La proposta poggia su tre pilastri: preservare la stabilità finanziaria e proteggere il denaro dei contribuenti; tutelare l’economia reale dall’impatto dei dissesti bancari; e infine garantire una migliore tutela dei depositanti
McGuinness: “La riforma migliorerà la nostra capacità di garantire l’agevole uscita dal mercato di qualsiasi banca, indipendentemente dalle sue dimensioni o dal suo modello commerciale, utilizzando gli strumenti appositamente creati”
Unione europea al lavoro su un nuovo pacchetto di regole dedicato alla gestione delle crisi bancarie, con un focus sugli istituti medio-piccoli. La Commissione Ue ha adottato una proposta volta a garantire “una gestione più efficiente e coerente di tutte le banche in dissesto”, come dichiarato dal vicepresidente esecutivo per Un’economia al servizio delle persone Valdis Dombrovskis, agevolandone l’uscita dal mercato indipendentemente dalla loro dimensione o modello commerciale. A beneficiarne saranno anche i depositanti che, nelle intenzioni di Bruxelles, avranno maggiori probabilità di mantenere un accesso ininterrotto ai loro conti.
La proposta poggia infatti su tre pilastri: preservare la stabilità finanziaria e proteggere il denaro dei contribuenti; tutelare l’economia reale dall’impatto dei dissesti bancari; e infine garantire una migliore tutela dei depositanti. A tal fine, punta a facilitare l’uso di reti di sicurezza finanziate dall’industria – sistemi di garanzia dei depositi e fondi di risoluzione – per proteggere i depositanti (persone fisiche, imprese ed enti pubblici, tra gli altri) dalle perdite; i correntisti potranno infatti mantenere l’accesso ai propri conti, per esempio trasferendo i propri risparmi a un’altra banca. La copertura dei depositi (il cui tetto massimo resta pari a 100mila euro per depositante e per banca) viene estesa agli enti pubblici come ospedali, scuole e comuni, oltre che al denaro depositato in alcuni tipi di fondi come società d’investimento, istituzioni di pagamento e di moneta elettronica. Parallelamente, la proposta include misure aggiuntive per armonizzare la protezione dei saldi di conto bancario temporaneamente superiori a 100mila euro a causa di specifici eventi della vita come successioni o indennità assicurative.
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“Il sistema bancario dell’Ue gode di ottima salute grazie alle riforme senza precedenti che abbiamo messo in atto dopo la crisi finanziaria”, ha dichiarato Dombrovskis in occasione del lancio della nuova proposta. “Le nostre banche sono ora più solide e in grado di resistere agli shock”, ha rassicurato. “Oggi facciamo un altro passo avanti per garantire, in caso di necessità, una gestione più efficiente e coerente di tutte le banche in dissesto”. Secondo Mairead McGuinness, commissaria per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, la riforma migliorerà la capacità dell’Unione europea di assicurare “l’agevole uscita dal mercato di qualsiasi banca, indipendentemente dalle sue dimensioni o dal suo modello commerciale, utilizzando gli strumenti appositamente creati”.
Ricordiamo che, fin dal 2014, il quadro Ue per la gestione delle crisi bancarie era inteso come potenzialmente applicabile alla gestione di qualsiasi fallimento bancario; non si applica infatti solo alle grandi banche, ma potenzialmente a qualsiasi banca con una funzione critica per l’economia o il cui fallimento possa essere sistemico. Di conseguenza, la riforma non fissa soglie ex ante per determinare quali saranno le banche coinvolte, ma la decisione spetterà caso per caso alle autorità di risoluzione. Ciononostante, la proposta nel suo complesso dedica particolare attenzione agli istituti di piccole e medie dimensioni, come precisato in una nota dalla Commissione europea. Negli ultimi anni, si legge, il sistema bancario europeo ha dato prova di resilienza. Ma l’esperienza “ha dimostrato che molte banche di piccole e medie dimensioni in dissesto sono state gestite con soluzioni che esulano dal quadro di risoluzione e che talvolta hanno comportato l’utilizzo del denaro dei contribuenti anziché delle risorse interne obbligatorie della banca o di reti di sicurezza private, finanziate dal settore”. Il pacchetto legislativo passerà ora al vaglio di Parlamento europeo e Consiglio.