La proposta di ridurre di un’ora e mezza il tempo quotidiano di contrattazioni viene dall’Association for Financial Markets in Europe (Afme) e dall’Investment Association
Le associazioni propongono di posticipare di un’ora le aperture dei mercati e di ridurre di mezz’ora le chiusure
Gli esperti sottolineano che durante le prime ore di contrattazioni i volumi di scambio sono solitamente limitati e che oltre un terzo degli scambi della giornata si concentra quasi sempre nell’ultima ora
Secondo queste associazioni il tempo di negoziazione delle Borse europee – di circa 8 ore e mezza – rappresenterebbe uno svantaggio rispetto, ad esempio, alle 6 ore e mezza di Wall Street o alle 6 ore dei mercati asiatici.
Afme e Ia, i cui membri – tra cui Goldman Sachs, Barclays, BlackRock e Bnp Paribas – rappresentano la maggioranza del trading azionario, propongono che la campana di apertura sia suonata alle 9.00 (le 10.00 ora italiana) e che la chiusura si verifichi invece alle 16.00 (le 17.00 ora italiana), al posto che – rispettivamente – alle 8.00 e alle 17.30 ora di Londra.
Gli esperti sottolineano come durante le prime ore di contrattazioni i volumi di scambio siano solitamente limitati – il che rende più costosa l’attività di trading – mentre al contrario oltre un terzo degli scambi della giornata si concentri quasi sempre nell’ultima ora.
“Accorciare le ore” di scambio “concentrerebbe la liquidità portando a costi di negoziazione più uniformi e offrirebbe più tempo ai trader e al mercato per digerire gli annunci aziendali“, affermano le due associazioni.
Un orario prolungato – aggiungono – inciderebbe sulla salute mentale e sul benessere degli operatori di mercato e rappresenterebbe un ostacolo all’assunzione di personale diversificato, in particolare individui con impegni familiari o di assistenza.
Ma non tutti sono d’accordo con questa posizione. Secondo Rainer Riess, direttore generale della Federation of European Securities Exchanges, associazione che rappresenta 27 Borse dell’Ue, dell’Efta e della Svizzera, gli attuali orari di negoziazione in Europa “funzionano” e non dovrebbero essere rivisitati. L’orario attuale – per Riess – riflette le esigenze degli investitori e consente ai mercati europei di interagire al meglio con gli Stati Uniti e l’Asia.
Cboe, il più grande scambio transfrontaliero d’Europa, ha affermato che probabilmente avrebbe più senso abbreviare le sessioni all’inizio della giornata, visto che non si sovrappongono al mercato statunitense.
Aquis Exchange – pur avendo accolto positivamente le iniziative volte a migliorare i mercati – sostiene che ridurre gli orari di negoziazione non sarebbe il modo più efficace per aumentare la diversità o il numero di donne tra gli operatori.