Tutti i segreti dell’art consultant
L’art consultant è una figura professionale relativamente recente nel nostro sistema artistico, ma già radicata sul panorama anglosassone e statunitense. Le esigenze operative a cui cerca di rispondere sono duplici: mentre da un lato si rivolge direttamente ad artisti, a gallerie e ad istituzioni, dall’altro si occupa di orientare i collezionisti nei processi di scelta, compravendita o gestione delle loro collezioni. I vantaggi di una consulenza unica ed integrata, per chi abbia già una collezione o si appresti ad iniziarne una, possono condensarsi in 6 punti:
1. La ricerca parte dal gusto del cliente e dalla sua richiesta
Il budget, il gusto, la necessità e, non da ultimo, la rispondenza tematica alla narrativa che caratterizza una collezione, sono le basi da cui prende avvio il processo di consulenza. Il collezionista è infatti spesso mosso da un interesse ricorrente, talvolta ossessivo, che ne caratterizza la collezione tramite un fil rouge tematico (come le marine, i nudi, le mani o i cavalli), storico, come nel caso di collezionisti di Ottocento francese o Cinquecento lombardo, legato ad artisti, provenienze e luoghi determinati. L’empatia e la fiducia reciproca sviluppata nel tempo permettono all’art consultant di avviare un rapporto duraturo con il proprio cliente, basato sulla trasparenza, sulla discrezione e sulla confidenza operativa
2. Un referente unico per le diverse esigenze del cliente
Le opere d’arte trasmettono la storia, portano la memoria dei propri artefici e di chi le ha possedute, selezionate o esposte; sono beni che si tramandano di genitore in figlio, che si acquisiscono o si vendono, che si deteriorano o si disperdono. Ricostruire la loro storia può essere complesso, così come gestirle, mantenendole integre, può richiedere un grande sforzo logistico ed economico. L’art consultant, grazie alla propria formazione ed esperienza lavorativa, può impegnarsi in prima linea nella soddisfazione delle diverse esigenze collegate al patrimonio artistico dei suoi clienti, rimanendo all’interno dei budget complessivi prestabiliti.
Grazie alla sua fitta rete di collaborazioni egli può quindi essere un unico referente per la gestione di una pluralità di operazioni: dall’expertise alla logistica, dall’acquisizione alla vendita o alla valorizzazione di una collezione.
3. Orientarsi tra i pericoli del mercato
L’art consultant agisce come un arbitro all’interno di un mercato essenzialmente non regolamentato, ma di cui conosce la relazione ondivaga tra domanda e offerta. Molteplici possono essere i rischi per chi si accinge ad acquistare un’opera d’arte: in primis l’opacità caratteristica, la difficoltà a reperire informazioni consistenti e chiare, dall’autenticità alla provenienza di un bene. Il pericolo di imbattersi in un falso è sempre dietro l’angolo, per questo è consigliabile orientarsi su opere di comprovata provenienza e autenticità.
La trasparenza e la coerenza dei prezzi poi, può facilmente essere distorta, per questo è essenziale riporre fiducia in qualcuno in grado di valutare un’opera, in rapporto al suo valore commerciale ed economico. Inoltre, diversamente da altri pleasure asset, le opere d’arte sono beni deperibili, che necessitano di attenzioni conservative particolari, coerenti alla loro natura. Per questo è importante assicurarsi di investire in un’opera la cui conservazione sia ottimale, per evitare restauri invasivi e difficoltà future.
4. Le ultime tendenze del mercato dell’arte
Lo studio costante del mercato, delle sue mode e delle ultime novità permettono a un consulente di riconoscere i trend del mercato, imparando a diffidare dalla volatilità delle mode. Le crescite improvvise e ingiustificate dei prezzi di un artista sono infatti spesso sintomo di speculazioni finanziarie, che preludono a crolli e deprezzamenti rapidi e altrettanto rovinosi. Per questo, di fronte alle cosiddette “meteore” del mercato, il consulente d’arte consiglierà di osservare in maniera lucida e disincantata il fenomeno.
Da preferire certo, in caso di investimento, quegli artisti che negli ultimi vent’anni alle aste hanno mantenuto una crescita costante e progressiva, come ad esempio Alighiero Boetti, la cui crescita negli ultimi 20 anni, è stimata a +967 (100 € investiti in una sua opera nel 2000, a giugno 2021 valgano 1.067 €). Inoltre, in generale, è piuttosto sicuro far ricadere la propria scelta su quei maestri stabilmente presenti nella classifica dei 100 artisti globalmente più venduti sulle aste (Artprice 100).
Oltre all’andamento del mercato secondario il consulente d’arte si tiene informato sugli avvenimenti esterni che possono influenzarlo, portando alla rivalutazione di artisti e movimenti e determinando un consistente rialzo del loro valore economico. L’organizzazione di importanti retrospettive, la pubblicazione di un catalogo ragionato o l’inclusione nella scuderia di una nota galleria sono certamente eventi che possono influire sui tassi di crescita di un artista.
5. Diversi parametri per la scelta di un’opera
Il consulente d’arte considera, coerentemente con le richieste, esclusivamente opere con un background solido, contraddistinte da una ricerca originale e particolare, sia che si tratti di artisti emergenti o affermati. L’indice di crescita di un artista è un criterio certamente importante, ma insufficiente a determinare un ottimo acquisto, anche se si è mossi dalla volontà di investire in arte. Requisiti essenziali, sia che si acquisti per ampliare una collezione, che con finalità di investimento o puramente decorativa, sono invece la qualità artistica alta, uno stato conservativo soddisfacente e l’unicità e la tiratura delle opere, la cui provenienza deve essere “comprovata” e accertata da un tracciamento documentato.
La stabilità dell’indice di un artista sulle aste e il suo fatturato annuo alto non possono infatti bastare: possiamo anche acquistare un lavoro di Pablo Picasso (che negli ultimi 20 anni non è mai sceso sotto la posizione n. 5 di Artprice 100, di cui 16 anni al n. 1), ma se selezioniamo un’opera rubata, falsa, completamente compromessa dal punto di vista conservativo avremo comunque buttato via i nostri soldi.
6. Soluzioni site-specific per ogni necessità
Le sfere di azione e attività di un consulente d’arte sono molteplici, dall’interior design alla curatela di mostre. È proprio questa duttilità caratteristica a relazionarsi con diversi interlocutori che permette una flessibilità e un raggio d’azione di gran lunga maggiore di molti altri interlocutori del mondo dell’arte. Per fare l’esempio di qualcuno interessato all’acquisto, i vantaggi rispetto alla classica esperienza di galleria sono innumerevoli. Per cominciare, un art consultant considera le finalità e le caratteristiche dell’ambiente in cui l’opera dovrà essere collocata, e spesso capita che come un interior designer faccia sopralluoghi e accompagni il cliente in un processo di scoperta stilistica; inoltre, non è limitato alla “scuderia” di artisti con cui lavora, come invece farebbe un gallerista, ma può raggiungere diversi canali di mercato primario e secondario, dagli studi di artisti internazionali, a fondazioni, a case d’asta, per una ricerca più personalizzata e ampia, negoziando il miglior prezzo possibile. Infine, in caso di interventi decorativi o necessità particolari, l’art consultant è in grado di progettare soluzioni di allestimento o interior design ad hoc per ogni esigenza, coinvolgendo gli artisti nell’elaborazione e nell’esecuzione di un progetto.