Da inizio anno il prezzo del bene rifugio è aumentato del 3,7%, al 21 febbraio, superando di nuovo quota 1900 dollari l’oncia per la prima volta dallo scorso giugno. Nello stesso periodo, l’S&P 500 ha ceduto il 9,33%
Probabilmente l’interesse sull’oro rimarrà elevato finché la crisi ucraina non raggiungerà, eventualmente, una risoluzione attraverso un accordo fra le forze Nato e la Russia sul destino geopolitico dell’Ucraina nello scacchiere europeo
Da inizio anno il prezzo del bene rifugio è aumentato del 3,7%, al 21 febbraio, superando di nuovo quota 1900 dollari l’oncia per la prima volta dallo scorso giugno. Nello stesso periodo, l’S&P 500 ha ceduto il 9,33%.
Quanto accaduto è il frutto di una impellente minaccia per i mercati finanziari: la possibilità di un conflitto militare con la Russia, o di forti sanzioni su Mosca, che andrebbero a colpire l’economia in un modo che era pressoché impossibile da prevedere fino ad alcune settimane fa.
Benché l’oro si trovi al momento in un’area non distante dai massimi storici, toccati nell’agosto 2020 con un valore poco superiore ai 2.000 dollari l’oncia, l’interesse degli investitori sull’oro rimane elevato. Continuerà ad essere così fintantoché la crisi ucraina non raggiungerà, eventualmente, una risoluzione attraverso un accordo fra le forze Nato e la Russia sul destino geopolitico dell’Ucraina nello scacchiere europeo.
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Investire nell’oro, alcune alternative
Per esporre il portafoglio all’andamento oro le opzioni sono più di una. La prima, e più ovvia, consiste nell’acquisto fisico del metallo. Per quanto il fatto di possedere materialmente qualcosa possa comunicare, almeno per qualcuno, un maggiore senso di concretezza, le controindicazioni sono numerose. Acquistare e liquidare il metallo richiede un rapporto di fiducia con il commerciante che si occupa di questo genere di acquisti e richiede tempo. Esclusi eventuali intenti illeciti, possedere fisicamente l’oro espone il possessore soprattutto a lati negativi: rischio di furti, costi per la messa in sicurezza del proprio “tesoro”, difficoltà nel liquidare grosse somme tutte in una volta.
L’alternativa più simile al possesso materiale dell’oro consiste nell’acquisto di Exchange traded commodity (Etc) dedicati all’oro fisico. Si tratta di strumenti quotati in Borsa simili agli Etf (dai quali si distinguono per aspetti regolamentari che non impattano molto il consumatore finale) che replicano fedelmente l’andamento del metallo giallo. Acquistare oro attraverso questa modalità permette di entrare e uscire dalla commodity con una velocità decisamente superiore, che permette anche un più opportunistico utilizzo di questa componente difensiva del portafoglio.
I prodotti di questo tipo che al momento raccolgono i maggiori asset sono:
- Invesco Physical Gold (12,501 miliardi di euro)
- WisdomTree Physical Gold (4,981 miliardi)
- WisdomTree Physical Swiss Gold (3,329 miliardi)
- Gold Bullion Securieties (3,285 miliardi)
I primi due fondi di questa lista sono anche i più economici, con costi di gestione pari allo 0,12%.
Un’alternativa in grado di esporre indirettamente il portafoglio all’andamento dell’oro consiste nell’investimento azionario nelle aziende che si occupano di estrarlo. Un modo piuttosto comodo di agire in questo modo è optare per un Etf tematico dedicato al segmento di mercato. Ad esempio, il VanEck Gold Miners Ucits Etf, il più popolare fra le soluzioni tematiche, punta a replicare il Nyse Arca gold miners index e al suo interno trovano spazio, in ordine di peso, le seguenti aziende estrattive:
- Newmont Mining Corp
- Barrick Gold Corp
- Franco-Nevada Corp
- Wheaton Precious Metals Corp
- Newcrest Mining Ltd
Un altro fondo popolare appartenente a questa categoria è l’L&G Gold Mining Ucits Etf. Rispetto all’investimento fisico o tramite Etc, l’esposizione al settore aurifero ha un profilo di rischio-rendimento più elevato, pur mantenendo un’elevata correlazione con l’andamento dell’oro fisico. Da inizio anno l’Etf di VanEck ha guadagnato l’8,88%, nettamente di più dell’oro fisico, 3,7%. Dal momento che si tende a cercare l’oro per moderare i rischi in portafoglio, gli Etf tematici sulle aziende estrattive, in quanto più volatili, raccolgono asset decisamente inferiori, che in nessun caso arrivano al miliardo di euro. Questa può essere considerata una valida opzione per chi intende agire in modo tattico per brevi periodi. In generale, infatti, il comparto ha storicamente sottoperformato rispetto agli indici azionari di riferimento. I costi di gestione degli Etf tematici, inoltre, sono generalmente superiori rispetto a quelli degli Etc sull’oro fisico.