La francese Amundi sarebbe in trattativa con la tedesca Allianz Global Investors per acquisirla. L’indiscrezione è emersa venerdì 8 novembre dalle pagine del Corriere della Sera. Il comparto dell’asset management sta puntando sempre più verso attori di maggiori dimensioni, per beneficiare delle economie di scala ed essere competitivo in un mondo in cui spetterà al risparmio (ben) gestito far fronte alle sfide del futuro: longevità, previdenza, passaggio generazionale, preservazione della ricchezza.
Allianz Global Investors, attualmente è una società di proprietà del gigante assicurativo tedesco. Può contare su 555 miliardi di asset in gestione e una sua eventuale valutazione potrebbe essere nell’intorno dei 4 miliardi di euro.
Lo scacchiere degli asset manager guarda alle mosse di Amundi su Allianz GI
Le fasi di negoziazione sarebbero in corso da qualche tempo, con un’accelerazione nell’ultimo periodo. In particolare si ipotizza che potrebbero essere iniziate almeno da quando la scorsa estate (2024) Bnp Paribas ha comprato la concorrente Axa Investment Managers. Il prezzo in quel caso era stato pari a 5,1 miliardi di euro, per la nascita di un soggetto con asset under management di circa 1.500 miliardi. Lo scacchiere del risiko si sarebbe acceso negli ultimi giorni, in seguito all’operazione Bpm – Anima. Questa mossa infatti ha eliminato dai giochi una possibile società obiettivo per la francese Amundi.
La casa madre Allianz dovrebbe vedere nell’eventuale cessione del suo asset manager un’occasione per alimentarne i progetti di crescita, mantenendo in ogni caso (si suppone) una quota nella società. La strada di Amundi non sarebbe tuttavia in discesa, profilandosi all’orizzonte un rivale nell’eventuale acquisizione: Dws, del gruppo Deutsche. L’eventuale fusione con quest’ultimo andrebbe a dar vita a un vero e proprio campione nazionale tedesco del risparmio. In tal modo, il gruppo avrebbe in gestione 1500 miliardi di asset (come per Bnp-Axa, entrambe francesi). L’operazione franco-tedesca fra Amundi e Allianz GI sarebbe tuttavia di tutt’altra scala: darebbe vita a un colosso da oltre 2.700 miliardi di masse gestite. In Europa non ce ne sono al momento di eguali.