dato da considerare riguarda dunque il fatturato generato a livello mondiale: la contrazione del -34% subita tra 2019 e 2020 a causa della pandemia è stata mitigata dalla successiva organizzazione di vendite online, che hanno controbilanciato la chiusura di gallerie e case d’asta. La ripresa – avvenuta dal secondo semestre del 2020 al primo semestre del 2021 – è stata così significativa da far segnare al mercato dell’arte contemporanea il migliore anno nella storia delle aste sia in termini di fatturato, che è più che raddoppiato, sia in termini di densità di transazioni (sono stati prodotti ben 5 mila nuovi record d’artista). Se si considera l’impatto negativo che la crisi sanitaria ha provocato, è incredibile constatare che oltre 100 mila opere – frutto del lavoro di quasi 35 mila artisti – siano passate a nuovi proprietari nelle aste del periodo 2020-2021 per un valore complessivo di 2,7 miliardi di dollari. Tale risultato riflette il forte dinamismo dell’arte contemporanea, che continua ad attirare nuovi compratori e a posizionarsi tra i segmenti più interessanti e redditizi nel mercato dell’arte globale.
I dipinti si confermano la tipologia di opera preferita dai collezionisti sia in termini di valore, equivalenti a circa due miliardi di dollari (73% del fatturato totale di Contemporary), sia in termini di lotti venduti (42%). Sono proprio i paintings ad aver registrato il miglior risultato in termini di vendite, con l’82% di queste acquistate al di sopra di $1 milione. I disegni e le sculture raggiungono questa cifra solo per un rispettivo 6%, mentre un nuovo, quarto medium si fa strada verso transazioni a sette zeri: ben 9 NFT (ossia opera d’arte digitale unica e non modificabile, registrata e protetta da tecnologia blockchain) hanno raggiunto cifre sopra al milione di dollari, tre volte di più delle fotografie (dati aggiornati al 30 giugno 2021), rappresentando oggi il 5% del mercato.
L’autrice desidera ringraziare Ester Candido per il prezioso contributo documentale.
Il mercato asiatico e l’ascesa di Hong Kong
Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle compravendite, il mercato asiatico è definitivamente diventato il principale polo mondiale di scambio di opere contemporanee non solo di artisti locali, ma anche di un numero crescente di artisti occidentali. Il conglomerato della “Greater China” – composto dalla Cina continentale, Taiwan e Hong Kong – ha contribuito approssimativamente per un miliardo di dollari, rappresentando il 40% dei traffici. In particolare, straordinari sono stati i risultati raggiunti nelle aste di Hong Kong, il cui tasso di invenduto è il più basso al mondo: solo il 10% di lotti non trova compratori, contro il 30% della media globale. Quasi 130 pezzi sono stati aggiudicati a oltre $1 milione, sei volte più di quanto è accaduto negli Usa, e nei primi sei mesi del 2021 l’ex colonia britannica ha generato da sola $962 milioni rispetto ai $1,2 milioni del Regno Unito.
È, quindi, evidente quanto Hong Kong sia diventata attraente e fondamentale per le tre principali majors del martelletto: Phillips ha generato qui un quarto del suo fatturato, Christie’s il 33% e Sotheby’s addirittura il 38%. Successi che sono scaturiti dall’impegno che le tre case d’asta hanno dimostrato negli ultimi anni nel diversificare le collezioni asiatiche, offrendo sempre più nomi di noti artisti occidentali nei dipartimenti aperti in sede e nelle sales online. Tale strategia ha dato i suoi frutti soprattutto durante le live auctions del 2020, che hanno permesso ai collezionisti di tutto il mondo di entrare in competizione senza barriere fisiche e con grande rapidità. In particolare, Phillips ha registrato il migliore risultato in termini di presenze: grazie, infatti, alla storica collaborazione con la maison cinese Poly International Beijing (quarta casa d’aste del pianeta), la vendita all’incanto che si è tenuta nel giugno 2021 ha visto la partecipazione di oltre 800 online bidders – la più alta mai registrata – e segnato nuovi record per 17 artisti. Inoltre, circa l’86% dei lotti offerti durante questo evento estivo sono stati scelti da clienti asiatici.
Il mercato occidentale tra New York, Londra e Parigi
Subito dietro l’Asia si posizionano gli Stati Uniti, che – nonostante siano stati scavalcati nella loro decennale posizione dominante – hanno generato 889 milioni di dollari (incidendo per il 32% sul fatturato globale), il miglior esito nella storia delle vendite di arte contemporanea in America. L’opera che ha raggiunto il prezzo più alto è In This Case (1983) di Jean-Michel Basquiat, battuta da Christie’s New York per 93 milioni di dollari (si pensi che nel 2002 valeva “solamente” $1 milione), in linea con quanto avvenuto a Hong Kong, dove il Picasso nero ha stabilito un nuovo record con Warrior (1982), venduta per 41,6 milioni di dollari dalla stessa maison. Il mercato americano è, poi, il più vivace in termini di densità di traffici, con più di 20 mila lotti venduti in soli 12 mesi. Medaglia di bronzo, infine, per il Regno Unito che pesa per il 16% sul mercato contemporaneo complessivo.
Se New York e Londra si confermano il cuore pulsante dell’Occidente, Parigi e le province francesi, pur non essendo in grado di attrarre altrettanti collezionisti, dimostrano una certa vitalità. La Francia può contare su un fatturato di quasi 60 milioni di dollari (+44% sul 2020), equivalente al 4% dell’intero mercato dell’arte contemporanea (contro il 2,3% dell’anno precedente). Con circa 10 mila opere vendute, si afferma come il terzo territorio più importante per volume, anche se va precisato che l’82% di queste non raggiunge i cinquemila dollari.
Sebbene le opere di arte contemporanea siano state battute in ben 770 case d’asta situate in 59 differenti paesi, 2/3 del mercato globale sono governati da Christie’s, Sotheby’s e Phillips. In questo contesto, Christie’s risulta essere la top seller di arte contemporanea nel periodo considerato dal report: il suo giro d’affari – che incide per il 32% – ruota principalmente intorno a Londra (17%), alle città asiatiche (33%) e soprattutto a New York (48%), da cui passano più della metà dei pezzi venduti. Lo stesso si evidenzia per Sotheby’s (26%) e Phillips (10%).
I “top artists” del 2021
A livello globale, l’artista più quotato è Jean-Michel Basquiat (162 lotti venduti per un totale di 385,8 milioni di dollari), seguito da Banksy (1.540 lotti per 181,3 milioni di dollari) e dal giapponese Yoshimoto Nara (569 lotti per un totale di 146,8 milioni di dollari). Chiudono la “top 5” lo statunitense George Condo (154 lotti per 72,1 milioni di dollari) e Beeple (appena 2 lotti per 69,5 milioni di dollari), posizionandosi rispettivamente al quarto e al quinto posto in termini di proventi ottenuti dalle aste. Quest’ultimo rappresenta da solo il 3% del fatturato totale del segmento contemporaneo.
Se si guarda invece ai record raggiunti in asta per singola opera, si ritrova nuovamente in vetta alla classifica Basquiat grazie alla sopracitata In This Case. L’artista afroamericano, scomparso giovanissimo nel 1988, negli anni ha visto crescere esponenzialmente la domanda per le sue opere tanto che nel 2021, cinque dei dieci risultati migliori riportano la sua firma, rappresentando il 14% del global auction turnover.
New entry di quest’anno è senza dubbio l’artista digitale Mike Winkelmann (Wisconsin, 1981), in arte Beeple. Completamente sconosciuto al mercato tradizionale fino a pochi mesi fa, oggi Beeple è uno dei tre artisti viventi più ricercati e quotati assieme a David Hockney e Jeff Koons. Il secondo miglior risultato del 2021 si deve proprio al suo file jpeg Everydays: The First 5000 Days, primo Non-Fungible Token a essere stato offerto in un’asta tradizionale. Il prezzo di partenza a cui Christie’s ha proposto l’Nft era di appena 100 dollari, stima che in breve tempo è cresciuta fino a raggiungere l’astronomica cifra di 69,3 milioni di dollari.
Di contro, se si tiene conto degli artisti “più popolari”, è lo street artist KAWS (15° in classifica) ad aggiudicarsi il primato. Tra i più ricercati dai collezionisti internazionali con un fatturato di 31,5 milioni di dollari generato da circa 1.680 lotti. Con 1.591 lotti all’asta si posiziona poi Takashi Murakami (21°), diventato ormai una vera e propria “macchina produttiva” con la sua azienda, Kaikai Kiki Co. I lavori più apprezzati riguardano le sue stampe che, grazie a prezzi contenuti e diversificati, risultano accessibili alle tasche di un pubblico ampio ed eterogeneo.
Infine, continua la sua inarrestabile scalata alla fama anche il sopracitato Banksy, che è passato da fatturare tre milioni di dollari nel 2016 a generare ben 123 milioni di dollari nel primo semestre 2021 con un aumento di 640 lavori venduti rispetto all’anno precedente. Da solo, l’anonimo artista inglese rappresenta il 7% dei ricavi totali del mercato mondiale, contando anche due lavori ceduti a prezzi sopra i 10 milioni di dollari.
Conclusioni
La fotografia scattata da Artprice il 30 giugno di quest’anno ci mostra dunque un mercato dell’arte contemporaneo florido, dinamico e in costante crescita, sostenuto primariamente dall’avvento della crypto art e degli Nft, e con il suo centro di controllo in Asia e in particolare ad Hong Kong che per la prima volta sorpassa gli Usa mettendo in crisi il mito della centralità americana. E ancora, dalle classifiche degli artisti più venduti, si osserva un decisivo apprezzamento per la provocatoria e colorata street art e per l’arte vicina all’estetica dei manga e dei cartoons che ben si sposa con i gusti dei crypto collectors.