Con le prospettive ribassiste dell’azionario ha sofferto la sottoscrizione di polizze vita unit linked, il cui rendimento deriva proprio dall’andamento dei mercati. Al tempo stesso, l’impennata dell’inflazione ha allontanato gli italiani anche dalle polizze vita tradizionali, che non possono offrire nell’immediato rendimenti reali
E’ un contesto che secondo il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, sta mettendo la redditività del ramo vita “al di sotto dello zero”
A danneggiare la raccolta di nuove polizze vita, secondo l’agenzia Leonardo Assicurazioni di Milano, è anche l’equiparazione di fatto delle polizze vita ad altri investimenti di breve termine, che distorce le valutazioni su prodotti dall’orizzonte temporale molto lungo
Sono tempi duri per le compagnie assicurative: l’inflazione, oltre ad aver aumentato il costo dei rimborsi a carico delle assicurazioni nel ramo danni, ha reso anche meno attraenti le condizioni offerte dalle polizze vita, i cui rendimenti reali restano fortemente negativi quando paragonati all’aumento del costo della vita attuale.
E se in passato le polizze vita unit-linked, il cui rendimento dipende dalle sorti del mercato, avevano compensato rendimenti bassi delle ramo I grazie alla fiducia sull’andamento degli indici, oggi invece domina il pessimismo.
Il bilancio di settembre per la raccolta dei premi vita ha risentito di queste dinamiche, ed è stato il più “magro” degli ultimi otto anni con premi raccolti per 4,9 miliardi , in calo annuo del 23,6% (per le imprese italiane e extra-Ue). Secondo i dati dell’Ania, i nuovi premi vita emessi da inizio anno a settembre sono stati pari a 55,4 miliardi, il 13,9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021 (quando si osservava invece un incremento annuo del 16,0%).
Che cosa sta succedendo? “Sicuramente i rendimenti delle polizze di ramo terzo [unit-linked] nel 2022 sono stati negativi e, anche se nell’ultimo trimestre c’è stato un miglioramento, così come per il ramo primo, la percezione del cliente sui suoi investimenti è negativa: i rendimenti non sono in grado di battere l’inflazione e dunque risultano privi di qualsiasi attrattività”, hanno dichiarato a We Wealth gli specialisti del Progetto Finanza & Benessere di Leonardo Assicurazioni.
Secondo il presidente dell’Ivass e dg di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, questa situazione sta incidendo “in misura significativa sulla redditività delle compagnie assicurative”, per via dell’impennata dei rendimenti obbligazionari, che hanno colpito il valore dei titoli che le assicurazioni hanno in portafoglio. “Le plusvalenze nette non realizzate sono diventate negative da maggio”, ha dichiarato Signorini dall’Insurance Summit del Sole 24 Ore, “questo fatto unito al calo della raccolta dei premi sta portando a una redditività del vita sotto lo zero”.
Polizze vita in affanno, i numeri
Nel dettaglio, le polizze vita di ramo I hanno visto una contrazione dei premi raccolti del 8,6% a settembre e del 7% nei nove mesi, mentre le polizze unit-linked di Ramo III hanno osservato una drastica perdita del 46% a settembre e del 24,7% da inizio anno. Il mutamento delle prospettive di mercato, dunque, con un outlook ribassista che a settembre era già molto forte, ha colpito le polizze dal rendimento più volatile e non prestabilito in sede contrattuale. Di conseguenza, la quota dei premi raccolti dalle polizze di ramo I è tornata ad aumentare dopo anni di declino: era al 64,7% da inizio anno ed è salita al 70,6% a settembre. Nello stesso periodo la quota delle polizze di ramo III è scesa dal 34,4% al 28,6%.
La notizia è particolarmente negativa per la distribuzione dei consulenti finanziari, nella quale la componente legata al ramo III è quella più importante: a settembre la raccolta di premi è diminuita del 40% annuo per i consulenti, e nei nove mesi del 28,9% (oltre il doppio rispetto alla contrazione del 13,9% osservata nella media di tutti i canali distributivi).
Un errore di impostazione anche del cliente
Anche se le motivazioni legate all’inflazione ai mercati ribassisti offrono giustificazioni immediate sulla frenata delle polizze vita nelle scelte di risparmio degli italiani, Leonardo Assicurazioni ha voluto sottolineare come queste dinamiche siano accentuate anche da una mentalità a breve termine dei clienti, che di fatto equiparano la polizza agli altri prodotti d’investimento.
Il fatto il calo nell’attrattività immediata abbia colpito così tanto la raccolta dei premi vita mostra che il problema “sta proprio in un approccio non corretto che crea un circolo vizioso”, hanno affermato dall’agenzia milanese, “l’investimento negli strumenti assicurativi non deve, infatti, essere valutato sul breve periodo, ma collegato a un orizzonte temporale più lungo, in funzione di una progettualità e degli obiettivi di vita del cliente”.
In altre parole, “lo strumento assicurativo non può essere considerato come uno strumento di natura prettamente speculativa o di investimento puro, così come l’inflazione non va calcolata su base annua ma sulla media di un arco temporale più lungo”, anche se il comportamento degli investitori in questo 2022 tradisce proprio valutazioni di quel tipo. “Serve ovviamente un’evoluzione della consulenza, da un lato, e della percezione del mondo assicurativo da parte del cliente, dall’altro, sul ruolo delle soluzioni assicurative come vettori per raggiungere o proteggere i propri progetti di vita”.