Negli ultimi tempi si è iniziato a capire che un immobile in classe energetica elevata conserva valore nel tempo, anche in una futura ottica di rivendita.
Tecnocasa ha rilevato che, tra il 2019 e il 2022, è aumentata la percentuale di acquisti di abitazioni in classe energetica A: si è passati infatti dal 3 al 4,2% (anche se il dato del 2022 è in calo rispetto al 4,9% dell’anno prima)
“Sarà il mercato a dettare le regole e a condizionare l’andamento dei prezzi. Anche se pare già ora evidente che, al di là delle decisioni politiche e a prescindere dalla direttiva Ue, il mercato sia ormai orientato verso soluzioni abitative sempre più green”. Con questa premessa, Alessandro Ghisolfi, responsabile del centro studi di Abitare Co., commenta l’iter che è iniziato con la direttiva sul rendimento energetico (Epbd), approvata qualche settimana fa dal Parlamento europeo, che rappresenta solo il primo passo di un percorso più lungo che dovrà passare dal recepimento dei singoli Stati.
“Il 6 giugno a Bruxelles si è discusso sul testo della cosiddetta direttiva per l’efficienza energetica ‘direttiva case green’ degli edifici in tutta Europa. Il testo, emendato dal Parlamento europeo sarà ora oggetto del negoziato finale tra Consiglio Ue ed esecutivo europeo prima di tornare in plenaria. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia nel settore edile dell’Unione entro il 2030 e renderlo climaticamente neutro entro il 2050”, ha spiegato Ghisolfi, aggiungendo che le deroghe Ue salvano, tuttavia, circa 4 milioni di edifici, il 30% degli immobili interessati, e che inoltre gli Stati membri potranno aggiungere ulteriori deroghe nel recepimento della direttiva Ue.
Stando al testo approvato, gli edifici residenziali dovranno raggiungere una classe di prestazione energetica minima di tipo “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033.
“Attualmente, tuttavia, non esiste una definizione di “classe D” uguale in tutti i paesi dell’Unione Europea – mette in guardia Ghisolfi – Secondo le stime effettuate dall’Enea, il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni, sarebbe in classe energetica inferiore alla “D”, con l’Italia che si colloca al 9° posto nella classifica pubblicata dallo Us Green Building Council (Usgbc) dei 10 migliori Paesi al mondo per edifici certificati sostenibili nel 2022. Dovranno, quindi, essere previsti piani nazionali di ristrutturazione che prevedono regimi di sostegno per facilitare l’accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti”.
“Certo non possiamo immaginare un ripetersi di norme del tutto improvvide e inique, come quelle sui bonus 110%, che in poco tempo hanno fatto danni enormi. Ma, sicuramente, bisognerà creare incentivi e forme di sgravio fiscale eque e ragionevoli, che non vadano a determinare troppo impatto sul sistema bancario, che si sta già rivelando tanto fragile”, ha poi aggiunto Maurizio Fraschini, partner di Plusiders.
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“Chi deve comprare casa sta già manifestando una maggiore attenzione alle prestazioni energetiche. Questo perché, tendenzialmente, l’acquisto di un immobile nasce da un progetto a medio – lungo termine e quindi per questi soggetti il 2033 è già oggi. La domanda si sta già orientando verso case nuove più efficienti, che possano garantire da subito un risparmio nell’economia familiare e assicurare una rivalutazione nel tempo”, ha risposto Ghisolfi.
Anche Fabiana Megliola, responsabile ufficio studi del gruppo Tecnocasa parla di un interesse in crescita per gli immobili green. “A detta delle nostre reti immobiliari Tecnocasa e Tecnorete, i potenziali acquirenti esprimono sempre più attenzione verso questa tipologia di immobili, sostenibili a livello ambientale, anche se concretamente poi non sempre si realizza l’acquisto a causa dei costi elevati delle nuove costruzioni. Anche le ristrutturazioni, in tal senso, sono diventate più costose e di conseguenza su alcune soluzioni usate si inizia a negoziare maggiormente il prezzo”, ha commentato Megliola, spiegando che i potenziali acquirenti si dimostrano sempre più consapevoli dell’importanza di: benessere abitativo, innovazione, rigenerazione, riqualificazione urbana e responsabilità ambientale.
La ricerca di case in realtà più esterne: hinterland e periferia
“Temi che, post Covid, si sono enfatizzati di più portando molti a scegliere immobili certificati, anche per motivi di risparmio energetico ed economico. Questa sensibilità sta portando ad acquistare anche in realtà più esterne come hinterland e periferie, dove ci sono gli spazi per costruire e i prezzi sono più contenuti rispetto alla città – ha spiegato Megliola – Una discreta sensibilità all’argomento si nota tra gli acquirenti di abitazione principale e tra gli acquirenti di casa vacanza che, utilizzando l’abitazione solo in alcuni periodi dell’anno, desiderano contenere i costi di gestione dell’abitazione, mentre è più difficile che ci sia tra chi acquista per mettere a reddito l’immobile perché, a causa dei costi più elevati, vedrebbe abbattersi i rendimenti”.
Classi energetiche elevate e conservazione del valore degli immobili nel tempo
In generale, però, negli ultimi tempi si inizia a capire come un immobile in classe energetica elevata conservi valore nel tempo, anche in una futura ottica di rivendita. “In generale, abbiamo rilevato che, tra il 2019 e il 2022, è aumentata la percentuale di acquisti di abitazioni in classe energetica A: si è passati infatti dal 3 al 4,2% (anche se il dato del 2022 è in calo rispetto al 4,9% dell’anno prima, ndr.)”, ha spiegato Megliola, che ha puntualizzato, infatti, che “gli scambi di case in classe G predominano, alla luce della vetustà del patrimonio abitativo italiano: hanno, infatti, interessato il 58% delle transazioni della nostra rete, in calo rispetto al 2019 quando erano al 59,5%.
“Anche a livello di locazione il quadro cambia poco, visto che la classe G, la meno efficiente, è la più affittata in Italia, con il 54,6% (anche se nel 2021 era al 58,2%)”, ha proseguito Megliola, che poi ha concluso dicendo: “Per quanto riguarda le locazioni, la classe A evidenzia percentuali di affitto in aumento nel 2022, portandosi al 2,3% rispetto all’1,6% del 2021. Sostanziale stabilità per la classe B, mentre crescono tutte le altre”.