L’educazione delle nuove generazioni alla gestione del patrimonio familiare, negli Stati Uniti, è un processo che inizia presto e che vede i family office rivestire un ruolo attivo. Una tendenza che nel nostro paese “non è ancora così consolidata”, afferma Giorgia Sanchini, managing director di AlTi Tiedemann Global per l’Italia. Quando si tratta di affari di famiglia, l’approccio da adottare per proteggere e valorizzare il tesoretto accumulato dipende dalle specifiche necessità individuali. Ma studiare il modello americano, dove i primi family office risalgono alla fine del 1800, può essere d’aiuto.
“AlTi ha fornito servizi di multi-family office attraverso le entità che l’hanno preceduta per oltre 20 anni”, racconta Erik Christoffersen, managing director, head of U.S. family office. “Siamo diventati AlTi Tiedemann Global, gestore di patrimoni e asset alternativi leader a livello mondiale che oggi conta oltre 70 miliardi di dollari di asset under management, a gennaio 2023”. L’obiettivo era soddisfare le complesse e mutevoli esigenze della clientela nel mezzo dell’importante trasferimento intergenerazionale della ricchezza in atto, di un aumento della domanda di accesso agli alternativi e di una necessità di fiducia e personalizzazione mai manifestata fino ad allora. Con oltre 400 dipendenti in tre continenti, solo negli Usa AlTi lavora con circa 400 clienti, tra cui imprese familiari, family office, fondazioni e ultra high net worth. Il team di un family office che lavora al fianco di una famiglia si compone in genere di quattro o cinque persone, cui possono aggiungersi ulteriori professionisti con specifiche competenze laddove necessario.
Il team di un family office
“I clienti possono rivolgersi a qualsiasi esperto in materia, dalla governance all’impact investing, fino alla pianificazione fiduciaria e patrimoniale”, dichiara Christoffersen. “Lavoriamo in partnership con loro e adottiamo un approccio olistico alla gestione patrimoniale, personalizzato in base alle necessità individuali”. L’analisi iniziale, che parte dalla comprensione dei valori e delle esigenze di ogni singola famiglia, include non solo i bisogni finanziari e i rendimenti attesi ma anche la potenziale pianificazione dell’eredità, gli sforzi filantropici e le dinamiche del trasferimento intergenerazionale della ricchezza. “Negli Stati Uniti siamo spesso coinvolti come partner strategici di outsourcing”, aggiunge Christoffersen. “Possiamo fungere da centro di coordinamento con altri consulenti di fiducia su questioni specifiche. Lavorando con famiglie multigenerazionali abbiamo tra l’altro un punto di vista unico: vediamo il nostro lavoro attraverso una lente ampia, concentrandoci sul benessere a lungo termine della famiglia”. Senza dimenticare che i nuclei familiari sono sempre più internazionali, il che può introdurre una serie di nuove sfide. “Mettiamo a disposizione la nostra esperienza collettiva e le nostre capacità transfrontaliere per aiutare i clienti a superare queste problematiche”, dice Christoffersen.
L’approccio strategico
Passando all’approccio strategico, il gestore punta a progettare portafogli che bilancino gli asset tradizionali (quali azioni e obbligazioni) con gli investimenti alternativi (private equity, real estate e hedge fund) per raggiungere la soluzione ottimale per ogni famiglia. “Il nostro approccio sfaccettato combina la nostra visione strategica di lungo periodo con l’agilità tattica, con l’obiettivo non solo di preservare la ricchezza ma anche di farla crescere”, interviene Sanchini. “Monitoriamo e ci adattiamo continuamente alle condizioni di mercato. Le dimensioni, l’esperienza, le risorse e la rete del nostro team globale consentono ai nostri clienti di accedere a gestori leader nei mercati pubblici e privati. La nostra presenza a livello internazionale ci consente di sfruttare le opportunità offerte da regioni e settori diversi”. Il peso dei mercati privati nei portafogli dei clienti, in particolare, varia a seconda delle esigenze e degli obiettivi specifici. “Teniamo conto di fattori chiave come le aspettative di rendimento, la tolleranza al rischio, le esigenze di liquidità, gli orizzonti temporali e i quadri giuridici”, spiega Sanchini. Per gli investitori che mostrano interesse per i prodotti illiquidi, il peso medio sul portafoglio complessivo è di circa il 30%. Ma come cambia la strategia da una parte all’altra dell’Oceano?
Il modello di family office olistico
“Nel nostro caso, il modello di family office olistico che offriamo alle famiglie italiane è lo stesso che offriamo a tutti i clienti: come azienda globale, il nostro impegno è quello di fornire il miglior servizio possibile, indipendentemente dalla geografia”, afferma Sanchini. “Tuttavia, abbiamo osservato alcune differenze”, precisa. Come anticipato in apertura, per esempio, negli Stati Uniti l’educazione delle nuove generazioni al patrimonio familiare e la preparazione alla sua gestione futura è un processo che inizia presto e in cui il family office svolge un ruolo attivo; in Italia questa tendenza non è ancora così consolidata. Inoltre negli Usa i family office tendono a essere maggiormente coinvolti nel sostegno di iniziative filantropiche, mentre le famiglie italiane tendono a considerare questo aspetto separatamente dai servizi del family office.
“Non parlerei di lezioni da imparare dal modello a stelle e strisce, perché il modo di interpretare un rapporto così delicato come quello con il proprio family office dipende sempre da esigenze e sensibilità individuali”, dichiara però Sanchini. “Tuttavia, la tradizione di costituire un single family office e di collaborare con un multi family office come AlTi risale a tempi più lontani negli Stati Uniti, mentre in Italia è più recente, il che implica un diverso grado di evoluzione del settore nel suo complesso”, sostiene la managing director. “Con il tempo, ci aspettiamo che le famiglie italiane acquisiscano una maggiore familiarità con questo tipo di modello di partnership, che sarà sempre più visto come un approccio olistico alla ricchezza, al di là di quello puramente finanziario”.
(Articolo tratto dal n° 1 del magazine Family Office di luglio 2024)