Excellence Consulting con il supporto di Dataskills – società del Gruppo Excellence specializzata in data science e analytics – ha esaminato complessivamente 2mila edizioni e circa 10mila articoli pubblicati dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2023
Rispetto al numero di menzioni totali delle banche, quelle relative all’intelligenza artificiale risultano contenute: si parla del 2,4% nel caso di Intesa Sanpaolo, dello 0,9% per Unicredit e dello 0,5% per Bper
Intelligenza artificiale chiama, banche rispondono (o almeno ci provano). Tra le prime cinque big italiane per raccolta, Intesa Sanpaolo ha comunicato più spesso su queste tematiche, seguita da Unicredit, Banco Bpm, Bper Banca e Mps. Su 3.139 articoli che citano l’istituto analizzati da Excellence Consulting, 76 menzionano infatti l’intelligenza artificiale, pari al 2,4%. Senza dimenticare che la banca applica soluzioni Ai in tutte le aree indagate dalla società di consulenza strategica guidata da Maurizio Primanni, dall’evoluzione del modello di servizio all’offerta, fino all’ottimizzazione dei processi interni e alla gestione dei rischi.
Excellence Consulting con il supporto di Dataskills – società del Gruppo Excellence specializzata in data science e analytics – ha esaminato complessivamente 2mila edizioni e circa 10mila articoli pubblicati dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2023 sul primo quotidiano generalista per copie vendute (Il Corriere della Sera) e sul maggiore quotidiano economico in Italia (Il Sole 24 Ore, compresi “Norme & Tributi Plus Diritto”, “Norme & Tributi Plus Fisco” e “Sole 24 Ore plus”) utilizzando parole chiave legate all’intelligenza artificiale in generale e nello specifico nel settore bancario. Alla ricerca quantitativa si è affiancata una ricerca qualitativa su comunicati stampa, bilanci, piani industriali e dichiarazioni dei top manager. Innanzitutto, sono stati individuati 480 articoli nell’ambito del banking che citano alcune delle oltre 100 keyword sull’intelligenza artificiale indagate, il 23% dei quali riferiti alle prime cinque banche italiane.
Nel caso di Intesa Sanpaolo, come anticipato in apertura, 76 articoli che trattano di intelligenza artificiale nominano la banca, ovvero il 2,4% delle sue menzioni complessive. Il peso degli articoli di Unicredit che trattano di intelligenza artificiale rispetto alla totalità di menzioni della banca nel periodo considerato è pari invece allo 0,9% (25 articoli su un totale di 2.729). Seguono Bper con lo 0,5% (5 articoli su 1.032), Bpm con lo 0,3% (4 articoli su 1.281) e infine Mps con lo (2 articoli su 750).
Fonte: Excellence Consulting
Secondo i ricercatori, le cinque big stanno inoltre ampliando gli ambiti di applicazione dell’intelligenza artificiale per raggiungere diverse finalità strategiche. Si parla in particolare dell’evoluzione del modello di servizio (dalla customer experience alle campagne commerciali), dell’evoluzione dell’offerta, dell’ottimizzazione dei processi interni (come la gestione dei costi) e infine della governance e della gestione dei rischi. Analizzando i piani industriali degli istituti, risulta come Intesa Sanpaolo applichi soluzioni di intelligenza artificiale in tutte le aree indagate, dal supporto al lancio di Isybank alla gestione dei costi con advanced analytics fino al rafforzamento della sicurezza informatica. Unicredit e Banco Bpm coprono invece tre delle quattro aree analizzate, Bper solo una e Montepaschi non fa alcun riferimento all’uso dell’Ai all’interno del piano industriale in corso.
Fonte: Analisi qualitativa di Excellence Consulting sui piani industriali. *Use case non applicato in Italia.
“Dall’analisi testuale degli articoli che trattano di intelligenza artificiale emerge chiaro come questa si affermerà nel futuro come uno dei macrotrend di evoluzione dei modelli di business nel mondo finanziario, al pari di quanto è stato negli ultimi cinque anni la digital transformation e in epoca più recente la transizione Esg”, osserva Primanni. “Le parole maggiormente associate all’Ai sono in generale ricerca, sviluppo e tecnologia; tra quelle presenti negli articoli che trattano di intelligenza artificiale nel banking, emergono anche digitale, crescita e servizi, che suggeriscono la chiave di lettura con cui viene trattato il tema dalle banche, ovvero l’Ai come strumento per rilanciare la crescita o sviluppare nuovi servizi”, aggiunge.
Citando tra l’altro alcune iniziative d’avanguardia. È il caso del laboratorio CentAi di Intesa Sanpaolo, lanciato nella primavera del 2022 e dedicato allo sviluppo di nuove metodologie per l’analisi dei dati e soluzioni avanzate nell’ambito dell’intelligenza artificiale; oppure dell’Artificial intelligence business incubator, il programma internazionale di incubazione promosso da Sella e realizzato dal suo venture incubator dpixel con il supporto di Fintech District per sostenere la fase iniziale di startup, ricercatori, team imprenditoriali, spin-off universitari, imprese e i progetti più innovativi nel campo dell’Ai applicata alla finanza. Non basta, però, secondo l’esperto. “È necessario agire in modo organico e diffuso sui fattori critici di successo: dalla cultura aziendale alla governance, dalle competenze al presidio della qualità dei dati, fino alla gestione di modelli di innovazione e alla gestione della compliance”, dichiara infatti Primanni. “Su quest’ultimo aspetto, attraverso il prossimo lancio dell’Ai Act (la nuova normativa europea sull’intelligenza artificiale, ndr), il legislatore europeo dimostra di essere un ottimo anticipatore delle evoluzioni del mercato e dei modelli di business. Seguendo le prescrizioni regolamento, infatti, le banche potranno creare l’impalcatura per poi portare avanti qualsiasi tipo di evoluzione del loro modello di business che coinvolga l’intelligenza artificiale”.