Cecilia Sardeo, da centralinista a ceo: “Donne, basta auto-sabotarsi”

17.9.2021
Tempo di lettura: 5'
Da un call center a Kuala Lumpur, in Malesia, alla fondazione di Biz Academy. Cecilia Sardeo oggi vanta una community di 45mila donne solo su Facebook. E ha messo la propria esperienza al servizio delle imprenditrici ...
A segnare l’inizio della sua avventura digitale il viaggio alla volta di Kuala Lumpur, dove ha lavorato come addetta all’assistenza cliente per Mindvalley
Cecilia Sardeo: “Il web non è una scorciatoia ma un’alternativa valida per raggiungere un pubblico qualificato a costi ridotti rispetto al mondo offline”
“Nella mia vita non ho incontrato ostacoli espliciti legati al mio essere donna, ma sono stati ostacoli che (in buona parte) mi sono auto-imposta, perché confondevo la mancanza di esperienza con la mancanza di talento”, ricorda l'imprenditrice digitale. “Lavorare in una grande azienda, partendo dall'ultima ruota del carro, mi ha fatto capire quanto fossi insicura di me stessa e quanto fossi convinta che le figure maschili con cui lavoravo fossero sempre un passo avanti. Penso con affetto alla Cecilia di quel periodo, perché mi sono resa conto col tempo che nessuno ha la verità in tasca, non erano più sicuri di me, ma semplicemente avevano imparato l'arte dell'improvvisazione. Da lì, ho iniziato a concentrarmi su cosa potevo fare per allenare questo aspetto del mio carattere, superando la paura di non avere certezze, di non sbagliare e dire qualcosa che potesse essere giudicato”.
Una lezione che l'ha accompagnata anche nella stessa costruzione di Biz Academy, partendo dalla convinzione che molte donne sono brave a sottovalutarsi e tendono a mettere nel cassetto le proprie ambizioni, spiega. “Prima arrivavano a Biz Academy per liberarsi da un ambiente lavorativo che non le valorizzava e realizzare un progetto che fino a quel momento non avevano avuto il coraggio di iniziare. Ora, invece, non sono poche quelle che arrivano perché hanno visto nel web una vera e propria ancora di salvezza per diversificarsi. Non per rinunciare all'attività che avevano prima, ma per aprire un filone digitale che, specie in questo periodo, rappresenta un'alternativa importante”.
Ma cos'è il digital marketing? Nella definizione offerta dalla manager consiste nel mettersi al servizio di una tribù di riferimento, fornendo contenuti di valore per risolvere un problema specifico. “Bisogna imparare a farlo in modo leggero, facendo in modo che questi contenuti rispecchino la propria personalità e abbracciando il digitale in modo autentico”, avverte. Senza dimenticare, anche in questo caso, la necessità di non auto-sabotarsi. “Credo che il rapporto di mentorship sia molto importante, ma a condizione che si basi su quattro pilastri fondamentali: mindset, tattica, strategia e feedback. Le tattiche sono importanti ma da solo contano poco se mancano di un contesto strategico. Allo stesso tempo, se abbiamo una super-strategia ma non conosciamo gli strumenti tattici che possiamo utilizzare e non capiamo quali sono più adatti alle nostre esigenze, la strategia resta solo teoria. Se però abbiamo tattica e strategia, ma non abbiamo il giusto mindset e ci auto-sabotiamo continuamente perché siamo convinte che non valiamo nulla, tattica e strategia possono essere fantastiche ma non si concretizzeranno mai. Il fatto di avere un feedback costante da qualcuno che ha già percorso la tua strada, unito alle tattiche, alle strategie e al mindset, può diventare invece una combinazione esplosiva”.
Una lezione che l'ha accompagnata anche nella stessa costruzione di Biz Academy, partendo dalla convinzione che molte donne sono brave a sottovalutarsi e tendono a mettere nel cassetto le proprie ambizioni, spiega. “Prima arrivavano a Biz Academy per liberarsi da un ambiente lavorativo che non le valorizzava e realizzare un progetto che fino a quel momento non avevano avuto il coraggio di iniziare. Ora, invece, non sono poche quelle che arrivano perché hanno visto nel web una vera e propria ancora di salvezza per diversificarsi. Non per rinunciare all'attività che avevano prima, ma per aprire un filone digitale che, specie in questo periodo, rappresenta un'alternativa importante”.
Ma cos'è il digital marketing? Nella definizione offerta dalla manager consiste nel mettersi al servizio di una tribù di riferimento, fornendo contenuti di valore per risolvere un problema specifico. “Bisogna imparare a farlo in modo leggero, facendo in modo che questi contenuti rispecchino la propria personalità e abbracciando il digitale in modo autentico”, avverte. Senza dimenticare, anche in questo caso, la necessità di non auto-sabotarsi. “Credo che il rapporto di mentorship sia molto importante, ma a condizione che si basi su quattro pilastri fondamentali: mindset, tattica, strategia e feedback. Le tattiche sono importanti ma da solo contano poco se mancano di un contesto strategico. Allo stesso tempo, se abbiamo una super-strategia ma non conosciamo gli strumenti tattici che possiamo utilizzare e non capiamo quali sono più adatti alle nostre esigenze, la strategia resta solo teoria. Se però abbiamo tattica e strategia, ma non abbiamo il giusto mindset e ci auto-sabotiamo continuamente perché siamo convinte che non valiamo nulla, tattica e strategia possono essere fantastiche ma non si concretizzeranno mai. Il fatto di avere un feedback costante da qualcuno che ha già percorso la tua strada, unito alle tattiche, alle strategie e al mindset, può diventare invece una combinazione esplosiva”.
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