Le banche centrali quest’estate devono guardarsi dal pericolo di una nuova fiammata inflattiva. Il mese di giugno è stato cadenzato da riunioni dai toni hawkish da parte delle principali banche centrali e alcune di essere hanno messo in atto rialzi dei tassi superiori alle attese. E’ il caso della Bank of England che ha alzato il costo del denaro di ben 50 punti base.
Le ultime letture dell’inflazione in paesi quali Gran Bretagna e Svezia sono state sopra le attese, in particolare oltremanica l’inflazione ha interrotto il suo trend discendente confermandosi al livello dell’8,7% annuo con forti rialzi dei prezzi in settori quali cibo, trasporti e assicurazioni. In comune Svezia e Gran Bretagna hanno un qualcosa che non è passato inosservato agli economisti più attenti: le tappe iniziali del World Renaissance Tour di Beyoncé, che è sulla buona strada per diventare il tour con maggiori incassi di tutti i tempi.
Il mega tour della pop star è partito a Stoccolma il 10 e 11 maggio per poi continuare oltremanica con quattro tappe rispettivamente a Cardiff, Edimburgo, Sunderland e Londra (nella capitale i concerti sono stati addirittura cinque con gli ultimi tre nei primi giorni di giugno).
Il difficile calcolo dell’effetto Beyoncé
Ma in che modo Beyoncé può risultare un potenziale focolaio di inflazione? “Beyoncé non è andata in tournée nel Regno Unito ad aprile. Quindi, come si può calcolare una variazione dei prezzi dei biglietti per registrare l’inflazione? Il prezzo del biglietto di Beyoncé viene confrontato con il prezzo di qualunque concerto abbia avuto luogo ad aprile. Gli artisti che si sono esibiti potrebbero non essere dello stesso calibro di Beyoncé e richiedere prezzi più bassi. Pertanto, l’aumento di prezzo riflette un aumento della qualità dell’intrattenimento, ma viene registrato come aumento di prezzo omogeneo”, sottolinea Paul Donovan, capo economista di Ubs Global Wealth Management.
I prezzi dei biglietti per i concerti di Beyoncé sono saliti fino a 170 sterline a persona. Ma è nulla in confronto rispetto a picchi di 900$ per le tappe in programma negli Stati Uniti.
Questo spread di prezzo ha spinto alcuni fan a valutare le opzioni più economiche in Europa. La conseguenza di ciò è un aumento della domanda turistica, come successo in particolare in Svezia a ridosso dei concerti di Beyoncè a Stoccolma. Oltre ai biglietti dei prezzi più bassi i fan potrebbero aver anche valutato la debolezza della corona svedese come ulteriore elemento di appeal. Chiaramente quello svedese è un caso in cui l’incidenza di questi eventi sui prezzi può risultare più consistente considerando la limitata offerta di strutture ricettive per accogliere i turisti rispetto ad altri paesi.
In Svezia a maggio l’inflazione è andata oltre le attese (+9,7% a/a) complice proprio l’impennata dei prezzi degli hotel. Michael Grahn, economista di Danske Bank, si è spinto a calcolare che circa 0,2 punti percentuali dei 0,3 di inflazione aggiuntiva legata ai prezzi di hotel e ristoranti sono frutto del ‘beyoncé blip’. Grahn ha precisato che sarà un effetto di breve periodo e da sola non può essere la causa dell’alta inflazione anche se “la sua performance e la richiesta globale di vederla esibirsi in Svezia apparentemente hanno aggiunto qualcosa”.
Un effetto molto raro, ma che in Svezia non è una novità assoluta; questo tipo di effetto inflazionistico sui prezzi degli hotel si era già visto per la finale di Europa League del 2017 tra Ajax e Manchester United che aveva visto i tifosi delle due squadre fare tappa a Stoccolma per qualche giorno.
Monito per gli investitori
Quanto successo in Svezia non lascia indifferenti gli investitori di altri paesi, come ricorda Morgan Stanley. L’inflazione negli Stati Uniti, scesa costantemente negli ultimi mesi, potrebbe infatti improvvisamente divampare di nuovo e il beyoncé blip della Svezia mostra come ciò potrebbe accadere. Il global chief economist di Morgan Stanley, Seth Carpenter, ritiene che l’inflazione statunitense potrebbe dare ai mercati delle brutte sorprese aumentando inaspettatamente entro la fine dell’anno, poiché fino a poco tempo fa il Covid ha continuato a sopprimere la domanda in alcune aree. E quanto successo in Svezia mostra proprio quanta domanda residua ci può ancora essere nel settore dei servizi e dove meno te lo aspetti. “L’effetto Beyoncé dovrebbe impedirci di diventare troppo compiacenti”, conclude l’economista di Morgan Stanley.
Prossime tappe
Una controprova dell’effetto Beyoncé ci sarà nelle prossime settimane quando arriveranno i dati sull’inflazione di giugno nel Regno Unito e le pressioni al rialzo potrebbero persistere considerando che il tour di Beyoncé è proseguito con diverse tappe a inizio giugno. Sempre questo mese nel Regno Unito c’è il ‘Love on Tour’ di Harry Styles con sette tappe di cui quattro a Londra.
In Svezia invece proprio in questi giorni sarà il turno di Bruce Springsteen con tre tappe del suo tour nella città di Goteborg.
Tornando a Beyoncè, il suo tour ha fatto tappa nelle ultime settimane anche in Olanda con due concerti ad Amsterdam, in Germania (tre concerti), Spagna (un concerto) e Polonia (due concerti).
E l’Italia? Niente test Beyoncé per l’inflazione tricolore in quanto l’artista non ha programma tappe italiane. A tenere banco sono invece i Coldplay che hanno già fatto due tappe del tour a Napoli e in questi giorni sono a Milano con quattro concerti nella cornice di San Siro, tutti sold out da tempo con prezzi fino a 172 euro.