Un timer per navigare
Il diametro della cassa era fissato a 41 millimetri, grande per l’epoca – abbastanza grande da garantire che tutte le informazioni fornite dal quadrante fossero facilmente leggibili. La leggibilità era ulteriormente migliorata da numeri arabi sovradimensionati riempiti di radio che contrastavano efficacemente con il quadrante nero. Per quanto riguarda il nome, cosa potrebbe essere più evocativo di Navitimer, una combinazione delle parole navigazione e timer?
In cabina di pilotaggio
Quando il Navitimer fu finalmente presentato all’AOPA, fu un successo immediato tra i membri dell’associazione. Tant’è che già alla fine degli anni Cinquanta, mentre le principali compagnie aeree erano impegnate nella corsa per offrire voli transatlantici, il Navitimer divenne un must-have di ogni cabina di pilotaggio e del polso di ogni pilota che volava oltreoceano. Tuttavia, fu solo nel 1956 che fu messo in commercio: sul quadrante compariva un logo alato stilizzato e con le cifre 806 gli si dava la referenza con cui sarebbe passato alla storia.
Il cronografo per tutti
Pur avendo già goduto di successo per circa un decennio, il Navitimer ricevette una svolta moderna all’inizio degli anni ’60, quando furono introdotti contatori a contrasto in bianco e la lunetta divenne seghettata. Il nuovo design portò il “cronografo preferito dai piloti” ad essere il cronografo preferito da tutti. In quegli anni comparse al polso del musicista jazz Miles Davis e dei piloti di Formula 1 Jim Clark, Graham Hill e Jo Siffert. 15 anni più tardi fu il cantante francese Serge Gainsbourg a divenire il brand Ambassador del Navitimer, aggiornato allora con la referenza 81600.
Il Navitimer diventa automatico
Intanto nel mondo dell’orologeria, stava avvenendo una vera e propria rivoluzione che prese le connotazioni di una gara. Obiettivo: essere il primo produttore a fornire un cronografo a carica automatica. Tre erano i concorrenti. Da un parte c’era la giapponese Seiko, dall’altra c’era Zenith e, in disparte, un consorzio di marche tra cui Breitling. Tutta questa competizione derivava dal fatto che il cronografo meccanico non era più d’interesse per le giovani generazioni ed era minacciato da calibri al quarzo più economici e dagli orologi subacquei.Per vincere questa sfida, Breitling iniziò lo sviluppo ambizioso e visionario di uno dei primi calibri cronografici meccanici automatici. Sviluppato in collaborazione con Heuer-Leonidas e Buren-Hamilton, il Breitling Chrono-Matic venne lanciato il 3 marzo 1969. Si trattava di due orologi in uno: un orologio meccanico automatico e un cronografo.