Il ministero dell’Economia ha aggiunto l’ultimo tassello, essenziale, per la valutazione dell’emissione del nuovo Btp Italia: la cedola minima garantità sarà del 2%. A questo rendimento, andrà aggiunto l’adeguamento all’inflazione dell’indicatore Foi, che l’Istat elabora per valutare il costo della vita per le famiglie. Il Btp Italia, infatti, è un titolo indicizzato all’inflazione che potrà rivelarsi utile nelle circostanze in cui, nei suoi cinque anni di vita, si verificassero inaspettati picchi nell’aumento del costo della vita.
Btp Italia o Btp a cinque anni non indicizzato
Nel confronto con un normale Btp a cinque anni, saranno le aspettative sull’inflazione futura a determinare la preferenza per una soluzione indicizzata o non indicizzata. Al 3 marzo il rendimento del normale Btp a 5 anni è pari 4,267%, il che indica, a grandi linee, che un’inflazione Foi superiore al 2% nella media della vita del titolo potrebbe far propendere gli investitori per la versione indicizzata del titolo. Va però sottolineato che la cedola definitiva del Btp Italia sarà “stabilita con successiva comunicazione all’apertura della quarta giornata di emissione, nella mattinata di giovedì 9 marzo e potrà essere confermata o rivista al rialzo”.
Considerando la possibilità che i rendimenti dei Btp siano prossimi a un picco in questa fase, inoltre, la scelta del Btp “normale” potrebbe rivelarsi più interessante per gli investitori non interessati a mantenere il titolo per tutta la sua durata. Infatti, se inflazione e rendimenti andranno a diminuire nei prossimi mesi il valore dei Btp andrebbe ad aumentare, con la possibilità di liquidarli con profitto sul mercato secondario (per le obbligazioni, rendimenti e prezzi sono inversamente correlati).
La filosofia con la quale il Mef ha presentato il titolo, con tanto di video promozionale, dipinge il Btp Italia come un “importante di sostegno al risparmio privato e di salvaguardia del potere di acquisto di cittadini e famiglie”.
Come avevamo approfondito in occasione dell’annuncio dell’emissione, il fatto che l’inflazione di oggi sia molto elevata non è indicativa di quanto potrà rendere il Btp Italia. “Una cosa importante da considerare è che il livello attuale di inflazione non rende automaticamente il Btp indicizzato all’inflazione una scelta migliore”, aveva dichiarato il consulente di Lixi Invest, Lorenzo Brigatti, “questo dato, quello che si legge sui giornali, è riferito al passato e non ha un effetto significativo sul rendimento del Btp Italia”.
Un avvertimento sempre importante quando si cerca protezione consiste nel considerare l’importanza della diversificazione: eccedere con l’investimento in Btp espone il portafoglio alla solvibilità dello Stato italiano in una misura che, in alcune circostanze potrebbe essere dannosa per gli investitori, in particolare nelle circostanze in cui si è costretti a liquidare il titolo prima della sua naturale scadenza.
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Carta d’identità del Btp Italia
Il nuovo Btp Italia, con godimento 14 marzo 2023 e scadenza 14 marzo 2028, sarà proposto alla domanda al dettaglio a partire da lunedì 6 marzo, il suo codice Isin è IT0005532715. Per incoraggiare il mantenimento del titolo dall’emissione alla scadenza il Btp Italia prevede un premio fedeltà pari allo 0,8%. Come detto, la cedola minima garantita è pari al 2%, con rivalutazione del capitale e della cedola all’inflazione Foi.
La sottoscrizione del Btp Italia può essere prenotata in banca o presso l’ufficio postale, oppure tramite home banking.