Barbie ha animato a sorpresa anche nell’ultima riunione della Federal Reserve. Al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, è stata infatti posta una domanda sullo straordinario successo del film “Barbie” e dell’Eras Tour di Taylor Swift: Jeanna Smialek del New York Times ha chiesto a Powell se ritiene che la massiccia richiesta di biglietti per Barbie ed Eras sia un segno che “il consumatore americano è in ottima forma”. Powell ha preso alla larga l’argomento, lasciandosi però scappare un avvertimento per il futuro: “La forza dell’economia, nel complesso, è una buona cosa. È bello vederlo, ovviamente”. Di contro, ha aggiunto il numero uno della Fed, una crescita più forte potrebbe portare nel tempo a un’inflazione più elevata “e ciò richiederebbe una risposta adeguata da parte della politica monetaria”. “Quindi lo osserveremo attentamente e vedremo come si evolve nel tempo”. Parole che lasciano intendere come i segnali di salute dell’economia vanno sì apprezzati, ma potrebbero essere portatori di nuove risalite delle pressioni sui prezzi.
La locomotiva Usa non si ferma
I segnali di rallentamento economico ad oggi sono pochi anche se la curva dei tassi rimane invertita a livelli record e questo in passato era sinonimo di recessione quasi assicurata. Il carico da 550 punti base di rialzi dei tassi non sta al momento affondando l’economia statunitense e proprio all’indomani dell’ennesimo rialzo dei tassi decretato dalla Fed, che ha portato il costo del denaro ai massimi a 22 anni, è arrivato l’ennesimo segnale di salute della locomotiva a stelle e strisce: il Pil Usa del secondo trimestre, alla prima lettura, ha sorpreso in positivo segnando un rialzo del 2,4% annualizzato con i consumi che hanno rallentato meno delle attese.
Banche centrali a un bivio
Che dire, ci sono tutte le premesse per unoscenario “goldilocks” (Riccioli d’oro), ovvero un’economia in buona tenuta abbinata a un’inflazione che scende. Un quadro molto gradito ai mercati azionari, come si è visto in questi primi sette mesi dell’anno.
“Stiamo scontando il migliore dei mondi possibili, capace di coniugare tassi in salita, inflazione in discesa e crescita costante”, sottolinea Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Group. “Se però si proietta il quadro presente a sei mesi – prosegue lo strategist – tutto diventa più complicato. Se
infatti tutto continuerà ad andare bene ci si troverà prima o poi di fronte a un bivio. O le banche centrali continueranno ad alzare i tassi per prevenire una ripresa dell’inflazione, o non lo faranno, correndo il rischio che l’inflazione, dopo qualche mese di discesa inerziale, riparta.
La prossima riunione Fed sarà tra due mesi e se tutto continuerà ad andare bene un nuovo rialzo dei tassi in settembre potrebbe diventare molto probabile.
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Effetto Barbie sui consumi?
Diversi economisti hanno sottolineato come la domanda per i biglietti di “Barbie” e per il tour di Taylor Swift come segnali che gli americani sono disposti a spendere senza indugio. La stessa Fed nel suo ultimo beige book ha evidenziato che il Tour di Taylor Swift sta spingendo i ricavi degli hotel nella zona di Philadelphia. Il tour negli States in questi giorni fa tappa in California e terminerà il 9 agosto; poi la cantante inizierà a girare il mondo con un tour internazionale fino ad agosto 2024.
Ancora più chiacchierato è il successo della commedia surreale di Greta Gerwig ha incassato al cinema 155 milioni di dollari al botteghino lo scorso fine settimana, segnando il miglior debutto in sala in questo 2023.
“La questione non è eccentrica come si potrebbe pensare – sottolinea Fugnoli di Kairos Group – . La domanda per Barbie è così forte che in molti si sono chiesti perché il biglietto costi solo 15 dollari. I commentatori hanno osservato che i produttori contano sul fatto che Barbie verrà visto più volte dagli appassionati. Altri hanno fatto notare che ai 15 dollari vanno aggiunti i 10 per un cestino piccolo di popcorn”.
Il biglietto del cinema, che nel 1969 costava in media 1,42 dollari e nel 2007 era di 7,50 $, oggi raggiunge facilmente, a New York, i 28 dollari.
Per provare a quantificare l’effetto Barbie sui consumi può essere utile guardare le spese dei titolari di carte di credito della Bank of America: le loro spese diverse dalla benzina sono salite dell’1,9% su base annua durante la settimana terminata il 22 luglio. A fare da traino alle spese è proprio l’intrattenimento (13,2% in più per l’intrattenimento rispetto a un anno fa e con un’accelerazione significativa rispetto alla settimana del 15 luglio, quando la spesa per l’intrattenimento è aumentata del 4,9%). Un report sempre di Bank of America rimarca che l’aumento della spesa per l’intrattenimento, così come nei negozi di abbigliamento, è stato “probabilmente parzialmente guidato dall’uscita dei film tanto attesi, Barbie e Oppenheimer”.
Ad oggi lo staff della Fed esclude uno scenario recessivo e anche tra gli economisti si propende per una tenuta economica. Goldman Sachs indica una probabilità di solo il 20% che l’economia Usa scivoli in negativo.