Dalla dimensione digitale passando per un mondo sempre più complesso e incerto sono molti i fattori che stanno imponendo una modifica delle coordinate della consulenza finanziaria. Non da ultimo i millennial si sono fatti ormai grandi (e con le tasche gonfie) e l’industria del private banking non può non tenerne conto. A nuove esigenze corrispondono infatti nuovi prodotti. È quanto Bain & Company e Aipb sottolineano, tra le altre evidenze, nello studio “Navigare le onde del cambiamento: la rotta del private banking”.
L’avvento dei millennial
Secondo la ricerca le dinamiche demografiche e l’espansione del risparmio a livello globale stanno creando nuovi segmenti di clientela. Ammonterebbero a 230 milioni i nuovi clienti della Generazione Y e Generazione Z (ovvero nati tra il 1981 e il 2012) che guideranno la crescita del risparmio internazionale e che spiegheranno una parte rilevante dei 90.000 miliardi di dollari di incremento atteso di ricchezza tra il 2021 e il 2030. Tra le geografie, l’Europa guida la crescita, con oltre 35 milioni di clienti attesi alla fine del decennio.
Questi clienti emergenti condividono alcune caratteristiche distintive:
1. Tendono ad essere più indipendenti e con maggiore preparazione tecnica e professionale: circa il 70% di proprietari di immobili, con una ricchezza da cliente Private e con un’età inferiore ai 45 anni ha evidenziato nel 2019 uno stile di investimento per lo più svolto autonomamente, rispetto al solo 57% nel 20101;
2. Manifestano una forte preferenza per i canali e le interazioni digitali, pur volendo mantenere un’interazione umana per le decisioni più complesse. Questo spiega perché preferiscono un modello di ingaggio ibrido rispetto ad un modello solo umano o, alternativamente, solo digitale.
Nuovi prodotti e servizi guidati da differenti priorità
Con la crescita dei nuovi segmenti di clienti stanno cambiando le priorità sull’offerta di prodotti e servizi e sulle modalità di interazione con gli operatori del Private Banking. Tra le priorità emergono:
- Offerta esg: il 75% dei millennial benestanti considera gli aspetti ambientali, sociali e di governance come un importante fattore nelle proprie decisioni di investimento. Ci attendiamo che gli asset collegati ai criteri esg possano rappresentare circa la metà di tutti gli investimenti in prodotti di risparmio entro il 2030, rispetto al 33% che si registra oggi. Soluzioni esg personalizzate diventeranno quindi un fattore critico, nonché la condizione necessaria per conquistare e soddisfare questi nuovi clienti;
- Private markets: la rapida crescita e la performance superiore del private market rispetto a quello pubblico regolamentato ha stimolato l’appetito degli investitori, spronando diversi operatori e wealth-tech ad allargare l’accesso al private equity o al debito privato;
- Digital assets: sono tra i prodotti innovativi che andranno ad arricchire l’offerta commerciale del Private Banking nei prossimi anni in maniera significativa. Se le valute digitali sono state la prima applicazione, le soluzioni possibili e future saranno molteplici e impattanti: dalle valute digitali emesse dalle Banche Centrali (CBDC – Central Bank Digital Currencies) a quelle delle organizzazioni private (Stablecoin) e in maggior quota da Utility / Asset Backed Tokens (es. token digitali che rappresentano un asset reale, un NFT, …). La visione condivisa, infatti, è che non si tratti di una moda ma di una tendenza di lungo termine, la cui tecnologia, in continua evoluzione, permetterà di risolvere inefficienze e sbloccare nuove opportunità. Molti consulenti si aspettano di investire tra l’1% e il 5% dei portafogli dei clienti su questa nuova asset class nei prossimi 5 anni.