Il colosso del private equity Blackstone è stato costretto a limitare i rimborsi da un suo fondo immobiliare quotato (Breit) da 125 miliardi di dollari in gestione, innervosendo gli investitori e sollevando riflessioni sui vincoli che caratterizzano l’investimento in capitali non quotati. Il titolo Blackstone ha chiuso la seduta del 1° dicembre in calo del 7,1%, in seguito alla notizia rivelata dal Financial Times: il 57% delle richieste di rimborso pervenute a novembre sono state respinte. Gli investitori, in questo ultimo periodo, hanno provato a limitare la propria esposizione al mercato immobiliare in vista degli impatti negativi che i poderosi rialzi dei tassi avranno sulla domanda e sui prezzi delle abitazioni.
Fondi che investono in attività come casinò, immobili residenziali e altri “asset reali” sono diventati sempre più popolari non solo per gli investitori istituzionali, la platea tradizionale dei mercati non quotati, ma anche degli investitori privati ad elevato patrimonio. La promessa di rendimenti succosi, però, si accompagna a una serie di rinunce tipiche dei mercati non quotati – che includono anche una più ridotta liquidità.
Il Blackstone Reit, in particolare, aveva posto un tetto ai rimborsi pari al 5% del patrimonio del fondo per ciascun trimestre. Dopo che a ottobre una somma pari al 2,7% del valore degli asset (ossia 1,8 miliardi) era stata richiesta indietro dai sottoscrittori del fondo, a novembre le nuove domande di disinvestimento si sono scontrate contro il limite trimestrale fissato sui rimborsi. La minore liquidità di questo genere di fondi ha direttamente a che fare con il particolare tipo di investimento sottostante: liquidare immobili non è facile come liquidare azioni o bond, per questo i fondi che investono su asset non quotati pongono limiti sulla possibilità di riavere indietro le somme investite per i risparmiatori.
Nel frattempo, il 1° dicembre, Blackstone ha fatto sapere che venderà la sua quota del 49,9% nei casinò MGM Grand Las Vegas e Mandalay Bay Resort di Las Vegas per un controvalire da 1,27 miliardi di dollari.
Mercati privati, l’importanza dei vincoli
In teoria, quanto sta accadendo a Blackstone dovrebbe essere considerato “normale” nella misura in cui chi investe in capitali non quotati è consapevole dei rischi aggiuntivi legati alla loro minore liquidità. Nei fatti però, hanno sostenuto gli analisti di JPMorgan al Ft, la situazione rischia di minare l’attrattiva futura dei fondi di Blackstone agli occhi degli investitori “che ci penseranno due volte prima di allocare nuovo capitale nel fondo”. Non solo: la notizia delle limitazioni ai rimborsi potrebbe incoraggiare ancora più richieste da parte degli investitori, ansiosi di rivedere indietro i propri fondi.
Parte dell’equivoco potrebbe risalire nell’attrattiva esercitata dalla possibilità, garantita dal Breit, di offrire una certa liquidità mensile. Ma nella situazione attuale, in cui l’immobiliare si avvia a un periodo di debolezza, il tetto fissato è diventato particolarmente sgradito e “stretto”. In questo dicembre Blackstone consentirà di ritirare una cifra pari allo 0,3% degli asset netti del fondo (circa 200 milioni di dollari).
L’insoddisfazione dei clienti potrà continuare a ritorcersi contro il titolo Blackstone in Borsa e può costituire un monito anche per i protagonisti del settore, che hanno spinto sempre di più i mercati non quotati come una soluzione non più solo appannaggio di fondi pensione o compagnie assicurative, ma anche per l’investitore privato.