Martedì 19 dicembre il ramo di vigilanza della Bce, che supervisiona direttamente la solidità delle più grandi banche europee, ha aggiornato le sue valutazioni (Srep), confermando un quadro di miglioramento della solidità degli istituti di credito europei. Tuttavia, nei prossimi mesi l’economia potrebbe rallentare, colpendo le imprese, aumentando le insolvenze e, di conseguenza, anche i crediti deteriorati. Il presidente della vigilanza Bce, Andrea Enria, ha voluto soffermarsi soprattutto sulle prospettive non incoraggianti per la redditività delle banche nei prossimi mesi. I margini di profitto dovrebbero risentire della remunerazione più sostanziosa che percepiranno i clienti sui loro depositi. Con la riduzione della liquidità disponibile da parte della Bce, “è probabile che le banche intensifichino la concorrenza nella raccolta di depositi, sospingendo così al rialzo i tassi offerti ai depositanti”, ha detto Enria. “La redditività”, ha aggiunto, “sarà inoltre esposta a rischi emergenti orientati verso il basso, compresi il rischio di credito e le perdite al fair value”.
Nonostante questi avvertimenti, “le valutazioni dei rischi condotte nell’ambito di questo ciclo di Srep non hanno determinato modifiche significative ai punteggi delle banche e ai requisiti di secondo pilastro”, il cosiddetto P2r, “ciò riflette il riconoscimento della solidità delle metriche quantitative delle banche sia per il capitale sia per la liquidità”. Fra fine giugno 2022 e lo stesso mese di quest’anno l’indice di solidità patrimoniale Cet1 è aumentato in media dal 15 al 15,7% per le banche direttamente dalla Bce (ossia le più grandi).
Banche italiane, la classifica per solidità patrimoniale
In Italia e in Europa la banca che risulta prima per solidità è Credem, il cui P2r si è mantenuto all’1%. Tale indicatore rappresenta il livello di capitale supplementare che una banca deve mantenere per fronteggiare i rischi sottostimati o non compresi nell’ambito del primo pilastro, che è il requisito minimo regolamentare.
Avere un P2r basso significa che la banca ha bisogno di mantenere un livello di capitale supplementare inferiore per fronteggiare i rischi non ricompresi nel primo pilastro dei requisiti regolamentari; pertanto, può essere considerata relativamente più sicura.
In Italia il podio è completato da Banca Mediolanum e da Intesa Sanpaolo. Il trittico con il P2r più elevato, invece, è composto da Iccrea, MontePaschi e Pop Sondrio. Le banche particolarmente esposte alla piccola impresa, come ad esempio Iccrea, sono fisiologicamente più esposte a rischi rispetto a istituti come Mediolanum, il cui credito viene tipicamente erogato alla clientela, con un rischio di insolvenza tipicamente basso.
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“In base al documento della Bce”, ha dichiarato a We Wealth Maurizio Primanni, ceo Excellence Consulting, “il dato dei requisiti di capitale colloca gli istituti di credito del nostro Paese in ottima posizione: Credito Emiliano (requisito capitale 1%) è al primo posto nella classifica europea, Mediolanum al sesto (requisito capitale 1,50%), Banca Intesa al nono (requisito capitale 1,50%). Se ci limitiamo a guardare la graduatoria nazionale, nella parte bassa troviamo Mps (requisito capitale 2,75%) e Banca Popolare di Sondrio (requisito capitale 2,79%). Se è vero che queste ultime due hanno attività ponderate per rischio superiore, va anche detto che tali requisiti differenziati per banca sono stabiliti dalla Bce proprio per evitare pericoli per i risparmiatori, che non devono preoccuparsi in alcun modo. E’ impossibile che i criteri della Bce non siano efficienti”.
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Le banche sotto vigilanza Bce: come sono andate in Borsa quest’anno
Il mercato non si è scomposto eccessivamente per i risultati di questa classifica, dal momento che all’orizzonte non ci sono situazioni di vulnerabilità tali da richiedere aumenti di capitale, come avvenuto in passato per altri istituti la cui posizione patrimoniale risultava vicina ai limiti regolamentari (ad esempio, Carige). Grazie alla combinazione positiva di aumenti dei margini di profitto e un rallentamento finora contenuto dell’economia, le banche hanno potuto rafforzarsi e, in molti casi, distribuire anche generosi dividendi.
“La solidità del sistema bancaria italiano è senza dubbio in aumento, tanto è vero che l’ultimo rapporto diffuso da Bankitalia questo ultimo mese dell’anno che sta per finire, evidenzia che nel triennio 2019-2022 le attività ponderate per rischio delle nostre banche – che sostanzialmente sono i crediti verso le imprese e titoli di Stato che possono essere condizionati da andamenti di mercato negativi – sono diminuite di quasi 140 miliardi di euro (-10%)”, ha precisato Primanni. “Anche in questo caso, va considerato che la Bce monitora sistematicamente queste esposizioni per tenere sotto controllo il volume dei rischi a cui è soggetta ciascuna banca, ma la maggiore dotazione di capitale serve proprio a dare garanzia al risparmiatore che non ha nulla da temere”, ha ribadito il ceo di Excellence.
Fra le 12 banche italiane vigilate dalla Bce nessuna si avvia a chiudere il 2023 con una performance di Borsa negativa, con l’unica eccezione di Fineco. Allo stesso tempo, non c’è stata alcuna relazione fra le azioni bancarie più performanti sui mercati e gli istituti giudicati più solidi da parte della Bce. Ad esempio, Mps è attualmente in rialzo del 15% da inizio anno, davanti alle “più solide” Mediolanum (+7%) e Fineco (-14%). Per gli addetti ai lavori l’assenza di relazioni fra solidità e performance di Borsa è abbastanza ovvia, dato che le banche contraddistinte dal tradizionale business del credito, a dispetto di solidità relativamente inferiori, hanno potuto beneficiare molto di più dell’allargamento dei margini dovuto all’aumento dei tassi d’interesse. Come avevamo scritto alcune settimane fa, la Borsa ha sorriso molto meno alle banche focalizzate sulla consulenza finanziaria nel 2023.
Nella classifica “di Borsa”, è Unicredit a dominare, con una performance dell’80% da inizio anno al 21 dicembre, seguita da Bper (+54%) e dalla Popolare di Sondrio, che ha realizzato +47% (a dispetto della posizione meno lusinghiera nella graduatoria Bce). Seguono Banco Bpm (37%) e Intesa Sanpaolo (+23%).