Grazie alla partnership con Actico, piattaforma di credit decision tedesca, Banca AideXa sfrutta i modelli di intelligenza artificiale integrati a piattaforme di open banking per abbattere i tempi di erogazione
Rizzi: “Stiamo lavorando per utilizzare l’intelligenza artificiale generativa anche nei confronti della clientela, per tradurre i risultati di algoritmi molto complessi e renderli più comprensibili”
L’intelligenza artificiale sbarca nel mondo dei finanziamenti, abbattendo barriere e tempi di erogazione per le piccole e medie imprese italiane. È la mission di Banca AideXa, fintech italiana nata nel 2020 da un’idea di Roberto Nicastro e Federico Sforza, che ha recentemente annunciato una collaborazione con Actico (piattaforma di credit decision tedesca) per automatizzare i processi decisionali e offrire prestiti più rapidi alle aziende del Belpaese. Come? Facendo leva sulla Psd2, la direttiva europea che pone le fondamenta giuridiche per un mercato unico dei pagamenti. We Wealth ha intercettato Walter Rizzi, chief product and customer officer dell’istituto, per analizzarne il funzionamento; oltre a lanciare uno sguardo alle strategie della banca, con un occhio anche a ChatGpt enterprise.
In che modo Banca AideXa sfrutta l’intelligenza artificiale per semplificare l’esperienza di accesso al credito degli imprenditori?
“Il nostro modello di business e valutazione del credito si basa sulle transazioni dei conti correnti; transazioni che chiediamo agli imprenditori sulla base della direttiva Psd2, che abilita il trasferimento di dati di questo tipo in modo che altre banche possano analizzarli e utilizzarli. Grazie ad algoritmi di machine learning e intelligenza artificiale, poi, analizziamo queste informazioni e siamo in grado di calcolare indicatori di credito e di rischio in maniera molto diversa rispetto agli altri istituti”.
Quanto andate a ritroso nella raccolta dei dati?
“Cerchiamo di raccogliere 13 mesi di transazioni. Abbiamo degli indicatori, sempre basati su quegli algoritmi di cui parlavo prima, che ci indicano quanto quelle transazioni sono distribuite nel tempo e quanto rappresentano del fatturato che il cliente ha dichiarato a bilancio o che ci dichiara. Uno dei vantaggi di questo sistema, infatti, è che riesce a operare anche su chi non ha un bilancio ufficiale, ovvero ditte individuali e società di persone che non sono obbligate a presentare un bilancio pubblico e che quindi non hanno altri elementi di valutazione. Per le piccole e medie imprese, in generale, non è facile avere credito, specie se non hanno una storia. Noi eroghiamo credito anche ad aziende che non sono nostre clienti e che, dandoci la possibilità di accedere ai loro conti correnti, in qualche modo si presentano. Così, anche chi non ha una storia creditizia lunga o ha già raggiunto con la propria banca i limiti per cui la banca stessa è disposta a concedere credito, può ottenere un canale di finanziamento aggiuntivo, molto veloce. Riusciamo infatti a restituire al cliente una prima valutazione in 30-60 minuti in funzione del numero di conti e delle modalità con cui vengono passate le transazioni; la risposta definitiva arriva invece nel giro di qualche giorno”.
Come funziona, in pratica, il processo di richiesta di un finanziamento?
“È interamente digitale. Il cliente inserisce sul nostro sito la propria partita Iva, ritrova automaticamente compilati alcuni dei dati principali relativi alla propria azienda, li conferma e infine inserisce i propri conti correnti. Dopo aver fornito l’autorizzazione ad accedere alla Psd2 e ai sistemi informativi creditizi, siamo in grado di calcolare in tempo reale tutti i Kpi (Key performance indicator, ndr) più importanti per la valutazione e fornire immediatamente una proposta di tasso di interesse e di importo. Se queste due proposte sono di suo interesse, il cliente può portarle avanti e arrivare alla stipula di un precontratto nel giro appunto di 30-60 minuti. Circa il 90% delle decisioni vengono prese automaticamente. Poi c’è sempre la possibilità di fare appello alla valutazione manuale, ai sensi dell’Ai Act (la normativa europea sull’intelligenza artificiale, ndr)”.
Banca AideXa sta tra l’altro implementando le funzionalità di ChatGpt enterprise nei propri processi aziendali. In che modo?
“Penso che in questo mondo l’intelligenza artificiale generativa possa svolgere un ruolo sempre più cruciale. Una delle difficoltà è infatti l’interfaccia uomo-macchina: questi algoritmi sono pur sempre dei numeri, quindi non sempre sono semplici da osservare e comprendere. L’integrazione con l’Ai generativa può trasformare i numeri in un pensiero, spiegando ancora meglio i motivi per cui la macchina è indecisa o propone un’approvazione piuttosto che un declino. Noi utilizziamo già l’Ai generativa su alcuni processi interni, ma stiamo lavorando appunto per utilizzarla anche nei confronti della clientela, per tradurre i risultati di algoritmi molto complessi e renderli più comprensibili”.