Per cosa ricorderemo il 2020? Per gli Nft

Teresa Scarale
Teresa Scarale
29.10.2021
Tempo di lettura: 2'
Il vero fenomeno del biennio covid sono i non fungible token
Secondo molti osservatori, sono gli investimenti più indovinati del biennio 2020-2021: i non fungible token, in breve nft, ovvero certificati digitali di proprietà depositati blockchain. La misura del loro successo la raccontano i numeri: secondo Reuters, nel primo semestre 2020 le vendite di nft ammontavano a 13,7 milioni di dollari; nello stesso periodo del 2021, a 2,5 miliardi. Per non parlare del record che li ha fatti conoscere al mondo, quello di Beeple e della sua opera fototgrafica The first 5000 Days, venduta per 69,3 milioni di dollari a marzo 2021. Ma l'arte, come vedremo, conta per solo un quarto del fenomeno.
I critici continuano a tacciare il fenomeno come una bolla, ma in realtà le transazioni non mostrano di rallentare. Uno dei motivi del successo dei non fungible token è la loro versatilità: possono assumere innumerevoli forme, dalle opere d'arte digitali alle figurine digitali (digital card), come i video Nba. Le piattaforme (come OpenSea, che nel solo mese di giugno ha registrato un volume di transazioni di 150 milioni di dollari) di esposizione e scambio si moltiplicano, sollecitando l'interesse dei fondi di venture capital, come Andreessen Horowitz e Union Square Ventures, per esempio.

Gli nft rivoluzioneranno il concetto comune di diritto d'autore e proprietà: tutti i passaggi transattivi (dalla prima messa in vendita all'ultima) sono tracciati permanentemente su un registro digitale, il ledger, senza possibilità di manomissioni e/o copie. Un'architettura che consente ai creativi che se ne avvalgono di percepire un pagamento di diritti automaticamente, ogni volta che avviene una transazione. Gli nft introducono il concetto di scarsità (e quindi di valore) nel mondo digitale. Un meccanismo virtuoso che sta alimentando ulteriormente il mercato. Nft in ogni caso non è sinonimo di arte digitale, anzi. Per quanto importanti, le opere di crypto art ne rappresentano circa il 25 per cento. Si pensi al primo tweet del fondatore di Twitter Jack Dorsey, che lui stesso ha messo in asta (2,9 i milioni di dollari incassati) o alla versione nft di un articolo del New York Times (560.000 dollari).

Secondo i calcoli di PwC, la tecnologia blockchain addizionerà il pil globale di 1,76 miliardi di dollari entro il 2030, e ii non fungible token vi giocheranno una grande parte. E' per gli nft che ricorderemo il 2020.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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