Il soprannome glielo aveva cucito addosso il giornalista sportivo Gianni Brera. Silvio Berlusconi, per tutti il Cavaliere grazie all’onorificenza conferitagli nel 1977 per il progetto urbanistico di Milano 2, è stato per oltre mezzo secolo uno dei maggiori protagonisti della vita imprenditoriale e politica del nostro Paese.
La morte, avvenuta lunedì 12 giugno, in seguito all’aggravarsi della leucemia che lo aveva colpito da due anni, allunga un’ombra d’incertezza sul suo impero mediatico, soprattutto per quanto riguarda le sorti di Mfe, nome con cui è stata ribattezzata Mediaset da quando è quotata alla Borsa di Amsterdam. Non è un segreto che i figli di secondo letto (Barbara, Eleonora e Luigi) siano favorevoli a cedere il controllo del gruppo televisivo, mentre Marina è più possibilista e Pier Silvio contrario. Ci sarebbe anche un acquirente, quel Vincent Bolloré, patron del gruppo Vivendi che ha già in mano il 23,2% di Mfe sia in forma diretta sia tramite il veicolo Simon Fiduciaria (18,7%). A confermare il potenziale interesse del gruppo francese (tra i soci di maggioranza di Tim), c’è anche il continuo rinvio da parte di Vivendi a cedere il pacchetto di azioni e a uscire definitivamente da Mfe. Pier Silvio Berlusconi ha spiegato che il ritardato addio sarebbe legato all’andamento depresso di Borsa delle azioni, ma avere in casa un socio forte come Bolloré potrebbe (com’è già avvenuto) essere particolarmente insidioso per gli eredi Berlusconi. E ora che il patriarca non c’è più è probabile che arrivi l’affondo finale dei francesi.
Un patrimonio di partecipazioni
Insieme alla quota di controllo di Mfe, il Cavaliere lascia un patrimonio di partecipazioni quotate in Borsa che agli attuali valori di mercato sfiora i 3 miliardi di euro, a cui va aggiunta una rete di altre società che comprendono le ville e le altre proprietà immobiliari, la squadra di calcio del Monza in Serie A. Un impero in gran parte sotto il controllo della holding Fininvest, a parte le famose dimore di famiglia, racchiuse nell’immobiliare Idra, che a bilancio vale oltre 425 milioni di euro. Così tirando le somme fra le partecipazioni nelle tre società quotate – Mfe, Banca Mediolanum e la casa editrice Mondadori – le altre aziende controllate da Fininvest (che valgono 350 milioni) e gli immobili di Idra, si arriva a un patrimonio di oltre 3,6 miliardi. Anche se si tratta sicuramente di una stima per difetto, al punto che Forbes, nella sua consueta classifica, colloca Berlusconi al terzo posto in Italia per ricchezza con un patrimonio stimato in 6,4 miliardi di euro.
Come verrà ripartito il capitale di Fininvest
Un’immensa fortuna che nei prossimi mesi dovrà essere ripartita tra gli eredi. In che modo non è ancora chiaro. Anche se già da tempo aveva fatto entrare i cinque figli nel capitale della Fininvest, Berlusconi aveva riservato per sé la fetta più importante della capogruppo, il 61,2%, distribuito fra quattro delle celebri 22 holding che un tempo ne custodivano il capitale. Le altre tre che sono rimaste in vita dopo la riorganizzazione compiuta qualche anno fa, sono divise tra i cinque figli. La primogenita Marina e il fratello Pier Silvio possiedono il 7,65% ciascuno di Fininvest. Barbara, Eleonora e Luigi – i tre figli avuti con Veronica Lario – detengono invece un pacchetto del 21,42%, custodito attraverso la Holding Quattordicesima, il cui capitale è equamente distribuito tra loro.
Un fragile equilibrio che la morte del Cavaliere spazzerà via. L’eredità di Berlusconi, infatti, è destinata a ridisegnare in profondità il potere all’interno del gruppo di famiglia. L’ex premier aveva affidato a Marina la guida di Fininvest e Mondadori, mentre Pier Silvio era stato designato come suo successore a Mediaset, lasciando i 3 figli di secondo letto fuori dalle aziende di famiglia. Ora, invece, bisognerà capire come verranno ripartite le quote di Fininvest in suo possesso. Se per ipotesi avesse deciso di distribuire in parti uguali ai cinque figli il suo 61,2%, a ognuno di loro andrebbe un ulteriore 12,24% e i tre figli di Veronica Lario avrebbero più del 58% di Fininvest, mentre Marina e Pier Silvio si ritroverebbero con il 19,9% circa ciascuno, in una posizione di debolezza e in balia delle decisioni dei fratelli più giovani. In attesa di conoscere le sue ultime volontà, la Borsa crede a una Mfe in vendita. Infatti, il titolo è balzato di quasi il 3% dopo aver segnato in mattinata un progresso fino al 10%. Se son rose fioriranno.
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