Elezioni Usa e impatto Treasury americani e sui titoli di Stato
Manca veramente poco alle elezioni Usa, una corsa alle presidenziali che vede un sostanziale testa a testa tra i due candidati, Donald Trump e Kamala Harris. Secondo gli analisti, con l’elezione di Trump, si attiverebbe una fase di incertezza. In questa eventualità, i titoli si Stato potrebbero essere visti dagli americani come asset da vendere e questo farebbe salire i tassi italiani. Se ciò accadesse questo potrebbe portare gli investitori italiani a investire sui Btp. Ma d’altro canto costerebbe anche di più comprarli.
Comunque vada (e ci sono molti ‘se’), l’attenzione sui Btp è sempre alta. Cerchiamo di capire perché.
Il 4 novembre, il rendimento del Treasury Usa a 10 anni si è leggermente allontanato dal 4,4% con le ultime indicazioni di un testa a testa tra Harris e Trump ma, come segnalano gli analisti di Unicredit, ha recuperato 30 punti base da metà ottobre sulle maggiori probabilità di vittoria assegnate nelle scorse settimane all’ex presidente.
In Italia, intanto, il rendimento del Btp decennale benchmark (Isin IT0005560948) è aumentato al 3,68%, mentre lo spread con il Bund si è ridotto a 126 punti.
I Btp in Italia e la preferenza degli italiani rispetto ai fondi di investimento
L’introduzione dei Btp ha rappresentato una tappa fondamentale nella gestione del debito pubblico italiano, offrendo strumenti finanziari più sofisticati e diversificati. I Btp continuano a svolgere un ruolo cruciale nel mercato obbligazionario italiano, contribuendo alla stabilità finanziaria del paese e fornendo agli investitori opportunità di investimento a medio e lungo termine.
L’attrazione degli italiani verso i Btp rispetto ai fondi di investimento è un fenomeno interessante, che può essere spiegato alla luce della finanza comportamentale e dei bias cognitivi.
Origine e fondamenti della finanza comportamentale
La finanza comportamentale ha iniziato a svilupparsi negli anni ’70 grazie al lavoro pionieristico di psicologi come Daniel Kahneman e Amos Tversky. Questi studiosi hanno introdotto il concetto di “irrazionalità” nelle decisioni economiche, dimostrando che le persone spesso prendono decisioni in base a percezioni distorte e a pregiudizi piuttosto che sulla base di una valutazione oggettiva e razionale delle informazioni.
I loro studi hanno gettato le basi per l’Economia comportamentale, una disciplina più ampia che si occupa di analizzare le decisioni economiche in condizioni di incertezza, e che ha portato Kahneman a vincere il premio Nobel per l’Economia nel 2002. La finanza comportamentale è diventata quindi un campo fondamentale per comprendere i mercati finanziari e le scelte degli investitori.
I Btp offrono rendimenti garantiti e un grado di sicurezza percepita che risuona il bisogno di rassicurazione degli investitori italiani, spesso conservatori.
Analisi dei Btp alla luce dei bias cognitivi
Loss avversion e percezione di Sicurezza
La tradizionale avversione alla perdita spinge molti italiani a preferire investimenti che percepiscono come sicuri, come i titoli di Stato. I Btp, essendo garantiti dallo Stato italiano, sono visti come una scommessa più sicura rispetto ai fondi di investimento, che nel breve termine possono variare in base alle fluttuazioni del mercato.
Home bias (bias del paese d’origine)
Il bias del paese d’origine porta molti investitori a preferire investimenti domestici piuttosto che internazionali. I Btp sono emessi dal governo italiano e molti italiani li scelgono per la fiducia nello Stato e per il senso di familiarità, rispetto a prodotti più complessi o diversificati come i fondi di investimento globali.
Status quo bias e conservatorismo finanziario
La tradizione finanziaria italiana è orientata verso il risparmio e la prudenza. Questo conservatorismo si riflette nelle scelte di investimento, con una preferenza per strumenti stabili e conosciuti come i Btp. Cambiare verso i fondi di investimento, che comportano un maggiore grado di incertezza e una diversificazione internazionale, può sembrare rischioso per molti investitori con una bassa cultura finanziaria.
Mental accounting e investimenti tradizionali
Molti italiani tendono a suddividere mentalmente il proprio capitale, riservando una parte per investimenti “sicuri” come i Btp e mantenendo un approccio più cauto. I fondi di investimento, percepiti come rischiosi, complessi non sempre liquidabili, vengono spesso considerati meno adatti per la “sicurezza” dei risparmi.
Impatti della finanza comportamentale sui mercati e sulle politiche di investimento
Gli studi di finanza comportamentale hanno mostrato come i bias cognitivi possano avere conseguenze concrete non solo sulle singole scelte di investimento, ma anche sulla dinamica dei mercati e sulle politiche economiche.
Formazione di bolle speculative
Bias come l’effetto gregge e l’overconfidence sono alla base della formazione delle bolle speculative. Quando un numero significativo di investitori segue la tendenza del mercato, la domanda può far gonfiare i prezzi al di sopra del loro valore reale, come accaduto durante la bolla delle dot-com o quella immobiliare del 2008.
Inerzia nei cambiamenti di portafoglio
Il bias dello status quo porta molti investitori a mantenere gli stessi investimenti per lunghi periodi, anche se il mercato cambia. Questa inerzia può ridurre il rendimento complessivo e porta a una scarsa diversificazione del portafoglio, aumentando il rischio di perdite nel lungo termine.
Reazione eccessiva alle notizie di mercato
L’overconfidence e la reattività emotiva spingono molti investitori a reagire in modo eccessivo alle notizie di mercato, portando a vendite di massa o ad acquisti impulsivi. Questo comportamento aumenta la volatilità e rende i mercati meno prevedibili, allontanandoli dall’efficienza teorica.
Strategie per investitori consapevoli: come superare i bias cognitivi
La consapevolezza dei propri bias cognitivi può aiutare gli investitori a fare scelte più informate e razionali.
Ecco alcune strategie per limitare l’impatto dei bias nelle proprie decisioni finanziarie:
- Educazione finanziaria: Capire come funzionano i mercati e le diverse opportunità di investimento aiuta a ridurre i pregiudizi e ad adottare strategie più diversificate.
- Diversificazione: La diversificazione riduce il rischio complessivo di un portafoglio e aiuta a contrastare il bias del paese d’origine, esponendo l’investitore a una gamma più ampia di opportunità.
- Pianificazione a lungo termine: Prendere decisioni basate su obiettivi di lungo periodo può ridurre l’impatto di emozioni e bias momentanei, come il panico durante i cali di mercato.
- Monitoraggio e revisione periodica: Controllare regolarmente il portafoglio e adattarlo alle condizioni di mercato aiuta a superare lo status quo bias e a ottimizzare le strategie di investimento.
Conclusione
La finanza comportamentale ci insegna che l’irrazionalità non è un’eccezione, ma una caratteristica naturale del processo decisionale umano. Comprendere i bias cognitivi e il loro impatto può aiutare gli investitori a prendere decisioni migliori e più consapevoli.
Per molti italiani, l’attrazione per i Btp rispetto ai fondi di investimento deriva proprio da questi bias, come l’avversione alla perdita e il bias del paese d’origine, che rendono difficile adottare strategie di investimento più moderne e diversificate.
Cosa fare? Come sottolineava una famosa pubblicità sui rischi dei viaggi “fai da te” la miglior strategia è non fare da soli, ma affidarsi a un consulente che ispiri fiducia.