Il trend di crescita coinvolge sia le società di capitali sia le imprese individuali, che nel primo trimestre del 2021 registrano rispettivamente un’impennata del 34 e del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno
Simone Capecchi, executive director di Crif: “Il rallentamento del ciclo economico continua a condizionare l’andamento dei flussi di cassa delle imprese, che in questa fase patiscono anche l’allungamento dei ritardi nei pagamenti commerciali”
La sete di liquidità continua ad alimentare le richieste di credito, soprattutto nelle regioni centro-meridionali. Secondo un’analisi delle istruttorie di finanziamento registrate su Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif, nel primo trimestre del 2021 si parla di un boom del +28,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un trend di crescita che coinvolge sia le società di capitali (+34%) sia le imprese individuali (+20%).
“La pandemia da covid-19 ha generato uno shock economico senza precedenti, che ha colpito immediatamente e duramente il tessuto economico nazionale”, spiega
Simone Capecchi, executive director di Crif, precisando tuttavia come una componente non trascurabile delle imprese italiane partisse “da situazioni di liquidità che risultavano già delicate, con una disponibilità di cassa in grado di coprire meno del 50% dei debiti finanziari a breve termine in scadenza, cui va aggiunto un ulteriore 8% di imprese senza particolari margini di manovra”. Le stime dell’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Pulse di Crif, aggiunge, evidenziano che il crollo del fatturato registrato nell’anno della crisi non sarà recuperato interamente nei prossimi otto mesi, considerando che le
previsioni di crescita per il 2021 sono del +7,5% a fronte di una perdita attesa dell’11,1% nel 2020.
“Al contempo, il rallentamento del ciclo economico continua a condizionare l’andamento dei flussi di cassa delle imprese, che in questa fase patiscono anche l’allungamento dei ritardi nei pagamenti commerciali, specie nei settori più ciclici ed esposti alle dinamiche dei consumi, che non a caso sono anche quelli più colpiti dalla pandemia”, precisa Capecchi. “Per molte aziende aumenterà l’esigenza di reperire significativi importi di nuova finanza entro il 2021, fino a coprire il 50% del fatturato per i settori più colpiti”, conclude.
Si parla in particolare del settore dei servizi, che raccoglie il 38% delle richieste totali di credito da parte delle imprese. Ma anche dell’industria (36,6%), del commercio al dettaglio (14,5%) e del commercio all’ingrosso (10,9%). A impennare nei primi tre mesi dell’anno, tra l’altro, è l’importo medio richiesto (+61,9%) pari a 111.997 euro. Nel dettaglio, le imprese individuali riportano un importo medio di 41.655 euro (+44,5% rispetto allo stesso periodo del 2020), mentre per le società di capitali si parla di 150.212 euro (+60,5%).
Dal punto di vista regionale, invece, il Trentino-Alto Adige guadagna il primato per importo medio più elevato (133.336 euro), accompagnata da Lazio (107.351 euro) e Lombardia (106.785 euro). Sul versante opposto Valle d’Aosta, Sicilia e Sardegna, con un ammontare medio rispettivo di oltre 45mila, 55mila e 57mila euro. In rapporto allo scorso anno, invece, l’incremento maggiore dell’importo medio si registra in Molise (+94,6%) e in Liguria (+72,3%). In linea generale, il rimbalzo nelle richieste di credito è stato più significativo in Sicilia (+47,8%), Campania (+44,2%) e Lazio (+44,1%), mentre risulta più contenuto nelle Marche (+6,0%) e in Toscana (+11,4%).
Fonte: Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif
Il trend di crescita coinvolge sia le società di capitali sia le imprese individuali, che nel primo trimestre del 2021 registrano rispettivamente un’impennata del 34 e del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso annoSimone Capecchi, executive director di Crif: “Il rallentamento del ciclo econo…