A chiarire alcuni concetti sull’art-bonus ci ha pensato l’Agenzia delle entrate con la risposta n.464/E
Viene chiesto se alla fondazione può essere data una natura giuridica potendo così usufruire del credito d’imposta (art-bonus)
Viene chiesto all’Amministrazione fiscale se possono rientrare nell’art-bonus le erogazioni destinate a interventi di restauro, protezione e manutenzione di un palazzo avuto in concessione. E inoltre se alla fondazione può essere data una natura giuridica potendo così usufruire del credito d’imposta (art-bonus).
La risposta
Prima di fornire la risposta l’Agenzia delle entrate ricorda la disciplina dell’art-bonus (Dl n.83/2014). Si prevede, dunque, un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni fatte in denaro da persone fisiche, enti non commerciali e soggetti titolari di reddito d’impresa per: “interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione, delle istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione e per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo”.
A chi spetta il bonus?
L’agevolazione fiscale spetta alle persone fisiche e agli enti non commerciali nel limite del 15% del reddito imponibile e ai titolari di reddito d’impresa nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui. Gli interventi, specifica l’Agenzia delle entrate, devono essere diretti alla manutenzione, alla protezione e al restauro di beni culturali pubblici, al sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri, delle istituzioni concertistico-orchestrali, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, alla realizzazione o potenziamento di strutture senza scopo di lucro dedicate allo spettacolo, agli interventi di restauro, protezione e manutenzione di beni culturali pubblici qualora vi siano soggetti concessionari o affidatari del bene stesso.
E dunque l’Amministrazione fiscale precisa come le erogazioni liberali nei confronti della fondazione in esame potranno godere dell’art-bonus, dato che le somme sono state destinate ad un bene culturale pubblico concesso in uso alla fondazione. Per quanto riguarda la seconda domanda e dunque se la fondazione stessa possa usufruire dell’art-bonus si ricorda che il bonus deve essere collegato a luoghi della cultura. Requisito che la fondazione non ha.
Da questo ne deriva dunque che sono ammesse all’art-bonus Pertanto, alla luce del quadro delineato, l’Agenzia ritiene che l’art bonus può essere destinato ai musei ma non alle generiche fondazioni perché non posso essere associate a luoghi di cultura.