E’ necessario essere “creativi” per emergere, creativi e coraggiosi
Il virus sta cambiando il mondo e molte aziende dovranno cambiare il loro modo di fare business
Superata la paura, che è umana e ha il compito di proteggerci innescando meccanismi di difesa naturale, è prevalsa la ragione e la spinta di riadattamento.
Ebbene sì, il virus sta cambiando il mondo e molte aziende dovranno cambiare il loro modo di fare business, dovranno in qualche modo convertirsi e riadattarsi al nuovo assetto.
Ferrari farà da scuola e farà riscrivere pagine di libri, per quanto mi riguarda è stato un perfetto esempio di risposta all’emergenza quando ha convertito il core del suo business tradizionale nella realizzazione di valvole per respiratori polmonari.
Quando ho letto questo, e potrei fare esempi di molte altre aziende, è come avessi subito un reset.
In questo momento a mio avviso, è necessario essere “creativi” per emergere, creativi e coraggiosi soprattutto perché sarebbe molto più semplice e naturale aspettare che questa emergenza passi.
Ma sono certa che il film che si ripresenterà davanti ai nostri occhi non sarà più lo stesso, ecco perché diventa indispensabile che noi attori ci riadattiamo ai nuovi ruoli.
La crisi porta ad accelerare il progresso e la crescita, questo è un dato di fatto. Fino a tre mesi fa mai avrei pensato di lavorare con mio figlio che in un’altra stanza partecipa alle aule virtuali.
I ragazzi meglio di noi si sono adattati a questa situazione, loro hanno innata la predisposizione all’adattamento e alla tecnologia che diventerà sempre più nostra compagna di viaggio.
Lo smart working ne è un altro esempio. L’azienda che rappresento era già molto attiva in questo senso, la web collaboration con i clienti era già parte integrante del nostro DNA, ma si sono decuplicati i Webinar, le riunioni a distanza con case terze, con i colleghi, con le aree. Questo proseguirà certamente anche dopo.
Io non posso dire che sto lavorando meno perché non vado più fisicamente in ufficio, lavoro semplicemente in modo diverso.
Chiaro che la stretta di mano, l’abbraccio che ero abituata a fare, non possono essere sostituiti con il telefono e con la videochiamata, ma questi strumenti faranno sempre più parte del nuovo modo di lavorare anche dopo l’emergenza.
E’ inevitabile che le nostre abitudini cambieranno. Pensate solo a come cambierà il modo di prendere un caffè al bar, andare al ristorante o in vacanza.
Non possiamo non vedere e non tenere conto di tutto questo, che si tradurrà anche in driver di crescita diversi dell’economia e dei mercati quindi, ecco che il ruolo del consulente deve diventare anche il trait d’union fra l’economia e il portafoglio del cliente, proprio per permettere questo passaggio.
Il mondo non potrà più essere quello di prima, almeno nell’immediato, ma il mio ruolo e la mia missione saranno quelli di essere ancor più vicina di prima, avvalendomi di strumenti nuovi che saranno esasperati e accelerati nel loro utilizzo ma affiancati sempre al CUORE, che rimane sempre e comunque l’unica cosa che non può essere esclusa da tutto questo processo di relazione.
La mia mission é quella di affiancare il cliente nell’affrontare questo momento sfidante, con la consapevolezza delle cicatrici che lascierà, ma aiutandolo a generare valore aggiunto per un futuro da affrontare assieme e in modo costruttivo.
La cicatrice diventerà terreno fertile su cui faremo nascere nuove opportunità di crescita….UNENDO LE NOSTRE ENERGIE.