«Rappresenta il tempo che sfugge e la traccia visiva che lascia attraverso le immagini realizzate da oltre 150 artisti». Il soggetto è “Chronorama. Tesori fotografici del 20° secolo – una mostra di fotografie della Pinault Collection, aperta dal 12 marzo 2023 al 7 gennaio 2024 a Palazzo Grassi, Venezia. Chi parla è Matthieu Humery, consulente per la fotografia presso la Pinault Collection e curatore dell’esposizione. La mostra è la prima dedicata ai tesori fotografici di recente acquisiti dalla Pinault Collection e provenienti dagli archivi della mitologica casa editrice Condé Nast, alcuni dei quali mai visti prima dal grande pubblico. È organizzata in decadi, in modo da mostrare l’evoluzione non solo della fotografia nel secolo ma del secolo stesso; dei magazine che per primi la hanno ospitata e delle icone del passato negli anni», prosegue il curatore, accompagnandoci fra le sale del palazzo». Gli fa eco un portavoce di Condé Nast: «queste fotografie sono fonte di ispirazione per i giovani artisti, siamo emozionati e onorati come Condé Nast di essere qui».
DAVID BAILEY, Mick Jagger, 1964, Vogue © Condé Nast
Chronorama, Palazzo Grassi: dalle storie alla storia
Del resto, afferma Humery, «in un’epoca in cui ogni minuto vengono creati milioni di immagini, condivise poi all’istante, “Chronorama” riveste un ruolo di trasmissione all’attuale e alle future generazioni di grande importanza. La mostra presentata dalla Pinault Collection è incentrata sulla prolificità della cultura fotografica del secolo scorso, prima dell’avvento della tecnologia digitale».
La mostra di Palazzo Grassi raggruppa una selezione di 407 opere realizzate tra il 1910 e il 1979, ordinate in un percorso cronologico.
GEORGE WOLFE PLANK, Masked model wearing a draped gown in bird-patterned fabric with ribbon slit hem, 1917, Vanity Fair © Condé Nast
Ai ritratti delle icone dello spettacolo e delle grandi personalità del secolo si mescolano fotografie di moda, fotoreportage, scatti di architettura, nature morte e saggi di fotografia documentaristica. Donne, uomini, momenti storici, vita quotidiana, sogni e drammi del 20° secolo. Alcuni nomi dei fotografi presenti: Edward Steichen, Berenice Abbott, Cecil Beaton, Lee Miller, André Kertész, Horst P. Horst, Diane Arbus, Irving Penn, Helmut Newton; gli illustratori: Eduardo Garcia Benito, Helen Dryden e George Wolfe Plank. Tra i più grandi talenti della loro generazione, questi artisti hanno definito l’estetica fotografica e artistica del tempo grazie alla pubblicazione del proprio lavoro su riviste come Vogue, Vanity Fair, House & Garden, Glamour, GQ.
IRVING PENN, Lisa Fonssagrives-Penn lying in a field of grass, reading Gertrude Stein’s Picasso book, 1952, Vogue © Condé Nast
Le immagini, avulse dal loro contesto editoriale, sono trattate come opere d’arte originarie, ricomposte in un mosaico visivo. Oltre che retrospettiva, la mostra è un invito a una «introspezione occidentale»: l’Occidente per primo ha intuito la potenza delle immagini, e ne ha inventato il linguaggio. Se il XIX secolo è stato l’ultimo dominato dalla cultura scritta, il XX è stato quello dell’affermazione dell’immagine. I tesori patinati della Pinault Collection permettono di osservare i cambiamenti di gusto in materia di abbigliamento, architettura, arredamento, quando non vere e proprie rivoluzioni artistiche: il Cubismo contagia gli abiti e il vestiario dell’élite mondana europea, il Neoclassicismo del primo dopoguerra trapela dalle silhouette femminili nuovamente fasciate da corsetti, l’Art Déco si declina in ogni forma, specialmente nell’architettura delle grandi capitali, mentre foulard variopinti e minigonne esprimono la liberazione sessuale di fine anni Sessanta.
Conclude il curatore: «Ridestandoci da un sogno bizzarro con la sensazione di aver attraversato il tempo, nello spazio di una notte o di un singolo istante, dopo aver visto e vissuto un’avventura epica, spaziando in epoche diverse, ci troviamo faccia a faccia con questo immenso flusso di immagini, una visione caleidoscopica di un viaggio in tempi ormai passati. Questa la sensazione che trasmette Chronorama». A corredo delle immagini storiche in mostra, vi è “Chronorama Redux”, un progetto che propone uno sguardo contemporaneo sulle opere visionate, grazie ai lavori di quattro artisti: Tarrah Krajnak, Eric N. Mack, Giulia Andreani e Daniel Spivakov. Le opere sono allestite in quattro spazi espositivi di Palazzo Grassi come interludi che irrompono nel percorso cronologico della mostra principale.