I fondi di venture capital hanno investito 9,2 miliardi di dollari nel settore delle criptovalute solo nel primo trimestre del 2022
A partire dalla primavera del 2022, il mondo dei criptoasset si trova di fronte a un’importante svolta
“Il mondo delle cripto attività è a un punto di svolta”, così recita l’inizio della recente pubblicazione della Banca d’Italia, dal titolo “Quale futuro per le cripto attività?”.
Il report in questione mette in evidenza, per un verso, le debolezze delle valute virtuali che, a partire dalla primavera del 2022, hanno indotto l’intero settore in uno stato di crisi; per un altro, la pubblicazione in esame punta l’attenzione sulle nuove opportunità dell’ecosistema cripto sostenute dalle nuove regolamentazione di recente introdotte o di prossima introduzione.
Il mondo delle cripto: chi sono gli operatori?
L’industria delle criptovalute oggi è diventata molto più complessa rispetto agli albori. Nati sulla scia della grande crisi finanziaria come alternativa al denaro tradizionale, i criptoasset avevano assunto una caratura, per così dire, rivoluzionaria.
In effetti, i primi utilizzatori presentavano i criptoasset come un’invenzione che avrebbe sconvolto i sistemi monetari e finanziari, mettendoli in sicurezza attraverso l’impiego di algoritmi trasparenti e affidabili.
Le categorie di operatori del settore possono essere tipizzate in questo modo, benché non è sempre facile distinguere tra un operatore e un altro per via di una serie di attività comuni che tendono, in certi casi, a sovrapporre le figure:
- fornitori di infrastrutture: organizzazioni che progettano e sviluppano blockchain, ovvero i sistemi dove avvengono le transazioni;
- validatori: organizzazioni o individui che rendono sicura una blockchain validando le transazioni secondo un determinato meccanismo. I meccanismi più utilizzati al momento sono proof-of-work e proof-of-stake;
- fornitori di hardware: organizzazioni che producono oggetti fisici utilizzati per far funzionare l’ecosistema crittografico, ad esempio computer adatti alla convalida delle transazioni o dispositivi specializzati per l’archiviazione sicura degli asset;
- fornitori di servizi finanziari: organizzazioni che offrono a individui e ad altre organizzazioni servizi come la custodia di criptoasset, lo scambio tra criptoasset e moneta fiat o altri criptoasset, prestiti, mutui e investimenti in criptoasset, pagamenti in criptoasset e una serie di altre operazioni finanziarie;
- fornitori di servizi on-chain per la gestione dei diritti di proprietà intellettuale (al di fuori del settore finanziario): organizzazioni che sfruttano le blockchain per autenticare la proprietà dei diritti di proprietà intellettuale e disintermediare il loro sfruttamento, consentendo ai proprietari di stabilire direttamente le regole di utilizzo e di acquisire flussi di reddito.
- fornitori di servizi di gioco: all’inizio si trattava perlopiù di società di gioco d’azzardo ma ora anche videogiochi tradizionali appaiono nello spazio blockchain
- fornitori di servizi agli esercenti: organizzazioni che agiscono come intermediari tra il cliente e gli esercenti per consentire il pagamento in criptovaluta.
- esercenti per consentire il pagamento in criptovaluta.
Qualche numero
La Banca centrale europea (BCE), sulla base di un’indagine condotta nel 2022 in sei grandi Paesi dell’area dell’euro, stima che ben il 10% delle famiglie di questi Paesi possa possedere criptoasset.
Sono le famiglie ad alto e basso reddito quelle che mostrano un maggiore interesse; più distanti da questo mondo, invece, sono i nuclei familiari che rientrano nella classe media.
Secondo una recente indagine di Pew Research, la percentuale di cittadini statunitensi di età superiore ai 18 anni che hanno mai investito, scambiato o utilizzato criptovalute è del 16%16 , con un picco del 23% tra gli individui di origine asiatica. Sia negli Stati Uniti che nell’Unione europea, i giovani maschi sono la categoria demografica che più facilmente esprime interesse per le criptovalute.
I fondi di venture capital hanno investito 9,2 miliardi di dollari nel settore delle criptovalute solo nel primo trimestre del 2022, e tra i 20 e i 30 miliardi di dollari nel 2021. La maggior parte di questi investimenti è stata destinata a società statunitensi e, a seconda delle stime, rappresenta dal 3 al 4% del totale dei finanziamenti di venture capital nel Paese. I dati preliminari per il secondo trimestre del 2022 segnalano un prevedibile rallentamento degli investimenti.
Secondo il market tracker DAppRadar, le vendite di NFT ammonterebbero a 25 miliardi di dollari nel 2021, guidate da progetti di arte digitale. progetti di arte digitale.
Punti critici
La pubblicazione della Banca d’Italia si sofferma, come anticipato, sulle debolezze del settore e sulle avversità che nell’ultimo periodo lo hanno, per così dire, indebolito. Più in particolare, osservano gli autori del report, a partire dalla primavera del 2022, il mondo dei criptoasset si trova di fronte a un’importante svolta: le condizioni macroeconomiche avverse e le debolezze strutturali del settore si sono combinate per innescare una crisi per certi versi di natura sistemica.
La capitalizzazione di mercato totale dei circa 8.000 criptoasset attivi è andata incontro ad una forte contrazione: dai 2.900 miliardi di dollari del novembre 2021 si è passati nell’agosto 2022 ai 1.100 miliardi di dollari. Circostanza questa che ha spinto alcuni commentatori ad annunciare, addirittura, la fine delle criptovalute.
Esistono diverse minacce alla credibilità delle criptovalute. Sebbene non tutte derivino da caratteristiche della tecnologia, esse tendono a essere confuse insieme in una cattiva immagine del settore. Il fenomeno può essere analizzato al meglio distinguendo quattro macro categorie di minacce: attività criminali, cattiva gestione del rischio, cattiva governance e codici poco verificati.
Quanto all’attività criminale, infatti, si registrano frodi, furti ed estorsioni.
In effetti, come si apprende dalla lettura del lavoro, l’ecosistema cripto ha aspetti problematici per le autorità, tra cui:
- la presenza di attività che non incorporano diritti verso alcun soggetto
- la facoltà di partecipazione anonima al mercato
- l’impossibilità di bloccare le transazioni effettuate su reti pubbliche
Opportunità
Ogni crisi è, inevitabilmente, anche occasione di miglioramento. Infatti, a partire da questa inedita contrazione che ha coinvolto le criptoattività, molti attori e operatori “pericolosi” sono usciti dal mercato delle cripto.
In questi termini, nel settore sono rimasti operatori affidabili i quali hanno così la possibilità di operare in un ambito meno insicuro e possono investire concentrandosi più sulla ricerca di rendimento che sulla ricerca del pericolo legato a pratiche potenzialmente fraudolente.
Ma non è tutto. L’orizzonte delle criptovalute sembra schiarirsi, dopo questa improvvisa crisi, anche alla luce degli interventi nel settore del legislatore che, in molte giurisdizioni, da qui a breve, permetteranno di regolamentare in modo coerente i rapporti tra Istituzioni pubbliche e operatori privati.
Come emerge nel documento in esame, se a partire dai prossimi interventi normativi si riuscirà a creare un’armonia tra autorità pubbliche e mondo degli operatori, per far sì che le tecnologie a disposizioni di questi ultimi non siano idonee ad aggirare o eludere i sistemi di controllo, la crescita del settore sarà destinata a rafforzarsi.
La fiducia nelle criptovalute aumenterà se a crescere sarà:
- la sicurezza informatica
- la tutela dei diritti di proprietà
- l’equilibrio tra fornitori e utenti di servizi digitali
L’industria delle criptovalute si trova a uno snodo fondamentale. Nella primavera del 2022, il fallimento di alcuni grandi progetti e le condizioni macro avverse hanno fatto precipitare una crisi sistemica. Con il crollo dei prezzi degli asset, fondi specializzati sono falliti e le aziende sono fallite, i mali che da tempo affliggono il settore – frodi, furti, frode, furto, gestione inadeguata del rischio, cattiva governance – sono diventati ancora più evidenti.
Tuttavia questa crisi ha innescato un’eliminazione dei cattivi attori; fattore questo estremamente importante per rinforzare la fiducia nel settore.
Inoltre, le principali giurisdizioni del mondo stanno adottando una regolamentazione ad ampio raggio per l’ecosistema, permettendo finalmente un funzionamento ordinato di un settore che fino ad ora era piuttosto sfrenato. Queste nuove regole possono essere il fondamento su cui fioriscono gli attori buoni e innovativi. Infatti, senza la distrazione dei rendimenti rendimenti folli di schemi loschi, molte aziende sono già al lavoro su prodotti, soprattutto, ma non esclusivamente, nel settore delle infrastrutture. nel settore delle infrastrutture. Con le nuove leggi potrebbero fare molto di più.
Fonti estrapolate dal report di Banca d’Italia