In questi giorni di stop dal lavoro ho letto alcuni articoli interessanti che mi aspettavano da un po’ e ho riflettuto sui primi mesi del mio nuovo percorso. Spesso i consulenti finanziari vengono definiti dai clienti come troppo sicuri di sé, ‘commerciali’. Gli occhi di alcuni brillano più quando fanno un po’ di nuova raccolta rispetto a quando sanno di aver aiutato qualcuno. E la presunzione, travestita da modestia, trasuda nei discorsi. E non è un fatto di disprezzare chi porta a casa i risultati, anzi. Io sono per il celebrarli. Ma sono schierata anche dalla parte dell’etica. E dell’umiltà.
Tempo fa ho frequentato un corso con due professioniste che ho trovato eccellenti. Ci ho ripensato durate queste vacanze. Al di là dei contenuti, da me apprezzatissimi e studiati anche all’università, tra le righe mi ha colpito un altro aspetto. Queste ragazze sono una bomba perché sono riuscite a parlare di argomenti poco masticabili per i neofiti in modo semplice. Nel guardarle muoversi e parlare mi è arrivato chiaro del perché, nonostante le indubbie differenze personali, siano così affiatate: sono entrambe persone preparate ma umili. In questo ho trovato ispirazione.
Io, nel mio settore, voglio essere una professionista di questo tipo. Umile ma non modesta. Spesso mi capita di dire e scrivere che i consulenti finanziari più capaci sono quelli che interpretano le parole dei clienti. Dopo averli ascoltati e aver fatto loro domande. Senza la presunzione di sapere ‘perché tanto cosa vuoi che ne capiscano quelli li’. C’è, senza dubbio, chi sentirà risuonare la propria voce in questa frase.
Humilis in latino è ciò che è poco elevato, porta in sé la radice di humus, la terra. Nel senso che dobbiamo pensare da dove veniamo e volare basso, io interpreto. Non per questo sminuendoci, anzi dimostrando chi siamo e di cosa siamo capaci, anche a livello professionale.
Svelo un segreto: non è necessario sbandierare ai quattro venti la preparazione o il curriculum. La gente non è stupida, lo capisce: ricordatevi che anche voi siete sicuramente i clienti di qualcuno. Modestia invece è una parola che non mi piace. Vorreste vivere una vita modesta? O avere modesti risultati sul lavoro? Io non penso proprio. Una volta, forse, era una virtù.
Se leggiamo nella Treccani figura ancora l’esempio di ‘donna modesta‘ neanche fossimo veramente ai tempi dell’antica Roma. Oggi è spesso una maschera che usa chi vuole essere lodato. Di norma questi due termini viaggiano assieme ma ritengo ci sia un abisso tra di loro. Essere umili può far arrivare lontano, essere modesti no. Usiamo le parole in modo intelligente e finalizzato agli scopi che vogliamo ottenere, anche da noi stessi.